Psicosi da uova, 92 mila sequestri e caos in Europa
Chiusi 2 allevamenti, 8 casi di Fipronil. Pasta a rischio?
■ Controlli delle Asl e dei carabinieri del Nas per individuare quelle contaminate dal pesticida usato in Olanda. Bloccate due aziende ad Ancona e Viterbo, i titolari denunciati alla magistratura
Le uova contaminate sono anche in Italia. Le Asl e i Nas (Nuclei antisofisticazione dei Carabinieri) stanno facendo controlli a tappeto: si verificano allevamenti, centri d’imballaggio, aziende alimentari e supermercati. Risultato, una montagna di uova sequestrate, ma per ora i casi di contaminazione sembrano essere pochi. L’allarme per le uova al Fipronil, l’ormai famigerato insetticida usato in veterinaria contro i parassiti, ma tossico per l’uomo, partito a inizio agosto da Germania e Olanda sta producendo una mobilitazione sanitaria che non risparmia alcun anello della catena di produzione e distribuzione.
IL MINISTEROdella Salute, che aveva dato il via agli accertamenti già dall’11 agosto, ha comunicato che il numero dei controlli per verificare la presenza dell’insetticida in uova, prodotti a base di uova e alimenti che li contengono, ieri ha raggiunto quota 363. Su questi, 124 analisi erano terminate e i campioni risultati positivi erano otto. Si tratta di cinque in uova nei centri di imballaggio, due relativi a prodotti a base di uova e uno relativo a “prodotti di trasformazione”, omelette contaminate trovate dai Nas. Ora si cerca di capire se la provenienza delle uova sia nazionale o estera e quale sia la fonte della contaminazione. Contemporaneamente, vengono eseguiti i campionamenti ambientali per scoprire le cause della contaminazione, che riguardano – oltre le uova in guscio – pelle, grasso, mangimi, acqua di abbeveraggio e terreni.
A due allevamenti i Nas ieri hanno messo i sigilli. Ad Ancona sono state sequestrate seimila uova e chiuso a un allevamento da 12mila galline; a Viterbo sono state sequestrate 53mila uova destinate a alimentazione umana e 32mila uova destinate all’alimentazione animale. I titolari degli allevamenti sono stati denunciati alla magistratura. In una conferenza stampa ieri mattina il comandante dei Nas, Adelmo Lusi, ha informato che in tutto i denunciati nel corso delle verifiche sono sei, compresi i titolari delle due aziende di Ancona e Viterbo.
I CONSUMATORI per ora non sembrano essersi fatti prendere dalla psicosi dell’uovo al Fi- pronil. “Da noi non si è registrato un particolare calo delle vendite”, spiegano all’Esselunga, una delle maggiori catene di distribuzione italiane. A ridimensionare l’allarme ieri ci ha pensato il farmacologo Silvio Garattini (sopra), fondatore dell’istituto di ricerche Mario Negri di Milano: “È un rischio basso, per il quale non serve fare drammi – ha detto –, ma sarebbe importante avere altri dati, per capire come la somma di sostanze differenti possa essere dannosa”.
Alain Masure, direttore del Centro studi della Federazione dell’agricoltura della Vallonia (Belgio) ieri ha spiegato all’Informatore agrario che “Quella delle uova al Fipronil è una truffa che ha colpito tutti, anche le piccole aziende e quelle del biologico”. Secondo l’esperto “si è parlato di responsabilità dell’agricoltura ‘industriale’ e delle multinazionali, fino a collegamenti arditi che associavano le uova contaminate alle gabbie in batteria. Ma è tutto falso”. Secondo Masure, all’origine del caso ci sarebbe il fatto che gli agricoltori hanno usato la sostanza nociva perché “hanno creduto a una soluzione spacciata da truffatori come ideale per assicurare risparmio economico ma anche taglio del numero dei trattamenti chimici per gli animali”.
Pochi pericoli
Silvio Garattini (Istituto Negri): “Non bisogna fare drammi, servono altri dati”