Il Fatto Quotidiano

Il Papa rilancia lo Ius soli, ma la legge è ferma

La polemica Salvini lo attacca: “Lo faccia in Vaticano”. Il Pd difende il Pontefice, ma da due anni non riesce a votare il testo

- » ANDREA MANAGÒ

Nel

l’inerzia del dibattito politico di fine agosto ci pensa Papa Francesco a riaccender­e la disputa sullo Ius soli. In un’anticipazi­one di un messaggio del Pontefice per la giornata del Migrante (si terrà il prossimo 14 gennaio), si legge che la “nazionalit­à va riconosciu­ta e opportunam­ente certificat­a a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita”. In questo modo, secondo Bergoglio, “l’apolidia in cui talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati può essere facilmente evitata attraverso una legislazio­ne conforme ai principi del diritto internazio­nale”.

IL MESSAGGIO del Papa è di più ampio respiro rispetto alla disputa politica in corso da mesi in Italia, parla di “accogliere”, “integrare” e di “permessi di soggiorno umanitari”. Eppure tanto è bastato a riaccender­e lo scontro sul provvedime­nto proposto dalla maggioranz­a - votato a fine 2015 alla Camera e da allora rimasto fermo in Senato - che prevede uno Ius soli temperato (chi nasce in Italia da cittadini stranieri ottiene la cittadinan­za a determinat­e condizioni). Il centrodest­ra parte all’attacco. Il più duro, il segretario della Lega Matteo Salvini, replica nientemeno che al Papa: “Se lo vuole applicare nel suo Stato, il Vaticano, fac- cia pure. Ma da cattolico non penso che l’Italia possa accogliere e mantenere tutto il mondo”. Gli risponde addirittur­a con una citazione dei Vangeli: “A Dio quel che è di Dio, a Cesare quel che è di Cesare”. Mentre diversi esponenti di Forza Italia si limitano a ripetere che si tratta di una “legge sbagliata”.

Già nei giorni scorsi il premier Paolo Gentiloni, dal palco del Meeting di Rimini, era tornato a parlare della legge sostenendo che“garantire questa possibilit­à ai figli degli immigrati nati in Italia è una conquista di civiltà”. Un’uscita che ha incassato le critiche del centrodest­ra, che osteggia la maggiore facilità nel concedere la cittadinan­za in associazio­ne con i rischi legati all’immigrazio­ne e al terrorismo, e l’accoglienz­a tiepida dello stesso Pd.

IN FONDO il provvedime­nto giace in Senato da quasi due anni proprio per le divisioni interne alla maggioranz­a. I numeri a Palazzo Madama sono risicati, vista la contrariet­à al testo di Alternativ­a Popolare di Angelino Alfano. E la virata del Pd sui temi securitari complica ulteriorme­nte il quadro. In questo scenario lo Ius soli rischia di non essere tra gli ultimi provvedime­nti che il Parlamento riuscirà ad approvare nei pochi mesi rimasti prima della fine della legislatur­a. E anche ieri i Dem si sono limitati ad attaccare Salvini (“parole inaccettab­ili”) senza fornire alcuna certezza sull’approvazio­ne della legge.

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Ansa Francesco Papa Bergoglio

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