Il Fatto Quotidiano

Il mistero di Driss, sospetto perfetto tra web e Corano

Driss Oukabir La polizia diffonde la sua foto ma lui si presenta e dice: “Non c’entro”

- L.C.

Iservizi

Usa avevano avvertito i colleghi spagnoli della possibilit­à che si potesse verificare un attentato nel loro Paese.

Analisi condivisa anche da Anthony H. Cordesman, autore di un esaustivo rapporto ( Global Trends in Terrorism: 1970-2016) pubblicato il 10 agosto. In cui si scopre (pagina 117) che nel 2016 dopo la Francia (429), è la Spagna la nazione con il più elevato numero di arresti jihadisti: 69, sette in più del Belgio, che pure aveva in Moelenbeck (municipio di Bruxelles) e in altre località, numerose cellule terroristi­che islamiche, come quella che colpì Parigi il maledetto venerdì 13 novembre 2015. Il giovane Driss Oukabir sostiene, la cui foto e i- dentità erano state diffuse dalla polizia come uno dei responsabi­li, si è presentato in commissari­ato a Ripoll, dove risiede, negando ogni coinvolgim­ento nell’attentato di Barcellona. Secondo quanto ha riferito il sindaco di Ripoll a El Diario, Oukabir ha detto agli agenti che i suoi documenti sono stati rubati. Il suo passaporto è stato trovato nel furgone usato nell’attacco a Barcellona. Certo è che dalla Spagna sono partiti 190 foreign fighters, quasi tutti di origine maghrebina, residenti in Spagna o con cittadinan­za spagnola. Una cifra modesta rispetto a quella di Tunisia (3.000), Marocco (1500), Russia ( 1500), Francia ( 1200). Però, come hanno rivendicat­o più volte i dirigenti dello Stato islamico, “la Spagna è la terra dei nostri avi e noi la riprende- remo con la forza di Allah”. Infatti, il copione si è ripetuto ieri, quando nel web i sostenitor­i dell’Isis hanno esaltato “l'attacco di Barcellona”.

DUE SETTIMANE FA Site, che monitora l'estremismo islamico sul web, aveva lanciato un allarme, indicando come ci fossero stati numerosi messaggi in cui si auspicava la riconquist­a dell'al Andalus (il nome della Spagna al tempo dei Mori, ndr) e si annunciass­e un “attacco imminente”. Da sempre, il jihadismo rivendica la “riconquist­a” spagnola, così come la lotta “contro i Crociati”. Nella propa- ganda dell’Isis, sono capisaldi culturali, insieme al mantra pseudoreli­gioso del “Corano seppellito dai crociati”. Un primo proclama in lingua spagnola è diffuso nel luglio 2016, contempora­neamente alla strage di Nizza: un video sottotitol­ato, una novità propagandi­stica. Per gli analisti, sarebbe stato realizzato in Spagna. Poi, sono apparsi diversi altri documenti e ulteriori video. A maggio, la minaccia è specifica: “Uccideremo ogni infedele spagnolo che incontrere­mo nella nostra terra. Vi uccideremo nelle vostre città e nei vostri villaggi allo stesso modo in cui uccidete le nostre

Foreign fighters In 190 partiti per la “guerra santa” Nel 2016 sono stati 69 gli arresti per terrorismo: più che in Belgio

famiglie”. Il tono è lo stesso usato contro i francesi, gli inglesi e in genere contro gli occidental­i colpevoli di complicità antimusulm­ana nelle guerre in Siria e Iraq. A gennaio, era stato un miliziano a dirlo chiaro e tondo in spagnolo (sempre il solito bellicoso slogan): “Pagherete un prezzo molto alto”. Coinci- denza: l’afflusso di migranti in Spagna cresce tre volte rispetto al 2016 e aumenta in modo considerev­ole il lavoro di prevenzion­e dell’antiterror­ismo spagnolo che individua e sgomina parecchie cellule, compreso un paio di centri di reclutamen­to.

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Driss Oukabir in un autoscatto. Alla polizia ha negato ogni responsabi­lità
Ansa Occidental­i’s karma Driss Oukabir in un autoscatto. Alla polizia ha negato ogni responsabi­lità

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