Fca, la mossa cinese per montare sulla Jeep
Great Wall vorrebbe i Suv americani. Dubbi sulle risorse in campo. L’incognita Trump
Great Wall Motors, primo costruttore privato cinese, vuole riscrivere la storia d el l’auto. La ceo di Gwm, Wang Fengying ( la settima persona più ricca d’Asia secondo la rivista Fortune) ha confermato alla testata specializzata AutoMotive News l’interesse per Jeep, facendo schizzare le quotazioni del gruppo italo americano sia a piazza Affari sia a Wall Street. Il brand delle Sette Feritoie diventerebbe la testa di ponte della casa cinese per lo sbarco in Nord America.
In una nota Fca dice di “non essere stata approcciata da Great Wall Motors riguardo al brand Jeep o ad altre questioni relative al suo business”. Non solo: due delle sei righe del comunicato sono riservate al futuro: “Fca è pienamente impegnata nel per- seguire il suo piano 20142018, di cui ha raggiunto ogni obiettivo alla data odierna ed al cui completamento mancano solo 6 trimestri”. Appena qualche giorno fa, dopo la diffusione delle prime indiscrezioni di una possibile offerta cinese, Bmw aveva ufficializzato che Fca sarebbe stato il primo costruttore ad unirsi al progetto di sviluppo di una piattaforma tecnologica destinata alle auto a guida autonoma, assieme anche a Intel e Mobileye.
UN PORTAVOCE di GMW ha spiegato al Financial Times che il costruttore ha “sempre avuto l’interesse e l’intenzione di acquistare FCA”. Tanto che, almeno in passato, aveva perfino preso esageratamente spunto dalla Panda, rilanciata col nome Peri. Nel contenzioso legale, Fiat aveva ottenuto il blocco dell’export del modello copiato, che in Cina continua tuttavia a essere commercializzato. Malgrado sia anche il primo costruttore di suv e crossover in Cina, Great Wall Motors ha dimensioni “contenute”. Nel 2016 ha fatturato 12,7 miliardi di euro contro i 111 di Fca. Per capitalizzazione, tuttavia, Gmw ha raggiunto i 15 miliardi di euro, mentre il gruppo italo americano ha sfiorato i 16,5. Il costruttore ci- nese i cui azionisti di riferimento sono il miliardario Wei Jianjun (40%) e la municipalità di Baoding, dove si trova anche il quartier generale della società, ha commercializzato nel 2016 un quarto dei veicoli di Fca: quasi 1,1 milioni di auto contro i 4,9 di Fca. Gli analisti nutrono dubbi sulla capacità di finanziare un'acquisizione che sarebbe molto costosa: Adams Jonas, esperto di Morgan Stanley, ha valutato i titoli del gruppo e della singola Jeep arrivando alla conclusione che il valore del primo è di 27,1 miliardi di euro, quello del secondo addirittura di 28,3.
Che la dinasta Agnelli/Elkann possa cedere solo il marchio di punta e non il resto del gruppo sembra escluso. Anche perché il ceo Sergio Marchionne ha lavorato in questi anni proprio per sgravare la società dai debiti. A parte Ferrari, già separata da Fca, non rientrerebbero nell'operazio- ne nemmeno Alfa Romeo e Maserati.
PER IL MOMENTO si tratta di speculazioni, ma l'investimento dei cinesi di Geely su Volvo è stato importante. Anche per il brand svedese. Great Wall Motors, che in Italia ha a listino un pick-up ed un suv, evidentemente ritiene di essere in grado di procurarsi le risorse per finanziare l'operazione, grazie alla quale diventerebbe il primo costruttore cinese di insediarsi sul mercato americano, il più ricco come margini, ma anche di entrare in Europa. L’ìngresso dei cinesi nel marchio icona Usa potrebbe però non essere gradito al Presidente Trump. Con Jeep, l'obiettivo di diventare “il più grande produttore di suv al mondo” è realistico. L'eventuale acquisizione farebbe nascere il settimo gruppo mondiale (6 milioni di auto).
Il marchio Jeep vale da solo circa 28,3 miliardi di euro, contro i 27,1 miliardi di Fca
MORGAN STANLEY