Il Fatto Quotidiano

La mia ultima notte con DEAN

Il sodalizio tra Jerry Lewis e Dean Martin durò 10 anni. È stato lo stesso Lewis a raccontare i motivi della loro separazion­e in “Dean & Me”. Pubblichia­mo uno stralcio del prologo, il racconto dei loro ultimi spettacoli insieme.

- » JERRY LEWIS

La gran parte del mondo là fuori non aveva alcuna idea della voragine che si era creata tra di noi, e noi continuava­mo a fare soldi come la Zecca di Stato. Ma era inevitabil­e: il tempo aveva fatto il suo corso. Nel più tranquillo e pratico dei modi, Dean e io decidemmo di uscire allo scoperto. La notte di martedì 24 luglio del 1956 – a dieci anni dalla nostra prima apparizion­e insieme al 500 Club di Skinny D’Amato ad Atlantic City – ci esibimmo nei nostri ultimi tre spettacoli, al Copacabana, sulla Sessantesi­ma Est a Manhattan. La serata acquisì in fretta l’imponenza di un grande evento. Del resto, in quell’ultimo decennio, Martin e Lewis avevano incantato l’America e il mondo. Eravamo stati amati, idolatrati, contesi. E adesso stavamo rompendo l’idillio. La lista delle celebrità invitate a questa serata delle serate non faceva che crescere. A circa mezz’ora dall’inizio dello show Dean e io non avevamo molto da dirci. Sarebbe stata una nottatacci­a, ma sapevamo entrambi che non potevamo permetterc­i di essere sciatti o poco profession­ali. Per cui avevamo in mente di divertirci, se possibile, e di fare il miglior spettacolo che ci riuscisse.

VERSO LE 19.35 attraversa­i il corridoio diretto alla suite del mio partner solo per dirgli che mi serviva del ghiaccio. Dean aveva sempre del ghiaccio. Andai verso il bar e me ne versai un po’nel bicchiere. Lui mi guardò consapevol­e: provava quello che provavo io e non c’era granché da spiegare. Arrivai fino alla porta e quindi gracchiai: “Buono spettacolo, Paul” (Paul era il suo secondo nome, e io lo chiamavo sempre così). E lui: “Anche a te, ragazzo”. Uscii in corridoio e pensai che mi si sarebbe spezzato il cuore. Stavo perdendo il mio migliore amico e non sapevo perché. E anche se lo avessi saputo, che differenza avrebbe fatto? Col senno di poi penso che visto che doveva accadere, quantomeno accadde in fretta. Mariti e mogli ci met-

Avevamo incantato l’America e il mondo Eravamo stati amati, idolatrati, contesi E stavamo rompendo l’idillio

A sipario chiuso ci furono urla, lacrime, applausi Sembrava la notte di Capodanno, anche se era ancora luglio

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