Il Papa rilancia lo Ius soli, ma la legge è ferma
La polemica Salvini lo attacca: “Lo faccia in Vaticano”. Il Pd difende il Pontefice, ma da due anni non riesce a votare il testo
Nel
l’inerzia del dibattito politico di fine agosto ci pensa Papa Francesco a riaccendere la disputa sullo Ius soli. In un’anticipazione di un messaggio del Pontefice per la giornata del Migrante (si terrà il prossimo 14 gennaio), si legge che la “nazionalità va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita”. In questo modo, secondo Bergoglio, “l’apolidia in cui talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati può essere facilmente evitata attraverso una legislazione conforme ai principi del diritto internazionale”.
IL MESSAGGIO del Papa è di più ampio respiro rispetto alla disputa politica in corso da mesi in Italia, parla di “accogliere”, “integrare” e di “permessi di soggiorno umanitari”. Eppure tanto è bastato a riaccendere lo scontro sul provvedimento proposto dalla maggioranza - votato a fine 2015 alla Camera e da allora rimasto fermo in Senato - che prevede uno Ius soli temperato (chi nasce in Italia da cittadini stranieri ottiene la cittadinanza a determinate condizioni). Il centrodestra parte all’attacco. Il più duro, il segretario della Lega Matteo Salvini, replica nientemeno che al Papa: “Se lo vuole applicare nel suo Stato, il Vaticano, fac- cia pure. Ma da cattolico non penso che l’Italia possa accogliere e mantenere tutto il mondo”. Gli risponde addirittura con una citazione dei Vangeli: “A Dio quel che è di Dio, a Cesare quel che è di Cesare”. Mentre diversi esponenti di Forza Italia si limitano a ripetere che si tratta di una “legge sbagliata”.
Già nei giorni scorsi il premier Paolo Gentiloni, dal palco del Meeting di Rimini, era tornato a parlare della legge sostenendo che“garantire questa possibilità ai figli degli immigrati nati in Italia è una conquista di civiltà”. Un’uscita che ha incassato le critiche del centrodestra, che osteggia la maggiore facilità nel concedere la cittadinanza in associazione con i rischi legati all’immigrazione e al terrorismo, e l’accoglienza tiepida dello stesso Pd.
IN FONDO il provvedimento giace in Senato da quasi due anni proprio per le divisioni interne alla maggioranza. I numeri a Palazzo Madama sono risicati, vista la contrarietà al testo di Alternativa Popolare di Angelino Alfano. E la virata del Pd sui temi securitari complica ulteriormente il quadro. In questo scenario lo Ius soli rischia di non essere tra gli ultimi provvedimenti che il Parlamento riuscirà ad approvare nei pochi mesi rimasti prima della fine della legislatura. E anche ieri i Dem si sono limitati ad attaccare Salvini (“parole inaccettabili”) senza fornire alcuna certezza sull’approvazione della legge.