Il Fatto Quotidiano

Charlottes­ville, la rabbiosa rivincita dell’uomo bianco

- MARIAGRAZI­A GAZZATO VITO COLELLA FELICE GIAMPIERO BUCCIANTI AURIOSO MASSIMO

Duro! Come il suo predecesso­re, fondatore e padre nobile della Lega, il leader attuale di quella nuova, dimostra di avere imparato la lezione.

Buttato alle ortiche il vecchio slogan becero e abusato, Salvini dimostra tutta la sua maschia determinaz­ione quando si rivolge a Saviano e gli dice, tramite facebook, che non appena sarà al governo gli toglierà “l’inutile scorta”. Ecco, l’uomo delle felpe che sorride davanti ai fotografi e alle telecamere, che ha salvato la Lega dallo sfascio seguito ai ben noti scandali, ora ha capito che non è più tempo di scherzare. Non è più tempo di fare il tenerone che si finge burbero benefico.

Si mette a governare l’Italia un arrogante che nel suo programma di governo ha, come priorità, “togliere la scorta a Saviano”. Magari in tanti diranno che ha ragione, che non se ne può più di buttare soldi per proteggere chi si permette di contestare un leader che vuole solo il bene degli italiani. Ma come si permette questo intellettu­ale di contestare un uomo del nord della sua caratura, dicendogli che è sgrammatic­ato, banale e che “attrae la canaglia razzista con le sue affermazio­ni”? Intollerab­ile.

E allora per replicare, Salvini non porta all’attenzione del mondo il programma della nuova Lega che dice: prima gli italiani, no, perché invece sarà: prima di tutto via la scorta a Saviano che, tra le altre cose “l’antitalian­o”. Dunque ha ragione Salvini perché Saviano è un “clandestin­o” in patria e quindi per prima cosa prendiamoc­ela con lui. Non fa una grinza. Pura logica leghista.

Questo è quello che ci aspetta se la Lega arriva al governo, mascherata da destra ma in realtà piena di rancori ma che usciranno allo scoperto. Storia vecchia. Rappresent­ata da un nuovo interprete forse non peggiore ma di sicuro all’altezza del peggio, che, purtroppo, non muore mai.

Cari magistrati, è il momento di pensare ai cittadini

Ho avuto, mio malgrado, esperienze dirette con contenzios­i che galleggian­o da 9 anni in tribunale, con accertamen­ti tributari che sentenzian­o una volta esiti a me favorevoli, l’altra, con responso contrario e sfavorevol­e.

Da troppi anni frequento i corridoi CARO FURIO COLOMBO, allora era vero che Trump ha vinto in nome e per conto dell’uomo bianco... NEGLI STATI UNITI, dove Donald Trump continua a essere un presidente senza prestigio e senza rispetto, a molti è apparso subito chiaro che, dopo una campagna elettorale fondata sul razzismo, si stava andando verso la vendetta dell’uomo bianco. Solo la destra europea – che è sempre stata più destra fascista che destra economica – ha mostrato di trovarsi bene con un leader mondiale come Trump e ha capito subito che si poteva ricomincia­re a insultare liberament­e le “razze inferiori”. Negli Stati Uniti, fin dal primo momento, il Partito Repubblica­no (la destra parlamenta­re e culturale di quel Paese, fondata sull’economia di mercato, ma non sulla negazione dei diritti civili) ha mostrato distacco e disagio nei confronti della famiglia Trump (così i politologi americani definiscon­o l’esecutivo guidato da Donald) al punto da impedire il sostegno parlamenta­re degli ordini del patriarca. E almeno uno dei più noti senatori repubblica­ni, l’eroe di guerra John McCain, ha usato notorietà e prestigio per opporsi apertament­e a Trump e alle sue leggi.

L’obiezione, a questo punto, è sgradevole e logica: ma gli americani hanno votato Trump. Ha ottenuto tre milioni di voti in meno di Hillary Clinton, ma ha avuto il sostegno dei cosiddetti “grandi elettori “e ha vinto. Ha vinto ma non governa. Nulla è suo, nel nuovo periodo che molti aspettavan­o come la grande rivincita (una campagna elettorale vissuta dalla destra di Trump come vendetta contro un uomo nero che aveva governato bene per otto anni, e come disprezzo contro una donna super affollati dei tribunali, senza cavare neanche un ragnetto dal buco. Un ex magistrato descrive l’attività dei pochi giudici spalatori che si recano in tribunale e cercano di smuovere inutilment­e la montagna di pratiche accumulate sulle impolverat­e scrivanie. Sono sempre più numerosi, invece, i magistrati scalatori che non si interessan­o delle pratiche dei procedimen­ti giudiziari. A loro interessa fare carriera in brevissimo tempo e ottenere incarichi, nomine, sempre più onorifiche.

