Il Fatto Quotidiano

Io, scambiata per me stessa

Torno nella mia Madrid per incontrare i familiari Viaggio leggera, conosco la strada, mi precipito fuori, salgo sull’auto bianca e cambio lingua: in perfetto castiglian­o do l’indirizzo e cerco di sembrare una del luogo

- » CARMEN LLERA MORAVIA

Non frequento i luoghi del passato, non perché voglia rimuoverlo ma per mancanza di nostalgia. So vivere solo il presente, non so se questo sia un bene o un male, è così e basta. Da bambina mi disperavo perché il tempo della ricreazion­e era finito e non avendo una visione di futuro davanti a me c’era la noia infinita.

Non sono cambiata negli anni, anzi, sono peggiorata. Da bambina mi disperavo perché il tempo della ricreazion­e era finito e non avendo una visione di futuro davanti a me c’era la noia infinita.

Non frequento i luoghi del passato, non perché voglia rimuoverlo ma per mancanza di nostalgia. So vivere solo il presente, non so se questo sia un bene o un male, è così e basta.

Da bambina mi disperavo perché il tempo della ricreazion­e era finito e non avendo una visione di futuro davanti a me c’era la noia infinita.

Non sono cambiata negli anni, anzi, sono peggiorata.

ALLA DOMANDA “cosa fai quest’estate?” tremo, non rispondo. Non so mai cosa faccio, so bene quello che non faccio e non farò mai, una crociera, un viaggio in Cina, una vacanza al mare in agosto.

Le mie partenze le decido all’ultimo momento, so che diventa complicato per gli altri, non a caso vivo sola.

Essere sola è una scelta, il colmo del lusso!

“Déracinée” lo sono sempre stata ma negli ultimi giorni ho scoperto, leggendo il Viaggio in Italiadi Guido Piovene, che forse sono diventata romana... aiuto!

Scrive Piovene: “Il romano viaggia rimanendo fermo, le altre città sono un aspetto del mondo ma Roma lo comprende tutto. Staccare un romano da Roma è un’impresa quasi impossibil­e”.

Riconosco i sintomi, dopo una vita errante fatico ad allontanar­mi dal ghetto. Nel momento peggiore, solo gabbiani e spazzatura all’alba. Devastazio­ne.

Digression­i inutili, in realtà voglio raccontare il mio ultimo viaggio a Madrid, una volta l’anno torno tre giorni nel Paese dove sono nata e dove vivono ancora i miei fratelli.

In aereo finisco di rileggere La lingua salvata di Elias Canetti, uno dei miei libri preferiti. E pensando all’uso delle varie lingue degli ebrei “spagnoli” in Bulgaria arrivo a Barajas.

Viaggio leggera, conosco la strada, mi precipito fuori, salgo su un taxi bianco e cambio lingua: in perfetto castiglian­o do l’indirizzo e cerco di sembrare una del luogo.

La radio è accesa, notizie politiche e sportive, faccio qualche commento, il tassista si chiama Miguel, dialo- ghiamo in perfetta armonia, poi lui dice guardandom­i dallo specchiett­o: “Lo sa che parla bene lo spagnolo per essere straniera?”. Avrei dovuto rispondere offesa: “Ma io sono spagnola!”. Invece ho sussurrato: “Grazie”.

Ho pensato a mia madre, l’ultima volta che l’ho vista sembrava irritata e ripeteva: “Ieri in tv traducevi, tu credi di parlare spagnolo ma in realtà traduci...”. Aveva ragione.

Miguel sorridente mi ha chiesto se parlassi altre lingue... “Sì, certo”.

Poi, arrivati a un semaforo, si è fermato e sempre dallo specchiett­o mi ha detto: “Lei assomiglia a Carmen Llera”.

A questo punto, sollevata, avrei dovuto rispondere: “Sono io”.

Invece per chissà quale strano meccanismo mentale ho sorriso: “Davvero?”.

E MIGUEL ha cominciato a raccontarm­i la mia vita, giovane ragazza spagnola che aveva sposato negli anni 80 un grande scrittore italiano di cui non ricordava il nome, ma era famosissim­o e amico di Sophia Loren e...

Ascoltavo la sua versione.

“E oggi cosa fa Carmen?”, ho chiesto.

“Credo la scrittrice o la giornalist­a, è una donna molto misteriosa, ha avuto tanti amori... non è su Facebook o Instagram”.

La nostra corsa era finita, Miguel mi ha dato un biglietto con il numero di telefono, potevo chiamarlo per il ritorno.

Ho preferito non farlo.

Scambiata per me stessa ‘Sono io’, avrei dovuto rispondere a Miguel. Invece, per chissà quale strano meccanismo mentale, ho sorriso compiaciut­a: ‘Davvero?’

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 ?? LaPresse ?? Scrittori e dive Sopra, un taxista madrileno. A sinistra, Sophia Loren e Alberto Moravia, marito dell’autrice
LaPresse Scrittori e dive Sopra, un taxista madrileno. A sinistra, Sophia Loren e Alberto Moravia, marito dell’autrice

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