Il Fatto Quotidiano

PANCE E ZERO ALIBI: TORNA IL DIO CALCIO

Calcio Domani pomeriggio riparte il campionato di Serie A, mentre le squadre sono alle prese con gli ultimi colpi del mercato

- » ROBERTO BECCANTINI

JUVE NTUS. Si riparte dalla rabbia di Cardiff e dal fiasco in Supercoppa. La più forte anche così, senza Bonucci e Dani Alves, e anche se non proprio completa (in difesa, a centrocamp­o). I Bernardesc­hi e i Douglas Costa decorano le corsie, ma in mezzo? Matuidi è un guerriero, si pensa a Keita come vice Higuain. Allegri dovrà inventarsi qualcosa, la pancia piena reclama scosse.

NAPOLI. La garanzia è Sarri e la “novità”, l’ex infortunat­o Milik. Tridente leggero o centravant­i pesante: nessun dubbio che giochi il calcio più brillante e sia l’anti-Juve più credibile. Occhio, però, alla cultura dell’alibi, un classico, e ai cali di tensione, una costante. Il 2-0 al Nizza significa Champions in tasca.

MILAN. La continuità arriva, paradossal­mente, dall’allenatore (Montella). Per il resto, un sacco di acquisti: fin troppi. In attesa della ciliegina Kalinic, spopola la torta Bonucci, il leader che mancava. Conti e Kessié assicurano sostanza. Della vecchia guardia, chiamiamol­a così, tifo per Suso e Bonaventur­a. O tutto o niente, difficile immaginare un Milan “normale”.

INTER. All’ennesima rifondazio­ne, con Spalletti valore aggiunto. Un calcio, il suo, a metà tra il mestiere e la malizia. Se Skriniar è una scommessa, Borja Valero ha tutta l’a ri a d el l’investimen­to sicuro. Un’idea? Vecino alla Nainggolan. Invito ai naviganti: tenere Perisic e prendere Schick. L’azzardo Dalbert ricorda la mossa Maicon.

ROMA. La prima del dopo Totti, la prima di Di Francesco. Si ricomincia nel segno di De Rossi, Nainggolan e Dzeko. Difesa da calibrare, Salah da rimpiazzar­e. Ma Kolarov e Defrel sono innesti mirati, non biglietti della lotteria.

LAZIO. Meno Biglia più Lucas Leiva: dalla Supercoppa i primi applausi. I ruoli sono tutti coperti, semmai resta un po’ fragile la panchina. Inzaghi ha dimostrato di avere gli attributi. Il mercato ci accompagne­rà fino al 31 agosto. Massima allerta, specialmen­te sul fronte Keita.

ATALANTA . La zavorra dell’Europa League fu fatale al Sassuolo, vero, ma Gasperini si è risparmiat­o i preliminar­i: non è tutto, non è poco. D’accordo, se ne sono andati Conti e Kessié, e pure Spinazzola è lì lì. Gomez, in compenso, è rimasto, idem Caldara. E Ilicic, così lunatico, così “sinistro”,

potrebbe risultare il signor differenza.

TORINO. Tanta roba, la conferma di Belotti. Peccato per Benassi, anche se Rincon sembra uscito dal Filadelfia. Mihajlovic deve lavorare sulla fase difensiva. Mi intrigano Bonifazi e Berenguer. Mi aspetto l’esplosione di Boyé.

FIORENTINA. Via Bernardesc­hi, via Borja Valero, via Vecino, Ilicic, Gonzalo Rodriguez, Tatarusanu e persino Kalinic (questione di ore). Per tacere del trasloco da Paulo Sousa a Pioli. Rivoluzion­e. Lo spirito di Chiesa sarà la bandiera; la corsa di Benassi, la base; il fiuto di Simeone, la lama più affilata.

SASSUOLO. Falcinelli al posto di Defrel, Bucchi al posto di Di Francesco: sono i confini della svolta. La conferma del telaio è un indirizzo preciso. A cominciare da Berardi: la chiave di molto.

CAGLIARI. Rastelli potrà far tesoro di illusioni e omissioni. Cragno, Andreolli e Cigarini non sono incastri banali, ma

saranno i gol di Borriello a fissare, ancora, la classifica.

SAMPDORIA. Giampaolo non si discute, il futuro di Schick sequestra le ambizioni. A meno che Caprari non sparigli il mazzo.

BOLOGNA. Brutta botta, per Donadoni, il ko di coppa con il Cittadella. Il mestiere di Poli e i numeri di Falletti costituisc­ono cerotti preziosi. I limiti? Gli alti e bassi di Verdi e Destro.

G EN OA . Perso Simeone, il 4-3-3 di Juric rimane un miscuglio esplosivo. Lapadula in posizione di sparo, i ritorni di Bertolacci e Centurion, tutta gente capace di accendere i cuori: sulla carta, un Grifo che titilla gli eccessi. Pericoloso e spericolat­o.

UDINESE. Mancherann­o i chili di Zapata, peseranno gli anni di Théréau. E allora sotto con Scuffet e Lasagna: la bottega di Delneri non chiude mai.

CHIEVO. A parità di rosa o quasi, si chiede a Maran l’ennesimo “miracolo”: pilotare

il Chievo oltre le proprie rughe, oltre i propri limiti. E comunque: ottima dritta, Pucciarell­i.

VERONA. Dal ritiro di Cassano alle voglie di Cerci. Pecchia, inoltre, è all’esordio in Serie A: un’incognita non meno ambigua della fragilità di Caceres. Navigazion­e complicata.

CROTONE. Riecco Budimir, ecco Mandragora. Una salvezza-bis non sarebbe un’impresa: sarebbe molto, molto di più.

Ho fiducia in Nicola, ma anche tanti dubbi.

SPAL. Mi piace la coppia d’attacco (Paloschi-Floccari), non altrettant­o l’assetto difensivo. Due le colonne: Semplici e Meret.

BENEVENTO. Al debutto assoluto, sulla scia del Crotone. Baroni è ai piedi dell’Everest. Ha con sé sherpa devoti, ma per scrivere un’altra favola servono i gol di Coda e Ceravolo.

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LaPresse Si riparte con la Signora Juventus-Cagliari (alle 18) e Verona-Napoli (alle 20.45) sono i due anticipi di domani. Domenica tutte le altre partite. Sotto, Totti dirigente
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