Il Fatto Quotidiano

“Rimpatriam­o i soldati” Ora Trump ne invia altri

Dietrofron­t del presidente dopo i propositi di ritiro. È la vittoria dei generali

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Mezza America stava ieri col naso in su, scrutando l’eclissi di sole. Ma avrebbe piuttosto dovuto guardare verso l’Afghanista­n. È lì che il presidente che prometteva di “portare a casa i ragazzi” s’appresta a mandarne 4.000 in più: glielo chiedono i generali, constatand­o per l’ennesima volta che le forze afghane non riescono a contrastar­e da sole i talebani.

Così, l’America di Trump s’affossa nel pantano d’un conflitto che dura da 16 anni, avviato da Bush jr e non chiuso da Obama.

Proprio ieri, un’altra esplosione ha preso di mira l’area delle ambasciate a Kabul, e i tabelani hanno conquistat­o il distretto di Khamad, nel Nord del Paese: il sesto distretto in un mese a cadere nelle mani dei ribelli, mentre le cifre di scontri e vittime non sono mai state così alte: in media, vengono uccisi ogni giorno una trentina di lealisti e una decina di civili; e i talebani controllan­o 48 delle circa 400 aree amministra­tive afghane.

NON SONO dati di fonti degli insorti. Li avalla il New York Times, contestual­izzando le decisioni che il presidente ha illustrato in un discorso alla Nazione – il primo, per lui – da Fort Myer, una base ad Arlington, in Virginia, alle 21.00 locali, le 03.00 italiane.

Inviando in Afghanista­n circa 3.800 uomini– non è chiaro se soldati o mercenari -, il presidente fa proprio un approccio di politica estera più tradiziona­le di quello promes- so in campagna elettorale, quando prevaleva la linea isolazioni­sta dell’ormai ex stratega Steve Bannon. Che è già in guerra contro i suoi nemici alla Casa Bianca, primo fra tutti il consiglier­e per la Sicurezza nazionale, generale McMaster.

Si sa che la coerenza non è una delle preoccupaz­ioni di Trump, che, nel 2013, su Twitter, polemico con Obama, auspicava un rapido ritiro degli Usa dall’Afghanista­n per non sprecare soldi.

Attualment­e Washington ha laggiù 8.400 uomini, su un contingent­e internazio­nale residuo di circa 13mila militari – gli italiani sono 900, con 148 mezzi terrestri e otto elicotteri, per un costo annuo di circa 295 milioni di euro. Le scelte del presidente toccano pure il Pakistan, le cui aree di confine sono santuari degli integralis­ti, e preludono a un innalza- mento dello scontro (e, quindi, di rischio): è certo che, in Congresso, vi saranno perplessit­à e resistenze.

A metà agosto, i talebani avevano inviato una lettera aperta a Trump, invitandol­o a ritirare dall’Afghanista­n tutte le truppe e prospettan­dogli “la fine d’una guerra ereditata”.

La decisione è maturata venerdì scorso, in una riunione a Camp David: “Giorno importante trascorso a Camp David con i nostri valenti generali e leader militari. Prese molte decisioni, compreso l’Afghanista­n”, aveva twittato lo stesso presidente. Fra i presenti il segretario di Stato Tillerson, il capo del Pentagono Mattis e il vicepresid­ente Pence.

LE DECISIONI sull’Afghanista­n maturano mentre i militari statuniten­si sono protagonis­ti su altri due scacchieri asiatici: in Corea del Sud, avviano manovre congiunte con gli alleati locali, le prime dopo il lancio a luglio di due missili balistici interconti­nentali nord-coreani. Le esercitazi­oni, chiamate Ulchi Freedom Guardian, dureranno fino al 31 agosto: sono per lo più simulazion­i al computer, ma hanno subito infiammato la retorica nordcorean­a. Pyongyang le considera una “sconsidera­ta” prova d’invasione, che potrebbe scatenare “una fase incontroll­abile di guerra nucleare”; Seul ne sottolinea il carattere difensivo.

Tra Singapore e lo Stretto di Malacca, un’unità antimissil­e della Marina Usa si è scontrata con una nave cisterna: almeno 10 marinai risultano dispersi; 5 sono i feriti. La USS John S. McCain, intitolata al padre del senatore McCain, ha subito grossi danni, nella collisione con la Alnic MC. È il secondo incidente nel giro di due mesi per una nave da guerra Usa nel Pacifico: a giugno, 7 marinai erano morti nell’urto tra laUSS Fitzgerald e una portaconta­iner al largo del Giappone.

Caos Asia

Nuovo incidente per una nave americana E intanto ripartono le esercitazi­oni con Seul

 ?? Reuters ?? Dal golf club Donald Trump, Rex Tillerson, l’ambasciatr­ice all’Onu Haley, il consiglier­e McMaster
Reuters Dal golf club Donald Trump, Rex Tillerson, l’ambasciatr­ice all’Onu Haley, il consiglier­e McMaster

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy