“Il Caimano è già rimosso come il fascismo e le Br”
Luigi Zoja Lo psicoanalista: “Il capo di Forza Italia rimane seduttivo e da noi si rimuove tutto in fretta. Ma aspetterei a definirlo ancora vincente”
“Rimuovere il passato è tipico degli italiani. Ma nel caso di Silvio Berlusconi il confine con l’accettazione è labile”. Luigi Zoja, psicoanalista di scuola junghiana, docente e autore di diversi libri, ha in cantiere proprio “un testo sugli archetipi del subconscio collettivo”. Berlusconi al centro della scena, ancora una volta. Gli italiani hanno già dimenticato tutto, dai processi alla condanna per frode fino alle “cene eleganti” con signorine lautamente pagate?
In Italia abbiamo una spiccata tendenza a rimuovere in fretta. Pensiamo al fascismo, di cui dopo gli anni 80 si sono pressoché smarriti i segni nel dibattito collettivo, a differenza di quanto avvenuto in Germania con il nazismo. O al fenomeno delle Brigate rosse, su cui ormai appaiono pochi studi storici. Eppure era caratterizzato anche da una vasta zona grigia, rappresentata da quelli che dicevano “né con le Stato, né con le Br”.
L’italiano scorda o semplicemente se ne frega?
Noi siamo il Paese del “vabbè” incarnato perfettamente da un personaggio come Alberto Sordi. Il passato viene sdoganato periodicamente, come se fosse un condono. D’altronde l’italiano medio non crede nello Stato, non si fida. E si rifugia nella famiglia. E questo, va detto, ha anche un lato positivo, perché la famiglia ha una sua etica, con cui supplisce alle mancanze delle istituzioni.
E allora Berlusconi, con le sue carovane di donne?
Anche lui ha sempre privilegiato pubblicamente la famiglia rispetto allo Stato. Basti pensare a quando tolse la tassa sulla prima casa, spiegando: “Lo faccio perché è quella dove vivono i nuclei familiari, quindi è sacra”. Quanto alle sue relazioni extraconiugali, ha sempre cercato di sminuirne la portata. E comunque, quando si è trattato di pagare un assegno stratosferico alla moglie tradita non ha battuto ciglio. Un modo per dimostrare che è un uomo capace di assumersi le sue responsabilità. Insomma, nel suo caso, più che di rimozione del passato si può parlare di accettazione? In parte sì.
Berlusconi piaceva e piace? Beh, è seduttivo e sa combattere per i suoi scopi. Mi ha sempre colpito quell’immagine di Berlusconi con la faccia insanguinata, quando gli tirarono contro una copia del Duomo di Milano. Trovò la forza di sporgersi dalla macchina per mostrare quel volto coperto di sangue. Voleva far capire che lui può superare tutto, e che riparte subito.
Può bastare per rivincere?
Ci andrei piano a definirlo ancora come vincente. Lui è bra- vissimo a districarsi nelle mille strategie della politica. Ma non è affatto detto che alla fine lo premieranno.
Però dà ancora le carte, per così dire. E potrebbe darle anche dopo le Politiche.
Certo, questo è indubbio.
Le piacerebbe avere Berlusco n i come paziente?
( Sorride, nd r ) Chissà. Di certo deve avere una personalità molto complessa, non così semplice da tradurre. Conosco alcune persone a lui vicine, e i loro racconti mi danno questa sensazione.
E invece, quelli che passano dal suo lettino, che Italia le raccontano?
Da me viene una parte ristretta di società. E di certo non si presentano gli scettici nei confronti della politica, i populisti, che non sanno cosa sia l’autocritica e il guardarsi dentro. Per loro è sempre colpa di qualcun altro, e allora scaricano tutto sui social network, dove è tutto semplificato, veloce. Non esiste l’approfondimento. Ed è un meccanismo perfetto per cercare un capro espiatorio, in fretta. Invece della responsabilità, la paranoia: cui ho dedicato un libro e che è tema anche più politico che clinico.
Questo è il Paese del vabbè, incarnato perfettamente da Alberto Sordi Ci si scorda tutto periodicamente Stando a quanto mi raccontano, B. deve avere una personalità molto complessa. Chissà che paziente sarebbe