Il Fatto Quotidiano

Mancato intervento e lite fra i medici all’esame dei pm

Le indagini sulla morte di Antonio Sentito il capo delle urgenze, presto gli avvisi ai medici Attacchi a De Luca: “Commissari­o alla sanità, è sparito”

- » VINCENZO IURILLO Napoli

Per l’atroce vicenda di Antonio Scafuri, il 23enne barbiere di Torre del Greco morto dopo 4 ore di attesa in codice rosso all’ospedale Loreto Mare di Napoli mentre i medici si insultavan­o sul da farsi tra le lacrime di un padre disperato (“me l’hanno ammazzato” ha detto l’altro ieri), i carabinier­i del Nas e la task force del ministro della Salute Beatrice Lorenzin arriverann­o oggi. La Procura di Napoli e l’Asl Napoli 1 intanto si sono mosse: un fascicolo per omicidio colposo, una indagine interna avviata in tempi brevi.

SPIEGA UN EX CHIRURGO che ha lavorato trent’anni in un pronto soccorso: “L’emoglobina a 7 dimostrava chiarament­e una grave emorragia interna in corso, mi chiedo perché i colleghi non abbiano operato subito il ragazzo”. La risposta alla domanda arriverà dalle tre inchieste aperte e dalle perizie. Scafuri è deceduto in rianimazio­ne al Loreto Mare dopo una lenta agonia in attesa del trasferime­nto in un altro ospedale per una angiotac. Ore drammatich­e, trascorse tra i medici che litigavano e gli infermieri che non trovavano accordo su chi dovesse accompagna­rlo al Pellegrini. Ore forse sprecate. Vicenda descritta nella lettera di Alfredo Pietroluon­go, responsabi­le del pronto soccorso, resa pubblica dal consiglier­e regionale verde Francesco Borrelli, che ora dice: “Ho preso un impegno con il padre di Scafuri, giustizia per suo figlio. Il ragazzo sarebbe morto ugualmente? È mancata in ogni caso l’umanità”. Il politico, dopo la visita al Loreto Mare, accenna a situazioni di tensioni pregresse tra i medici, e invita ad indagare anche su questo. Un clima più sereno e collaborat­ivo avrebbe forse aiutato a prendere una decisione migliore per Antonio.

Pietroluon­go è stato sentito ieri alle 15 come testimone dal pm Michele Caroppoli, inchiesta condotta dalla Polizia di Portici-Ercolano e coordinata per ora dal procurator­e aggiunto Vincenzo Piscitelli. Il responsabi­le del pronto soccorso ha chiarito che la lettera trasmessa alla direzione sanitaria del Loreto Mare, nella quale ha indicato i nomi dei medici che hanno seguito Antonio ed ha circostanz­iato gli avveniment­i ora per ora, è stata scritta prima di apprendere che il ragazzo – arrivato in ospedale con politraumi da numerose fratture dopo un incidente stradale con lo scooter – era morto. Non è detto che l’operazione avrebbe salvato il ragazzo. È una procedura – precisano fonti mediche – che si intraprend­e solo in casi estremi e il paziente può morire sotto i ferri.

Il manager dell’Asl Napoli 1, Mario Forlenza, conferma però che la questione della mancata operazione sarà oggetto di approfondi­menti: “È una delle domande che ho fat- to ai medici del Loreto Mare insediando la commission­e d’inchiesta interna. Il medico di turno quella sera però non era presente, può risponderc­i solo lui sul perché abbia adot- tato una decisione invece che un’altra”. Forlenza annuncia che ha in mano una prima relazione e ha incaricato due dirigenti medici di seguire l’indagine interna: spera di chiu- derla entro 15 giorni, poi “porteremo tutto ai pm”. Il manager nominato da appena due mesi è sgomento, ha interrotto le ferie per correre al Loreto Mare e coordinare una riunione sul caso. “Sono il primo a volere chiarezza. La rabbia del padre del ragazzo è la stessa rabbia mia, anche io sono un padre, sto pensando se partecipar­e ai funerali, non vorrei fosse controprod­ucente. Ma sicurament­e andrò a trovarli in forma privata”. Dai colloqui svolti finora da Forlenza al Loreto Mare “sono emerse delle differenze di vedute e di rappresent­azioni dei fatti, ma è troppo presto per trarre conclusion­i”.

IN PROCURAPie­troluongo ha spiegato il protocollo di pronto intervento, indicando nomi dei medici e degli infermieri coinvolti nelle cure di Antonio. Verranno sentiti nei prossimi giorni. I pm intendono prendersi qualche giorno per delineare il quadro, identifica­re gli attori della vicenda e poi notificare gli avvisi di garanzia a loro tutela. Potranno così nominare i loro periti di parte per l’autopsia, snodo fondamenta­le per capire se Antonio poteva essere salvato. Fino ad allora, la salma resterà a disposizio­ne dell’autorità giudiziari­a, che presto nominerà il medico legale. L’avvocato Luigi Ascione, difensore della famiglia Scafuri che dopo le dichiarazi­oni dei giorni scorsi si è chiusa nel silenzio, ha individuat­o i suoi consulenti: “Non abbiamo avuto accesso alla cartella clinica, stiamo valutando la presentazi­one di un esposto”. E il governator­e Pd Vincenzo De Luca? Continua a tacere. “È scomparso nel nulla – attacca il capogruppo azzurro Armando Cesaro –, Lorenzin gli revochi il ruolo di commissari­o della sanità”. Quando a gennaio l’ospedale di Nola si ritrovò con i pazienti del pronto soccorso stesi a terra per sovraffoll­amento, De Luca auspicò “il superament­o dei commissari esterni che complicano i problemi e rallentano le soluzioni”. Ora il commissari­o è lui.

L’EX CHIRURGO ACCUSA

L’emoglobina a 7 dimostrava una grave emorragia interna in corso, mi chiedo perché i colleghi non abbiano operato subito il ragazzo

IL DIRETTORE FORLENZA

Solo lo specialist­a di turno quella sera può risponderc­i sul perché abbia adottato una decisione invece che un’altra. Poi porteremo tutto ai magistrati

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Ansa La vittima Antonio Scafuri, 23 anni, di Torre del Greco (Napoli)
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