Brigitte Première Dame senza ufficio né stipendio
Marcia indietro su ruolo e compiti della signora Macron
Brigitte Macron ha ormai un ruolo ufficiale nella République. Al di là delle polemiche degli ultimi giorni, e dell’opposizione dei francesi alla creazione di uno statuto di première dame su modello di quello della first lady americana, l’Eliseo ha pubblicato ieri sul suo sito internet una charte de transparence sulle funzioni della moglie del presidente.
Il testo finale è ben diverso da quello annunciato in un primo tempo da Emmanuel Macron che già aveva avanzato l’idea in campagna elettorale.
Non ha infatti alcun valore giuridico e il ruolo di première dame continuerà a non essere inscritto nella Costituzione francese; attribuisce un incarico a Brigitte Macron per i prossimi cinque anni, è valido solo per lei e non impegna i futuri presidenti. È comunque la prima volta che un testo ufficiale in Francia delimita con chiarezza i contorni dell’azione del partner del capo dello Stato mettendo nero su bianco la sua missione.
SUI CONTENUTI, niente di troppo rivoluzionario. Si legge che il compito di Brigitte Macron è di “rappresentare la Francia” accanto al marito durante le ricezio- ni e le cerimonie ufficiali all’Eliseo e di accompagnarlo ai summit e alle riunioni internazionali come i partner degli altri capi di Stato e di governo. Che, proprio come avevano fatto prima di lei Danielle Mitterrand e Bernadette Chirac, anche Brigitte Macron sosterrà “manifestazioni a carattere umanitario, culturale e sociale”.
Si interesserà soprattutto di clima, salute, handicap, educazione, cultura, prote- zione dell’infanzia e parità uomo-donna. Proprio come Carla Bruni-Sarkozy e Valérie Trierweiler, prima compagna di François Hollande, disporrà di un piccolo staff a ll ’ Eliseo con almeno un consigliere speciale e un capo di cabinetto, di un segretariato per gestire le circa cento lettere che riceve ogni giorno e di agenti per la sua sicurezza.
Quanto ai costi, il capitolo più sensibile, sulla scia della battaglia per la moralizza- zione della vita pubblica e la promessa di “trasparenza” di Macron, viene ben sottolineato dall’Eliseo che per svolgere il suo incarico, madame Macron non riceverà alcuno stipendio e che non le sarà destinato alcun budget specifico.
“PER ESERCITARE le sue missioni – si legge – Brigitte Macron potrà appoggiarsi al cabinet della presidenza della Repubblica. I mezzi finanziari necessari all’ese rcizio di questa funzione – è scritto ancora - figurano nel budget della
Pr esid enza ”. Tutte le spese saranno sottoposte al vaglio della Corte dei Conti e Brigitte Macron sarà tenuta a pubblicare on line la sua agenda di impegni e fornire regolarmente un bilancio dell’attività svolta.
Il risultato finale è dunque diverso da quello che Emmanuel Macron aveva annunciato da giovane candidato all’Eliseo quando diceva di voler “mettere fine ad un’ipocrisia francese” definendo una volta per tutte per decreto il ruolo del partner del presidente, stabilendo quindi anche i costi della funzione.
Secondo i dati della Corte dei Conti per il 2014, ricordati ieri da L ibér ati on, le spese per la première dame si aggirano intorno ai 400 mila euro all’anno, cifra che pesa sul budget di 100 milioni annui dell’Eliseo. La sua proposta però non era piaciuta ai francesi da sempre opposti all’idea che la première dame, non eletta dal popolo a differenza del marito, dovesse svolgere un ruolo ufficiale e tanto meno avere un budget specifico a spese del contribuente. I più recenti sondaggi hanno confermato che la grande maggioranza di loro, fino a oltre il 70%, si oppone. E una petizione on line ha anche raccolto negli ultimi giorni più di 300 mila firme di persone che senza mezzi termini hanno dato parere contrario all’idea lanciata dal presidente.
Le polemiche
Il presidente voleva un budget per la moglie: petizione contraria con 300 mila firme