Il Fatto Quotidiano

“State attenti ai Terminator” Dai produttori no a robot-killer

- » ALESSANDRO CISILIN

“Una volta che il vaso di Pandora si apre, sarà difficile chiuderlo”. Non è il primo allarme lanciato sullo sviluppo dei robot-killer, su cui lavorano da tempo i settori della difesa di Stati Uniti, Russia e altre potenze militari, ma a intervenir­e stavolta sono addirittur­a i produttori. 116 protagonis­ti mondiali dell'industria dell'intelligen­za artificial­e di 26 diversi Paesi, al congresso internazio­nale del settore in corso a Melbourne, hanno invocato un bando globale sulle “armi letali autonome”.

“Porterebbe­ro le guerre su scale mai raggiunte prima, e in tempi più rapidi dell'umana comprensio­ne”, si legge nel testo firmato tra gli altri, dal celebre produttore di auto elettriche e tecnologie aerospazia­li Elon Musk. Lo scenario di possibili Te rm ina to r f uo ri controllo sarebbe imminente. Questione di “pochi anni, non decenni”, avvisarono già nel 2015 illustri scienziati, come Stephen Hawking. E anzi, almeno in parte, sono già in uso. Un prototipo, quantomeno “semi - auto mat ic o”, realizzato dalla sudcoreana Sa msung, sarebbe già dispiegato alla frontiera con la Corea del Nord.

L'appello dei 116 è rivolto all'Onu, anche perché un'apposita sessione indetta per questi giorni è stata ora misteriosa­mente rinviata. Il tema sfida il muro di gomma degli interessi bellici, e perfino Barack Obama, a fine mandato, fece esplicitam­ente spallucce (Trump non si è per ora espresso). Il rischio non è solo l'ennesima arma devastante che andrebbe prima o poi a finire nelle “mani sbagliate”, come in quelle dei terroristi. Il nodo, denunciato già cinque anni fa da Human Rights Watch, è che il robot scavalcher­ebbe qualsiasi responsabi­lità penale (per quel che resta delle tutele in tempi di guerra) o anche umano freno inibitorio, mentre fa strage. In altre parole, dicono, morirà forse qualche militare in meno, ma si ucciderann­o molti più civili.

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