Solo Gentiloni vede successi ad Amatrice
Il premier: “Risposta straordinaria”. Ma i numeri sono un vero disastro
Dall’alto
del cumulo di macerie che ancora accoglie i primi turisti ferragostani nel cratere del post-terremoto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ostenta soddisfazione e annuncia interventi di medio periodo sulla “governance” del carrozzone della ricostruzione mancata.
Via quindi, in vista delle elezioni, Vasco Errani, esponente ormai caduto in disgrazia dell’ ex sinistra Pd, che non verrà riconfermato alla scadenza del 9 settembre e dentro un nuovo commissario più affine al governo e agli attuali assetti del partito Democratico. Secondo il disegno prospettato ieri da Gentiloni in conferenza stampa a palazzo Chigi, si dovranno trasferire per legge a Regioni e Comuni molti dei poteri oggi del commissario, mentre il governo si riserverà un mag- giore ruolo di coordinamento. Ma l’idea di affidare il compito a un sottosegretario poco esperto - si era fatto il nome di Maria Elena Boschi - viene osteggiata dai governatori. Tutto quindi sembra rinviato perlomeno alla Legge di Bilancio 2018.
A QUASI UN ANNOdalla prima delle terribili scosse che rasero al suolo i centri storici, spopolarono le campagne e danneggiarono migliaia di abitazioni e di edifici pubblici rendendoli inagibili tra Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria, le prime pietre della ricostruzione devono ancora prendere il posto degli edifici collassati. Tra i 9400 sfollati accolti l’estate scorsa solo negli alberghi lungo la costa adriatica e sul Lago Trasimeno, sono molto poche le famiglie che sono potute ritornare a vivere e lavorare nell’alta valle del Tronto e sui monti Sibillini, neppure al momento occupando una delle tante casette provvisorie ferme nei magazzini delle fabbriche e montate con esasperante lentezza. “Ad oggi la popolazione assistita è di 7.500 persone, tra moduli container, alberghi e strutture comunali”, conferma il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli.
DALLA NOTTEdel 24 agosto di un anno fa, e a nove mesi dalle scosse devastanti di fine ottobre, è stato rimosso solo l’8,57% delle macerie: sono circa 227.500 tonnellate sulle 2.657.000 stimate dalle quattro Regioni, denuncia Legambiente. Complessivamente, secondo l’organizzazione ambientalista, rimarrebbero da rimuovere oltre 2,4 milioni di tonnellate dovute per la stragrande maggioranza alla demolizione parziale e totale dei fabbricati, che permetterebbe di ridimensionare almeno “le zone rosse”. Sono macerie derivanti da edifici pubblici e privati pericolanti, la cui rimozione è propedeutica all’avvio della ricostruzione materiale e della rinascita delle comunità colpite. Macerie che bloccano, sostiene Legambiente, oltre 60 Comuni con le loro numerose frazioni. A fronte di questi numeri persino la scadenza prevista al 31 dicembre 2018, avvertono gli am bi en ta li st i, difficilmente potrà essere rispettata.
Nella conferenza stampa del governo, Gentiloni ammette i ritardi ma si giustifica con l’ec cezionalità degli eventi: “Possiamo dire di aver messo in campo un sistema di risposta, di risorse e di strumenti pubblici altrettanto eccezionale – ha detto il premier – il che non vuol dire che tutto sta marciando alla velocità necessaria, ma l’impianto messo in piedi funziona: siamo al lavoro per superare ritardi e strozzature che si presentano e che noi vogliamo su- per are”. Il premier ricorda che sul piatto della ricostruzione sono a disposizione “numerosi miliardi”. Per le sole zone delle Marche colpite dal sisma i finanziamenti ammontano a 1,1 miliardi di euro, sottolinea il governatore Luca Ceriscioli.
Le attività scolastiche nelle zone colpite “c ominceranno tutte regolarmente” ha assicurato il commissario uscente Errani in conferenza stampa, evidenziando imperturbabile: “Norme e stanziamenti ci sono come non è accaduto mai nei terremoti precedenti”. Insomma tutto è pronto per cominciare a spendere, peccato per lui che il suo tempo sia ormai finito.
Dopo-Errani Il commissario sarà sostituito da un uomo più vicino al governo Nel 2018 maggiori poteri alle Regioni