“State attenti ai Terminator” Dai produttori no a robot-killer
“Una volta che il vaso di Pandora si apre, sarà difficile chiuderlo”. Non è il primo allarme lanciato sullo sviluppo dei robot-killer, su cui lavorano da tempo i settori della difesa di Stati Uniti, Russia e altre potenze militari, ma a intervenire stavolta sono addirittura i produttori. 116 protagonisti mondiali dell'industria dell'intelligenza artificiale di 26 diversi Paesi, al congresso internazionale del settore in corso a Melbourne, hanno invocato un bando globale sulle “armi letali autonome”.
“Porterebbero le guerre su scale mai raggiunte prima, e in tempi più rapidi dell'umana comprensione”, si legge nel testo firmato tra gli altri, dal celebre produttore di auto elettriche e tecnologie aerospaziali Elon Musk. Lo scenario di possibili Te rm ina to r f uo ri controllo sarebbe imminente. Questione di “pochi anni, non decenni”, avvisarono già nel 2015 illustri scienziati, come Stephen Hawking. E anzi, almeno in parte, sono già in uso. Un prototipo, quantomeno “semi - auto mat ic o”, realizzato dalla sudcoreana Sa msung, sarebbe già dispiegato alla frontiera con la Corea del Nord.
L'appello dei 116 è rivolto all'Onu, anche perché un'apposita sessione indetta per questi giorni è stata ora misteriosamente rinviata. Il tema sfida il muro di gomma degli interessi bellici, e perfino Barack Obama, a fine mandato, fece esplicitamente spallucce (Trump non si è per ora espresso). Il rischio non è solo l'ennesima arma devastante che andrebbe prima o poi a finire nelle “mani sbagliate”, come in quelle dei terroristi. Il nodo, denunciato già cinque anni fa da Human Rights Watch, è che il robot scavalcherebbe qualsiasi responsabilità penale (per quel che resta delle tutele in tempi di guerra) o anche umano freno inibitorio, mentre fa strage. In altre parole, dicono, morirà forse qualche militare in meno, ma si uccideranno molti più civili.