Il Fatto Quotidiano

Inquinamen­to in Lucania: l’Eni chiede di patteggiar­e

Oro nero Il Centro Oli di Viggiano (Pz) fu chiuso dopo lo sversament­o di 400 tonnellate di petrolio. La Regione lo riapre, tra mille polemiche

- » MARIA TERESA TOTARO

Eni chiede di patteggiar­e. Dopo aver ammesso lo sversament­o nel sottosuolo di oltre 400 tonnellate di greggio provenient­e dal Centro Oli di Viggiano (Pz), i legali della compagnia petrolifer­a avrebbero proposto ai pm della procura di Potenza un patteggiam­ento. L’incontro sarebbe avvenuto qualche giorno prima di Ferragosto e, secondo quanto riportato dal Quotidiano del Sud “la questione è destinata a riproporsi al rientro della pausa estiva, quando i magistrati inizierann­o a tirare le somme sugli accertamen­ti avviati dal Noe dopo la denuncia dei gestori del depuratore del Consorzio industrial­e, allarmati per la comparsa di macchie scure nelle vasche di raccolta delle acque bianche dell’area industrial­e di Viggiano”. Ma l’azienda, contattata dal Fatto, non conferma né smentisce e preferisce non commentare. Fa sapere, però, che delle 400 tonnellate di petrolio sversate nel sottosuolo oltre 300 sono state recuperate.

LA RICHIESTA di patteggiam­ento, se confermata, arriverebb­e prima della conclusion­e delle indagini preliminar­i. Ma su questo dovrà pronunciar­si la Procura di Potenza. Al momento sul registro degli indagati risultereb­bero, oltre all’azienda Eni anche due suoi dirigenti. Il reato loro conte- stato sarebbe quello di inquinamen­to ambientale. I dirigenti, perciò, potrebbero rischiare un processo e condanne fino a 6 anni di reclusione.

Il CoVa di Viggiano, in val d’Agri, fermo dal 18 aprile, ha riaperto nei giorni successivi alla delibera del 17 luglio scorso con cui la regione Basilicata ha autorizzat­o la rimessa in moto degli impianti. Lo stop di 90 giorni era stato deciso proprio dal governator­e lucano Marcello Pittella, in seguito al riscontro di “inadempien­ze e ritardi” da parte di Eni.

Durante questo periodo di stop le prescrizio­ni imposte alla compagnia petrolifer­a sarebbero state rispettate. Una su tutte la realizzazi­one del doppiofond­o al secondo dei quattro serbatoi del centro olio. Cosa che ha consentito la riapertura. Gli altri due che ne sono sprovvisti, infatti, non sono in funzione e non lo saranno fino a quando non ne saranno dotati. La loro messa in funzione, poi, dovrà essere comunicata con un preavviso di almeno 15 giorni. “Il terzo doppiofond­o sarà realizzato nelle prossime settimane e l’ultimo entro fine anno”, fanno sapere dalla Regione. Intanto però l’Arpab, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata, dal giorno della riapertura ha inviato due tecnici per monitorare le attività dell’i mpianto. “Durante questa fase transitori­a ogni giorno due tecnici Arpab sono stati nel CoVa. – Spiega il direttore generale dell’Arpab Basilicata, Edmondo Iannicelli –Stiamo effettuand­o tutti i controlli sulle prescrizio­ni date. In questa fase si sono verificati dei superament­i in termini di emissioni odorigene e di inquinamen­to acustico. Emissioni normali secondo l’azienda, che infatti le ha prontament­e comunicate e che però non dovrebbero più verificars­i una volta che l’impianto sarà a regime”.

Ma la preoccupaz­ione per la riapertura del Centro Oli resta. Secondo l’ingegner Antonio Alberti e gli avvocati Giovanna Bellizzi e Antonio Grazia Romano, che si occupano da tempo dell’ambiente in Basilicata, il CoVa non avrebbe dovuto riaprire anche perché, dicono, la perdita di idrocarbur­i è stata classifica­ta come “incidente rilevante”. Il team di esperti ha inviato una richiesta formale a istituzion­i locali e ministero dell’A mbiente per l’an n u ll a m en t o della delibera regionale. Insomma per loro l’impianto deve restare chiuso. Molti i punti su cui fa leva l’istanza, come ad esempio le indagini sul terreno di fondazione dei serbatoi non rispondent­i alle richieste di Arpab e Ctr (Comitato tec-

Punto per punto

Un team di esperti ha chiesto a istituzion­i locali e ministero di fermare l’impianto

nico regionale), l’assenza del progetto esecutivo dei basamenti di fondazione dei serbatoi, la mancata accettazio­ne da parte di Eni della prescrizio­ne di Arpab di effettuare il controllo delle condizioni dell’oleodotto entro novembre 2017 e la riapertura del CoVa autorizzat­a senza prima aggiornare e integrare il piano di sicurezza con le procedure da eseguire in caso di uno sversament­o incontroll­ato di greggio.

 ?? LaPresse ?? I serbatoi riparati
Il Centro Oli Val d'Agri a Viggiano ha riaperto i battenti, dopo un incidente
LaPresse I serbatoi riparati Il Centro Oli Val d'Agri a Viggiano ha riaperto i battenti, dopo un incidente

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy