MACELLERIA CATALANA
BARCELLONA Furgone falcia turisti e residenti: 13 morti e 90 feriti. Catturati gli attentatori
Un van si lancia tra la folla nel cuore turistico della città. “Abbiamo visto corpi volare in aria”, raccontano i testimoni. Alla fine della corsa il mezzo ha provocato una strage. Centinaia di persone si rifugiano nei negozi. Uno dei responsabili sarebbe già stato noto alla polizia. In fuga per ore, vengono poi catturati. Rivendicazione Isis Si temono vittime italiane
Intorno alle 17 di ieri un furgoncino bianco si è lanciato a tutta velocità – tra gli 80 e i 100 chilometri l’ora - da Plaça Catalunya, all’altezza di Carrer Canuda, , fin sulla Rambla di Barcellona, 600 metri di terrore per le molte persone che passeggiavano sull’area centrale pedonalizzata, ignare del pericolo imminente, in un pomeriggio di mezza estate. “I corpi volavano in aria”, riferiscono testimoni.
Il bilancio provvisorio, stilato in serata, è di 13 morti, oltre a decine di feriti, almeno un’ottantina, di cui almeno 15 in gravi condizioni. Un’ora dopo l’attentato, i giornalisti sono stati allontanati dalle vicinanze del luogo dell’attentato e “ris os pi nt i” verso lo slargo tra Carrer de Pelai, Carrer Balmes e Carrer Bergara, a circa 800 metri dal mercato de la Boquería, dove si è conclusa la folle corsa degli attentatori. Con il passare delle ore, l’area offlimits è stata estesa a una grande porzione del centro tutt’attorno a Plaça Catalunya, alfine di facilitare le operazioni dei soccorritori, nonché dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, con le loro macchine e gli agenti in borghese della Guardia Civil.
IL BARdella piazzetta è uno degli ultimi a chiudere, i ragazzi e le ragazze che vi lavorano ritirano le sedie e i tavolini quatti quatti, cercando di non farsi notare. Poco più tardi, cominciano ad arrivare le lavoratrici e i lavoratori dei negozi di Plaça Catalunya, della Fnac, del Corte Inglés, che, dopo un’angosciante attesa, sono stati autorizzati ad andarsene a casa. Non hanno visto nulla, ma raccontano ancora spaventati di quando la polizia li ha costretti a chiudersi dentro con i clienti ed è sembrato un tempo interminabile. Ovunque, l’a n g oscia, tra i locali e i tanti turisti che provavano a riprendere il cammino verso l’albergo.
Sarebbero stati almeno tre gli attentatori armati di fucili. È subito circolata l’immagine di un sospetto, Driss Oukabir, originario di Marsiglia e residente a Ripoll, in provincia di Gerona, il quale si è poi presentato agli agenti, negando ogni addebito. Le autorità locali hanno poi riferito di due arresti. In serata è stata segnalata una sparatoria con la polizia a Sant Just Desvern, località nelle vicinanze di Barcellona, nella quale è rimasto ucciso un uomo, ma non è chiaro se la circostanza abbia legami con l’attentato. A Vic è stato poi ritrovato un secondo furgoncino sospetto, sul quale sono ancora in corso accertamenti.
Quel che è drammaticamente chiaro, nel susseguirsi delle informazioni e smentite, è la realtà di un attentato ter- roristico analogo a quelli che hanno recentemente insanguinato altre capitali europee, nella dinamica di veicolo in corsa lanciato su cittadini inermi, difficile da prevenire anche quando il livello di allerta è al livello 4, appena inferiore di un gradino a quello massimo.
Sembra che la Cia avesse preallertato la polizia catalana alcuni mesi fa del rischio di un possibile attacco nella città catalana, ma si è forse trattato di un allarme non dissimile da quello destinato ad altre destinazioni del turismo di massa.
IL PRESIDENTE della Generalitat Carles Puigdemont ha det- to che “La Catalogna è una terra di pace e di accoglienza”. “Barcellona una città di pace, democratica, coraggiosa e aperta al mondo. I vigliacchi che hanno perpetrato questo eccidio non vinceranno”, ha ammonito Ada Colau, la sindaca, raccogliendo anche l’abbraccio dei vertici iberici. “Tutta la Spagna è Barcellona”, il messaggio inviato da Mariano Rajoy.
L’attesa è ora per l’identità delle vittime. Fino a ieri non è stata accertata la presenza di italiani, ma la Farnesina “non lo esclude”. E intanto, puntuale, è arrivata la rivendicazione, attribuita all’Isis.
600 metri di paura
Il mezzo ha ucciso almeno 13 persone; in ospedale 90 feriti Rivendicazione dell’Isis