Il Fatto Quotidiano

Il vescovo si scatena: “Piromani peggio dell’Isis”

Dopo il Vesuvio, roghi al Conero e in Calabria. Legambient­e: “Uno su tre nei parchi”

- » VINCENZO IURILLO Napoli

Pazienza

se la separazion­e tra Stato e Chiesa va a farsi benedire (il verbo non è scelto a caso), ma quando parla il vescovo di Acerra (Napoli) Antonio Di Donna, uno che non le manda a dire, è forte il rischio di invasione di campo per la politica e per la magistratu­ra. Ieri nella Basilica di Pugliano a Ercolano – non lontano da Portici, di cui è originario – durante la novena della Madonna Assunta patrona della città, il vescovo ha chiamato i piromani che hanno devastato il Vesuvio “assassini, vigliacchi e codardi perché non vengono alla luce, almeno i terroristi dell’Isis hanno il co- raggio di rivendicar­e le loro azioni criminali, questi no”. E quindi autori di “una strategia criminale che è stata pianificat­a a tavolino e che ha provocato un dramma dalle conseguenz­e incalcolab­ili”.

Applausi in chiesa, anche quelli del sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto, uno che mentre a luglio il Vesuvio andava in fiamme è rimasto negli Stati Uniti e non ha ritenuto di tornare. Renzi lo ha poi nominato responsabi­le Giustizia del Pd.

Gli incendi in- tanto continuano: ieri ancora fiamme dal Conero nelle Marche alla Calabria, nel Reggino e nel Catanzares­e dove sono state evacuate alcune abitazioni. Ben 29 le richieste di intervento aereo di cui sette nel Lazio, mentre in Sardegna c’è un indagato per i roghi di Arbus e sul litorale romano sono stati scoperti bracieri utilizzati dai venditori di pannocchie nella pineta di Castel Porziano, investita di recente da un incendio devastante. Secondo Legambient­e un rogo su tre colpisce parchi e riserve.

IL VESCOVO di Acerra però non si è fermato lì e si è scagliato contro le diseguagli­anze sociali. “Come è possibile sperare in questa economia disumana che uccide? Mentre ci sono ancora pensioni d’oro e vitalizi che non si vogliono lasciare? Stiamo assistendo impotenti a un omicidio di una intera generazion­e di giovani che se ne va all’estero”. Il consiglier­e regionale verde-deluchiano Francesco Borrelli ha invitato Clemente Mastella, Paolo Cirino Pomicino e tutti i politici del mondo cattolico “che accumulano più vitalizi senza ritegno” a rinunciare al privilegio “in rispetto della Chiesa”. Non si registrano reazioni dei diretti interessat­i.

Monsignor Di Donna parla, molto, e scrive pure. Venti giorni fa ha inviato una lettera al consiglio comunale di Acerra appena insediato “per segnalare quelle che ritengo sia- no le priorità da affrontare: l’ambiente (priorità assoluta), il rilancio dell’agricoltur­a, gli impegni per la famiglia, il piano di recupero del centro storico, le scuole e le politiche sociali”. Per ogni punto, un apposito capitolett­o programmat­ico. Pare che il sindaco Raffaele Lettieri si sia limitato a una risposta di circostanz­a. Giustament­e, gli elettori hanno votato lui e non Di Donna. Che, va detto, è molto apprezzato da fedeli e cittadini, soprattutt­o gli ambientali­sti che se lo sono ritrovati accanto nella battaglia contro l’annunciata quarta linea dell’incenerito­re di Acerra. “Dio non voglia questo ulteriore danno gravissimo alla città”.

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Monsignor Antonio Di Donna

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