Il Fatto Quotidiano

Gianpi e le Olgettine di B.: scene di caccia al Colosseo

- » DANIELA RANIERI

Se come crediamo Berlusconi vincerà le prossime elezioni, da solo o in coalizione o per mezzo di qualche alambicco nazareno, il film di Paolo Sorrentino intitolato Loro, dal cui set ieri sono uscite le prime foto, sortirà un effetto iper-straniante. Quel che credevamo ormai consegnato al sabato sera della Repubblica e agli archivi del kitsch, del trash, e in definitiva della storia del circo italiano, tornerà sdoppiato, sullo schermo e nella realtà, col primo che, come sempre quando si tratta di B., arrancherà dietro alla seconda come Achille con la tartaruga.

LE FOTO dal set diffuse dall’ Ansa sono un’epigrafe promettent­e: ragazze acchittate in quella miseche ha superato ampiamente il sottile crinale tra l’essere provocanti ed esercitare la profession­e del meretricio, contemplan­o il Foro romano; e già qui rileviamo che la realtà era di gran lunga più ingegnosa, ricordando che B. faceva esplicita richiesta al fornitore Tarantini che le ragazze scaricate a carrettate a Palazzo Grazioli indossasse­ro tubini neri discreti e scarpe col tacco basso, neanche dovesse scritturar­le per condurre il pomeriggio di Canale 5.

È che quel che i semiologi chiamano d ét o ur ne m en t (spostament­o, deviazione), cioè il prendere i codici della catastrofe estetica che è stato il berlusconi­smo per usarli in chiave critica, con B. e il suo mondo non funziona. Perché questi sono stati già iper-reali, sono già passati attraverso la sua Tv che ne ha amplificat­o la potenza, e soprattutt­o perché proprio in quella catastrofe ha sempre risieduto la forza personale, politica, immaginifi­ca ed elettorale di B.

Non è un caso se da genio dell’immagine qual è, lui abbia accettato di buon grado di incontrare il regista mettendogl­i a disposizio­ne le sue case come location. Lui sa che la sua audience, educata nello sguardo e nel giudizio da 23 anni di videocrazi­a, non sarà in grado di cogliere lo “spostament­o” e si fermerà al primo livello dello “specifico filmico”: quello in cui B. è stato ed è talmente importante per la storia nazionale da meritare un film-biografia. Dunque da tornare a condurre i giochi di una politica a buon bisogno ridotta peggio di quando c’era lui. B. non ha paura del suo fantasma cinematogr­afico perché nessuna ricostruzi­one, verista o “spostata”, delle sue malefatte può raggiunger­e il vero. Niente sarà infamante o calunnioso, per uno che la cronaca nera la produceva. Così mentre Sorrentino racconta da par suo cosa è stato B., lui, imprendibi­le, è già avanti, e si fa fotografar­e in un prato mentre allatta agnellini, poi in un McDonald’s con lo sguardo alienato da sciantosa di Toulouse-Lautrec, poi al compleanno della Pascale, davanti a una torta della Disney che da sola, più della frode fiscale allo Stato, in un Paese civile gli sarebbe valsa la galera.

OVVIA MENTE tutti ci domandiamo se vedremo il bunga-bunga, o il suo simulacro caricaturi­zzato e grot- tesco (nel caso Loro avrà le stesse atmosfere de Il Divo): sarebbe come, finalmente, scassinare l’ultimo tabù e buttare giù la porta nella cui serratura lui ci ha costretto a guardare per anni, condividen­do il suo stesso voyeurismo (ma già fece luce a Un giorno in pretura il diario di Iris Berardi, minorenne nel 2008: “Le ragazze fanno un balletto attorno al palo, si spogliano e nelle chiappe hanno scritto abbiamo voglia di pisellone”). Origlierem­o ancora le telefonate alla D’Addario, quelle tra le ragazze su tariffari e regalie, quelle di Tarantino e Lavitola su colui che chiamavano “Nano maggiore”, “Quello là” e “Verme marcio”. Ma confidiamo che il sesso berlusconi­ano, invero tra le cose meno sessuali della storia della sessualità umana, non sarà il centro di Loro. Vedremo i personaggi secondari della pochade – Lele Mora, Emilio Fede, Nicole Minetti, Ruby Rubacuori, l’avvocato Ghedini (che coniò l’espression­e “utilizzato­re finale”), marionette di un Goldoni pecoreccio/poliziesco ambientato tra Arcore e Villa Certosa, un po’ la Villa Adriana del XXI secolo, col vulcano e il mausoleo. Speriamo non manchino i dettagli barocchi, i menu tricolore imposti alle olgettine, i gioiellini di marca Recarlo an ch’essi coi colori della bandiera (quando uno alla Patria ci tiene), tutto il Walhalla geriatrico-sanitario e para-carcerario dei servizi sociali, i due cancri sconfitti a reti unificate, lifting, prostatiti, uveiti, tendiniti, malori da comizio (“colpa della sinistra”), lanci di duomi in faccia con ostensione del volto insanguina­to, la sua Sindone mediatica. Se B. non vincerà, il film ci farà capire meglio chi è stato. Se vincerà, capiremo meglio chi sono gli italiani.

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Ansa Corsa imperiale Una scena del film girato ai Fori imperiali
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 ?? Ansa ?? Sul set Riccardo Scamarcio, alias Tarantini, è inseguito da un gruppo di ragazze. A sinistra, l’attore in pausa e, sotto, il regista Paolo Sorrentino
Ansa Sul set Riccardo Scamarcio, alias Tarantini, è inseguito da un gruppo di ragazze. A sinistra, l’attore in pausa e, sotto, il regista Paolo Sorrentino
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