Forzisti da sbarco
Eniente, è più forte di me: da quando ho letto sul Corriere che “tanti parlamentari, immaginando Berlusconi in Sardegna, hanno affittato ville o barche in zona sperando in un invito a La Certosa”, non faccio che pensare a loro. E naturalmente a Lui che, cattivissimo come solo i nani sanno essere, detesta tutte le sue creature e, pur di non vedere mai più quell’orda di parassiti forforosi, sudaticci e alitosi, se ne sta asserragliato ad Arcore (dove nessuno lo fotografa e può evitare di montarsi ogni mattina quella calotta catramata che lui chiama capelli), con qualche puntatina a Merano per darsi una sgonfiata (dove ogni tanto si scorda il toupet sul comodino, accanto alla dentiera, e qualcuno lo selfa senza). Sono giorni che cerchiamo di dare nomi e volti a questa drammatica, abissale involuzione dell’homo sapiens; a questo estremo anello della catena darwiniana in retromarcia; a quest’infimo stadio di degradazione della specie umana; a quest’ultimo grado di abiezione della servitù volontaria che, al confronto, fa di Fantozzi un hombre vertical: il parlamentare-postulante da diporto, da riporto e da asporto, ma soprattutto da sbarco, che si rovina le vacanze e il conto in banca pur di incrociare le acque abitualmente solcate dal Padrone, nella speranza di un avvistamento, un abbordaggio, un invito a cena, anche soltanto un saluto con la manina, una barzellettina a distanza da ponte a ponte, un impieguccio servile che agevoli l’agognata ricandidatura. Quando si dice l’“emergenza sbarchi” dei “migranti economici”. Scene di sudditanza che avrebbero indotto persino Sordi e Villaggio alla resa.
In Una vita difficile, il segretario tuttofare Silvio Magnozzi ( Alberto Sordi) asseconda in tutto e per tutto il suo capo, il commendator Bracci (Claudio Gora); ma alla fine, quando quello lo umilia davanti a tutti spruzzandogli in faccia un intero sifone di seltz, si ribella e lo getta in piscina con un ceffone. Più confacente al tragico destino dei nostri parlamentari acquatici è Fantozzi contro tutti, dove il ragionier Ugo e Filini (“i miei cari poveracci, disgraziati, inferiori”) vengono democraticamente invitati dal Mega-Direttore Magistrale Marchese Duca-Conte Piermatteo Barambani Megalom a una crociera sul suo yacht nel ruolo di mozzi di bordo, fasciati in livree marinare con su scritto “Il Bracciante”. Ecco, lì i nostri aspiranti ricandidati – ove mai s’imbattessero nello yacht del Cainano, o anche solo di uno dei suoi numerosi famigliari - sarebbero perfetti. “Onorevole Bacherozzi, cazzi quella gomena!”. “Tiro al piattello! Senatore Pupazzi, mi dii lo score!”.