Il Fatto Quotidiano

Riforma alla prima prova: godono solo gli incendiari

Confusione su competenze, mezzi e soldi: indebolito il servizio anti-roghi

- » LUCIANO CERASA

Mentre continuano ad andare inesorabil­mente in fumo i più bei paesaggi della penisola in questa prima estate di roghi senza la Forestale, il fallimento dell’a cc o r p amento con Carabinier­i e Vigili del Fuoco diventa sempre più evidente. Eppure la riforma Madia doveva essere proprio una risposta alla richiesta di razionaliz­zazione delle tante forze di polizia che operano sul nostro territorio con relativa moltiplica­zione dei costi: ben sei prima dello scioglimen­to del Corpo forestale, se si considera anche la Polizia penitenzia­ria e la Guardia costiera. Alla prova dei fatti il tutto si sta traducendo invece in una riforma pasticciat­a che ha cominciato prendendos­ela con i più piccoli: i circa 7500 forestali che dopo 194 anni di storia sono stati sparsi per l’Italia, accorpati nei carabinier­i e nelle altre forze di sicurezza.

PRIMA DELLA RIFORMA della Pa la Forestale era un’istituzion­e civile. I sindacati di categoria, che fin dal varo della legge hanno portato in piazza per protesta migliaia di manifestan­ti, hanno subito sollevato un mare di perplessit­à. A cominciare dal mancato raggiungim­ento dell’obiettivo di risparmiar­e. Le sovrapposi­zioni tra le altre forze dell’ordine non sono state eliminate, Carabinier­i e Polizia di Stato continuano a espletare all’80% le stesse funzioni. Nuove scritte e targhe degli automezzi, divise, corsi e missioni, fino all’adattament­o dei Comandi stazione, al cambio del sistema informatic­o, dei tesserini e la nomina di tre nuovi generali di vertice sono indubbiame­nte altre spese.

Il grosso dei Forestali, 6.754 unità, è transitato nei Carabinier­i, 390 nei Vigili del Fuoco, poche decine nella Polizia di Stato e nella Guardia di Finanza. Tuttavia la pioggia di ricorsi che ha invaso i Tribunali amministra­tivi (200 solo in Abruzzo) contro l’accorpamen­to “forzato” non è stata la sola conseguenz­a della riforma. Le difficoltà di coordiname­nto con le altre forze si è tradotto in molti casi in un depotenzia­mento delle funzioni, a cominciare dal contrasto agli incendi boschivi.

L’esiguità dei passaggi di personale ai Vigili del Fuoco, ai quali viene attribuita dalla riforma l’esclusiva competenza sullo spegniment­o degli incendi un tempo assicurato anche dai Forestali, è stata la prima penalizzaz­ione del Servizio antincendi­o boschivo. Poi i conflitti di attribuzio­ni e competenze. Dopo mesi di attriti sotterrane­i e di trattative tra l’Arma e i Vigili del Fuoco, da cui dipendono, tra l’altro, finanziame­nti milionari e le convenzion­i con le Regioni, si è innestata una vera concorrenz­a tra i due corpi dello Stato.

Una circolare interna dei Carabinier­i dà la possibilit­à a questi ultimi di dirigere le operazioni di spegniment­o degli incendi boschivi. Ma va in contrasto con il decreto attuativo che conferisce all’Arma solamente la prevenzion­e e la repression­e delle violazioni compiute, senza invadere le prerogativ­e rivendicat­e dai Vigili del Fuoco.

SUL CAMPO LA CONFUSIONE è sovrana. Dei 32 elicotteri degli ex Forestali, 16 sono stati assegnati ai Vigili del Fuoco e 16 ai Carabinier­i, questi ultimi però esonerati dal servizio anti-incendio: di quei 16, poi, a luglio si alzavano in volo soltanto quattro. Gli altri dodici erano a terra per vari motivi, tra cui la mancanza di manutenzio­ne e di certificaz­ioni tecniche.

È del 7 luglio l’ordine del generale dell’Arma, Antonio Ricciardi, sulle “procedure operative per gli interventi nel caso di incendi boschiv i” che, mentre riconosce “competenze esclusive dei vigili del fuoco per lo spegniment­o degli incendi”, permette ai carabinier­i ex forestali di “soffocare piccoli fuochi solo se muniti di mezzi idonei allo scopo e di adeguati dispositiv­i di protezione individual­e”. È raccomanda­to, però, di svolgere “attività di prevenzion­e del fenomeno degli incendi boschivi”.

Negli stessi giorni i comandi provincial­i dei vigili del fuoco diramavano note sull’impiego del personale ex Corpo forestale dello Stato. “La Direzione regionale – si legge, ad esempio, nella nota del comando di Rieti – ha disposto che non avendo i competenti uffici fornito indicazion­i circa l’utilizzo del personale quale componente delle squadre di Aib (anti-incendio boschivo), si deve ritenere che non è possibile utilizzare tali profession­alità”. Tra i tanti litiganti il piromane gode.

Competenze esclusive per lo spegniment­o degli incendi ai Vigili del fuoco, gli ex forestali possono spegnere però piccoli roghi CIRCOLARE DELL’ARMA

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I compiti anti-incendio dei Forestali (in alto) sono stati bloccati nei carabinier­i, restano solo i pompieri
Ansa Paradossi I compiti anti-incendio dei Forestali (in alto) sono stati bloccati nei carabinier­i, restano solo i pompieri

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