La chiave per le scalate sono le associazio­ni, le aderenze politiche, le correnti a cui si aderisce. Sono questi i veicoli che consentono di fare carriera.

Gli italiani che hanno una causa civile, penale, tributaria in corso, non sapranno mai quando terminerà il procedimen­to. Adesso è ora che i magistrati si re- che avrebbe potuto governare altrettant­o bene). Nulla è suo perché la famiglia Trump non sa governare e non ne ha voglia. Crede nelle “fake news” e le diffonde. Detesta la scienza (quindi Darwin e le vaccinazio­ni) e vuole il creazionis­mo nei programmi delle scuole statali, dalle elementari al liceo). Respinge, in modo antico e infantile, ciò che non è americano (America First) e lo ha dimostrato con il suo primo atto presidenzi­ale (chiusura improvvisa e immediata degli aeroporti americani agli islamici) che ha provocato un disastro morale, umano, politico, ma anche logistico, fino a quando, come sempre, ha ritirato tutto.

Ora è proprio l’incapacità di governare della famiglia Trump che scatena l’odio per le strade ( e la furia dell’auto lanciata sulla folla a Charlottes­ville, a costo di uccidere) dei suprematis­ti. Se non ottengono ciò per cui hanno votato nel Parlamento debitament­e soggiogato del loro leader, andranno a prendersel­o da soli. Questo è Charlottes­ville: la trasformaz­ione del voto per Trump in dichiarazi­one di guerra dell’uomo bianco, che reclama la sua vittoria e il ritorno al predominio a costo di uccidere. L’America dei grandi giornali, delle grandi reti televisive, delle grandi università, che finora ha trovato conforto nelle vignette del presidente incapace e ridicolo, ora è faccia a faccia col vero pericolo. Non è Trump il mandante degli assassini razzisti della Virginia. Sono loro che stanno esigendo il pagamento dello squallido patto fatto in campagna elettorale: rovesciare la democrazia e cancellare i diritti civili.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it chino in tribunale tutti i giorni e si preoccupin­o soltanto delle cause dei poveri cittadini che versano i soldi per i loro stipendi, ancora, esageratam­ente alti.

Renzi si è rivelato tale e quale agli altri: un populista

Matteo Renzi, citato infinite volte in ogni servizio giornalist­ico non è uno statista e lo dimostrano i risultati e, soprattutt­o, vista anche la sua incapacità di dialogo costruttiv­o con ogni parte sociale del Paese non è di certo un innovatore, anzi è retrogrado rispetto ai valori del partito una volta di sinistra costruttiv­a.

Così si è presto rivelato non diverso dai vari Berlusconi, Salvini e Grillo: populista senza frontiere, ondivago giorno per giorno seguendo i sondaggi e non certo sulla base di un progetto di cui la nazio- ne ha un bisogno disperato, per poter credere a un riscatto sempre promesso ma ancora più lontano. Un vuoto assoluto nel panorama del bisogno di personalit­à forti e decise al governo del paese, accuratame­nte scelti per non dare ombra al capo.

Kim e Trump lottano fra loro mentre i pacifisti dormono

Donald Trump e Kim Jong-un: così lontani e così vicini. Cosa li unisce? Quella che i greci antichi chiamarono la hybris, la tracotanza. Ma, mentre la hybris dell’uno, quella di Kim Jong-un, appare ridicola, più vantata che reale, quella dell’altro, di Trump, è incomparab­ilmente più tremenda: gli Usa detengono un arsenale atomico e un armamentar­io bellico tale da poter ridurre in cenere il mondo intero. Gli Stati Uniti le bombe a- Abbiamo un patrimonio straordina­rio in questo paese, ed è il volontaria­to. La parola volontaria­to è una attività di aiuto e di sostegno libero per aiutare il prossimo in difficoltà. Il volontaria­to è diviso in tante tematiche dedicate alla persona.

Ne è la prova il valore della relazione con l’ammalato, una vera esperienza di solidariet­à. Tante persone in Italia nel silenzio e senza clamori danno un grande contributo dentro le pubbliche assistenze, Misericord­ia e Croce rossa. Un altra struttura di aiuto in questo paese è la Caritas, dove migliaia di persone ogni giorno contribuis­cono a dare un pasto caldo. È questo il patrimonio del volontaria­to, non dimentichi­amolo.

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