L’estate degli esibizionisti
Dalle sagre agli yacht, fino ai Fori Imperiali: quelli che “Io Porn”
Parto col dire che quest’estete mi sento molto out. Io e il mio fidanzato non ci siamo ancora accoppiati sul ponte di un vaporetto, sulle gradinate di un circo equestre, nel cesto dei cd in offerta dell’autogrill Selva candida. Nulla. Neppure una pacca sul sedere durante la fila in gelateria.
È chiaro che non siamo allineati con la tendenza del momento, che è quella di calarsi le mutande e darci dentro dove capita, incuranti del fatto che poco più in là ci sia un bambino che gioca a Yu-gi-oh o Costanza Miriano che presenta il suo nuovo libro: “Sii sottomessa, annuisci, obbedisci e passa il Fabuloso alla lavanda sui pavimenti con la lingua, così con la lingua non ti viene voglia di farci altro, zozza!”. La lista di quelli che quest’estate non hanno resistito alla tentazione di accoppiarsi come randagi alla sagra del paese è lunga e variegata.
Beccati dietro un albero: ammiratori in fila
Ci sono i due che l’hanno fatto dietro ad un albero, a bordo strada, nei pressi di Rho e hanno creato un incolonnamento di auto che neppure il controesodo il 25 agosto. I due ostentatori sono stati multati e non solo: lei, romena, ha ricevuto l’invito ad allontanarsi dall'Italia, che poi è il primo caso di espulsione repentina di uno straniero dal paese. Se ci infilano le mani in tasca restano qui, se ce le infilano nelle mutande, subito foglio di via.
A Venezia poi, è successo di tutto, soprattutto su Canal Grande, su cui ormai si producono più video porno che in Ungheria. Prima è stato il turno di un uomo e una donna, che almeno hanno reso chiaro il perché Ponte dei sospiri si chiami così. Poi di due ragazzi svizzeri, i quali con la loro proverbiale puntualità hanno raggiunto l’acme un se c o n d o pr i m a dell’arrivo delle forze del l’ordine, per cui hanno negato con forza di aver consumato un atto sessuale. “Venezia è bella ma non ci tromberei”, ripetevano i due gnorri.
Di sicuro, è chiaro che per la città sulla laguna si è trovata la tanto necessaria formula per l’ingresso a numero chiuso: basta proibirlo ai minorenni. In Liguria invece c’è il picco dello scambismo, naturalmente all’ar i a aperta e soprattutto nelle zone di Varigotti e Varazze. In questo caso, inutile cercare risvolti sociologici alla faccenda. Gli uomini liguri, pur di risparmiare, preferiscono il caro vecchio baratto (delle mogli) al sesso a pagamento.
Clamoroso poi il caso del trio beccato su uno yacht al largo di Amalfi. Lei in mezzo, come il prosciutto, e due tizi addosso come fette di pane salato, naturalmente ripresi da qualcuno col solito cellulare. E come dimenticare il tizio aitante che possedeva con una certa veemenza una ragazza davanti ai Fori Imperiali, roba che io al posto della sindaca Virginia Raggi l’avrei fatti subito assessore, visto che è parso l’unico che è riuscito a far funzionare qualcosa, e anche piuttosto bene, a Roma. Ma c’è stata anche la coppia che s’è messa a fare sesso orale in piazza a Napoli o i due nel retro del locale o quelli sul lettino in spiaggia e così via, in un tripudio di infoiamenti pubblici da far impallidire Villa Certosa ai tempi degli harem bucolici tra cactus e oleandri.
Il porno virtuale non tira più come prima
In tanti hanno provato a capire il perché di questa tendenza. (che comunque oggi è più facile documentare grazie alla massiccia presenza di cellulari in mano ai passanti, diciamolo). Io credo sia una questione di buco di serratura che non esiste più, e se esiste, qualcuno c’ha infilato del chewing-gum dentro. Il porno virtuale è a portata di mano come la bottiglia d’acqua e il posacenere. Siamo le prime generazioni a poterci togliere ogni curiosità sessuale ci prenda al momento. Possiamo vedere, dietro a un monitor, il sesso tra uomini, donne, anziani, razze diverse, gruppi variegati. Possiamo vederlo con varianti sadomaso, naïf, ludiche, disgustose, romantiche e raccapriccianti. Possiamo sapere quello che i nostri genitori non sapevano, vedere cose che non faremo mai, avere risposte a domande che ci saremmo vergognati di fare.
Le fantasie ridotte a deserto
Abbiamo visto Kim Kardashian e Belen in camera da letto, abbiamo visto la nostra fidanzata o una sconosciuta nude su Skype, ci siamo masturbati su idee, immagini, stimoli, link, banner, video e perfino note vocali, siamo costantemente tentati da algoritmi che conoscono i no- stri gusti sessuali meglio dei nostri partner.
Non esiste più buco della serratura perché la serratura è stata scardinata con l'ascia della pornografia 2.0 e abbiamo finito tutte le fantasie possibili. Il virtuale è stato bello che prosciugato dalla nostra sete di sesso come il lago d’Aral. Certo, continuiamo a cercarlo e a sperare che Youporn inventi nuove categorie, ma la verità è che ora l’asse della cuoriosità si sta spostando.
Le trasgressioni, si sa, sono la risposta ai tabù, ai paletti, alle costrizioni, alle fobie, alla linea piatta del quotidiano. Gli italiani rispondono al loro complesso d’Edipo cercando “M il f” su YouPorn, i giapponesi alla loro mania compulsiva per
C’È CHI LO HA FATTO A VENEZIA SUL PONTE DEI SOSPIRI CHIARENDO PERCHÈ SI CHIAMI COSÌ, CHI AI FORI
IMPERIALI E HA FUNZIONATO (RARO FAR FUNZIONARE QUALCOSA A ROMA...)
l’igiene annusando mutande usate, i grandi dominatori nella vita a letto vogliono essere dominati e via dicendo.
Ho visto abbastanza, ora voglio farmi vedere
La risposta all’eccesso di offerta virtuale, perciò, non può essere che una nuova domanda: non voglio più vedere. Ho visto abbastanza. Voglio farmi vedere. E non voglio più farmi vedere dietro a un monitor, mi sono fatto vedere abbastanza. ma nella realtà e nei luoghi più “instagrammati” del mondo. Venezia, Roma, Amalfi, Napoli, le spiagge, le barche, i monumenti.
È il sesso che, in una sorta di slancio di sopravvivenza, si riappropria della sua dimensione reale senza abbando- nare il voyeurismo del virtuale e lo sfondo da 1.000 like. È uno strano ibrido, questo nuovo esibizionismo. Un po’ vero e un po’ no. È quel tizio che si accoppia con la fidanzata sul #CanalGrande e mentre ansima fa ciao-ciao con la manina ai curiosi che guardano. Perché è lì, lo puoi toccare, ma tra cinque minuti potrai anche vederlo su YouTube. E lui lo sa, sa che ogni colpo sono 10.000 like.
È il sesso digitale che diventa “digi-reale”. Abbiamo abolito il buco della serratura e ora il sesso, delle vecchie chiavi, non sa che farsene. Ne inventerà delle nuove e delle nuove ancora, finché forse, un giorno, annoiati da tutto, torneremo alla missionaria nelle lenzuola di lino.