Il Fatto Quotidiano

Uno su quattro salta le ferie: pochi soldi e piante a cui badare

- » ELISABETTA AMBROSI

Arrivano immancabil­i come i servizi sull’acqua da bere quando c’è afa: sono i rapporti sugli italiani che non vanno in vacanza, che quest’anno, ricorda Confeserce­nti, sarebbero il 26%. Su chi sia questo popolo – visto con un misto di pena e timore, quasi possa contagiarc­i con le sue ristrettez­ze – poco o nulla si sa. Certo, la prima causa per la quale non si parte sono i soldi: “Vivo a Roma in affitto, faccio l’insegnante, mia moglie la segretaria e abbiamo un figlio piccolo”, spiega Stefano. “Banalmente non ce la facciamo”.

FEDERICA è precaria da anni, anche se ha appena vinto la cattedra: “Ma da settembre. Finora, con il mio compagno senza un posto fisso, niente vacanze. Cerchiamo di uscire la sera, fare qualche gita. Per fortuna abbiamo un grande giardino per nostra figlia di 4 anni”. Anche Francesca, traduttric­e freelance, l’estate resta nella sua casa in una zona residenzia­le della capitale. Marito in mobilità, un adolescent­e che deve studiare perché rimandato e un “camper troppo vecchio per andare all’estero”. A stare peggio, comunque, sono i genitori single, specie le madri. Alessandra, terapista per bambini speciali, vive ad Ardea (“un comune in balia della mafia”), con uno dei due figli, ma il marito non le passa una lira di mantenimen­to. Lo stesso per Alessandra, di Como, un contratto non rinnovato e una vacanza a Dublino con i figli che salta all’ultimo.

In vacanza non ci va anche chi, di lavoro, ne ha troppo. Emanuela, ad esempio, fa l’avvocata e la direttrice di un asilo nido: “E poi io abito in Salento, quindi il mio asilo resta sempre aperto”.“Io non parto perché il mio lavoro non si ferma mai, anzi d’estate mi cercano di più”, racconta Enrico, traduttore. E poi ci sono quelli che un’occupazion­e l’hanno appena trovata, come Giulio, un contratto di tre mesi a Mediaset, o Agnese, che ha appena vinto un posto da assistente sociale a Modena.

Tantissimi restano perché hanno a casa qualcuno che non può restare solo: un genitore ammalato, un animale ma anche – vero! – un balcone pie- no di piante. Oppure nipoti da guardare, come Laura di Bergamo con una figlia medico sempre in ospedale. “Ho rinunciato alle mie vacanze per tenere i bambini. Ma è stato divertente, sono andata pure a Milano a giocare a bridge”.

C’È POI chi, come Serena, soffre di attacchi di panico. Chi deve fare una chemiotera­pia. Chi non trova nessuno con cui partire perché è single. E infine accade anche, specie in città di scarsa legalità, che la gente che ha ottenuto la casa popolare non se ne vada per la paura di ritrovarse­la occupata.

C’è il rischio poi di essere sopraffatt­i dalla vergogna sociale, ragion per cui molti si in- ventano false vacanze o postano foto finte sui social network. Eppure sono in tanti a rivendicar­e questa scelta alternativ­a, come Laura, insegnante di yoga. “Il viaggio oggi è turismo che inquina: non me la sento di c on tr i bu ir e ”. D’a lt r on de , neanche papa Francesco fa vacanze ( dal 1975) e anche quest’anno è rimasto a Roma a lavorare. Perché, appunto, c’è chi resta per convinzion­e e chi per sgradita necessità.

Miraggio vacanze C’è chi resta in città per scelta, il Papa ad esempio, e chi per sgradita necessità

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LaPresse Ultima spiaggia Una coppia prende il sole a bordo Darsena, a Milano

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