Il Fatto Quotidiano

“Che guaio e adesso i boschi sono vulnerabil­i”

- G. CAL.

“Mi

sembra difficile che la Corte costituzio­nale possa non accogliere questo ricorso”. L’ex pretore d’assalto Gianfranco Amendola, magistrato in pensione con all’attivo più di 15.000 processi per reati ambientali, una parentesi da europarlam­entare negli anni 90, è sicuro: “È incostituz­ionale ma quell’accorpamen­to forestali- carabinier­i viola soprattutt­o il buon senso, come si fa a costringer­e qualcuno ad entrare in un ordinament­o militare senza chiedergli­elo?”.

È proprio questo il punto che il Tar dell’Abruzzo mette in risalto. Come giudica, nel complesso, l’accor pamento tra ex forestali e ca-

rabinieri? Imbarazzan­te sotto il profilo giuridico, sia formale sia sostanzial­e. Poi ci sono motivi di tutela dell’ambiente che gridano vendetta. È un accorpamen­to, intanto, di cui non beneficia nessuno: fa male ai forestali, fa male ai carabinier­i e soprattutt­o fa male allo Stato.

Perché?

Sugli incendi ad esempio abbiamo visto i primi danni pratici di tale scellerata decisione. C’è uno scadimento notevole de l l ’ e f f i c a c i a dell’intervento d’emergenza.

Dicevano che non sarebbe cambiato nulla, ma soltanto le divise...

Giusto, dicevano così per convincerc­i della bontà de ll’operazione: un’aff ermazione, intanto, che renderebbe inutile la riforma stessa, se non cambia niete che l’abbiamo fatta a fare? A cosa serve? A me continua a sembrare soltanto un gran danno per il Paese. È una riforma fatta in fretta e furia, non è stata pensata neppure una base di preparazio­ne per le profession­alità che passavano da una parte all’altra. Poi c’è questa cosa clamorosa di costringer­e le persone, dei civili, a entrare in un corpo militare senza neppure chiederne il parere in merito: questo elemento non può essere costituzio­nale, lo capisce anche un bambino non solo i giudici della sezione di Pescara del Tar dell’Abruzzo.

A parte le questioni di principio ci sono soprattutt­o dei problemi pratici, non è così?

Certo, molti miei colleghi pubblici ministeri mi raccontano che si sono ritrovati a dover fronteggia­re un calo dell’efficienza notevole nel settore dei reati ambientali in cui agivano i forestali. Non è considerat­o il fatto che il nostro Corpo forestale dello Stato era una struttura d’eccellenza che svolgeva un compito specifico con una specializz­azione elevata. Tutto questo è stato spazzato via in nome di una semplifica­zione che non ha nessun ritorno pratico.

In tempi di crisi è necessario sforbiciar­e qualcosa, non trova?

Questo è un falso problema perché il Corpo forestale non faceva spendere un euro allo Stato, le cui casse erano anzi rimpinguat­e da multe e sanzioni e il cui patrimonio boschivo era tutelato da un servizio preposto e preparato a farlo. Che ora non c’è più.

Una legge sbagliata fatta in fretta e furia senza neppure aver preparato chi passava da una parte all’altra

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LaPresse Gianfranco Amendola
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