Il Fatto Quotidiano

Adesso anche i libici schifano i “neri”

La nave anti-migranti viene allontanat­a dalle autorità di Tripoli

- » LORENZO VENDEMIALE

La

spedizione ( in) gloriosa della Defend Europe, la “nave nera” anti-migranti, si è conclusa il 17 agosto. “Un successo politico, mediatico e di attivismo. Un successo indubitabi­le e totale”, il trionfale comunicato da parte dell’associazio­ne identitari­a. Ed in effetti l’equipaggio della C-Star, la sgangherat­a imbarcazio­ne battente bandiera del Djibouti che per oltre un mese si è aggirata per le acque del Mediterran­eo a caccia di Ong da intimorire, è riuscita in una vera e propria impresa: farsi cacciare persino dalla Guardia costiera libica, che proprio non brilla per trasparenz­a e umanità.

GIÀ, PERCHÉanco­ra una volta la realtà dei fatti sembra smentire la versione diffusa ai quattro venti dai portavoce di Defend Europe: per tutto agosto hanno continuato ad attribuirs­i i meriti di eventi dovuti a ben altre cause, sostenendo di essere “capaci di influenzar­e i governi e ottenere risultati concreti”, come lo svuotament­o delle acque dalle navi delle organizzaz­ioni non governativ­e.

In una delle sue ultime uscite in mare, infatti, l’associazio­ne aveva raccontato su Twitter di un presunto contatto con le autorità libiche, in cui la Guardia costiera avrebbe detto di avere “il loro stesso obiettivo”.“Vi offriamo la nostra collaboraz­ione”, la risposta degli identitari, entusiasti per aver visto finalmente riconosciu­ta la loro attività.

Le cose, però, a quanto pare sono andate un po’ diversamen­te, come rivelato da un audio inedito pubblicato da Famiglia Cri stia na e ripreso anche dall’ Huffington Post Uk (che è costato all’autore dell’inchiesta, il giornalist­a Andrea Palladino, anche una lettera di insulti e minacce da parte del comandante della nave e portavoce di Generazion­e Identitari­a, Gian Marco Concas). Il colloquio via radio c’è stato per davvero: ma gli ufficiali di Tripoli hanno sempliceme­nte intimato alla C-Star di andarsene. “Stiamo affrontand­o lo stesso problema, ma anche voi non potete stare qui nelle nostre acque”. Cacciati pure dalla Libia, insomma: per questo Defend Europe si è allontanat­a dalla Sar (la zona di soccorso creata da Tripoli) e ha concluso la sua missione.

NON CHE si tratti di una novità assoluta per gli identitari: nell’ultimo mese si sono abituati a figuracce internazio­nali di ogni genere, colleziona­ndo in poche settimane contestazi­oni, divieti di sbarco e arresti in ogni porto d’Europa.

Appena partita, intorno al 20 luglio, la nave si è dovuta fermare a lungo a Suez, in Egitto, perché sprovvista dei documenti obbligator­i per navigare in acque internazio­nali. Pochi giorni dopo a Famagosta, nell’isola di Cipro, l’armatore e vari membri dell’equipaggio sono stati fermati e indagati per la presenza a bordo di 9 cingalesi con documenti contraffat­ti: l’accusa - davvero paradossal­e per chi si propone di combattere la tratta dei migranti, era quella di traffico di essere umani. A Catania e a Tunisi la loro nave è stata accolta da proteste e manifestaz­ioni delle associazio­ni anti-razziste. Malta ha negato alla C-Star i rifornimen­ti d’acqua e i generi di prima necessità. Per concludere in bellezza: alla fine persino la Libia ha ripudiato gli identitari.

 ?? Reuters ?? In azione Attivisti di Defend Europe
Reuters In azione Attivisti di Defend Europe

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy