Crollo a Ischia: due piani abusivi su una cantina
I lavori risalgono alla fine degli anni 80. Per la parte alta dell’edificio risulta pendente una domanda di condono non evasa
In principio era di un piano. Costruita ad inizio ‘900. Come tante in quel quartiere ridotto a un cumulo di macerie. Una casa utilizzata come una delle prime attività di ‘affittacamere’dell’isola d’Ischia. Poi si sa come vanno le cose. Le eredità frazionano le proprietà. Le famiglie crescono e si moltiplicano. Le esigenze abitative aumentano. E così il fabbricato crollato in via Serrato a Casamicciola, dal cui piano più basso è stata tratta in salvo la famiglia di Alessandro e Alessia, e i loro tre bambini, si è innalzato di due piani di cemento armato.
I VICINI vanno a memoria e parlano di lavori tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90. Per l’ultimo piano sopraelevato pendeva una domanda di condono. Ci vivevano Gianni e la moglie. Ora sono disperati. Hanno perso tutto. La casa e gli oneri di concessione di un’istanza che non è stata evasa dagli uffici comunali ed è ancora aperta. La speranza di vivere in un’abitazione regolare ed urbanisticamente sanata è stata sepolta nelle macerie del crollo provocato da un terremoto di magnitudo 4.0, di quelli che al massimo dovrebbero far cadere i bicchieri dalle mensole. Al primo piano viveva Pasquale con la moglie e i figli. Era fuori al momento della scossa. Pasquale e Gianni sono parenti. Gli intrecci familiari persistono. “Hai voglia a dirgli: non costruite due, tre, cinque piani, perché qui è tutta zona sismica e un piccolo movimento butta il palazzo a terra. Lo dicevo tutti i giorni”, esclama Francesco al Tg 2: è un vicino di casa ed un parente di uno dei proprietari del fabbricato. “Al primo piano c’era una cantina antica e hanno costruito s o pr a ”, dice. “Il palazzo crollando ha buttato pure la casa mia a terra. È un guaio, ho la casa distrutta, la dobbiamo solo abbattere”.
Ida abitava a meno di venti metri in linea d’aria. E’ sfollata anche lei. “Quel fabbricato lo costruì la mia bisnonna. Poi è cresciuto. Ricordo che qualche vicino si arrabbiò, si temeva che quelle costruzioni potessero creare dei danni anche a loro”. E’andata proprio così. Il procuratore aggiunto di Napoli Giuseppe Borrelli ha fatto un sopralluogo nella zona rossa della Casamicciola alta di piazza Majo e dintorni e ha visto coi suoi occhi la qualità mista dei detriti provenienti dai solai di cemento: “E’ presto per dire se possono essere una causa del crollo. Le indagini mireranno a verificare la regolarità degli interventi compiuti nel tempo”.
BISOGNEREBBE acquisire la documentazione amministrativa delle licenze edilizie, delle istanze per i lavori eventualmente svolti e delle eventuali richieste di condono. Il Municipio di Casamicciola, però, è inagibile. “Ma non credo che questo rappresenterà una difficoltà. Faremo quello che dovremo fare”. Traduzione: andremo a prendere le carte, se necessario coi caschetti gialli in testa. Ma esiste un problema di abusivismo sull’isola d’Ischia? “E’ sotto gli occhi di tutti – taglia corto il procuratore – e non è necessario ricollegarlo al terremoto”.
Pm e carabinieri della compagnia di Ischia sono all ’ opera anche per ricostruire con esattezza il dedalo delle intestazioni delle unità immobiliari dell’edificio. Notizie che verranno inserite nel fascicolo dell’inchiesta. Sarebbe tutto riconducibile a un paio di famiglie. Cognomi noti a Casamicciola. Persone che lavorano.
BORRELLI ha nominato due ingegneri come consulenti tecnici. Hanno l’in c ar i co , per ora, di consentire la mes- sa in sicurezza dello stato dei luoghi dove si sono verificati i crolli. Per consentire successivamente gli accertamenti per stabilire le cause. Dell’avvio dell’inchiesta ha parlato il procuratore di Napoli Giovanni Melillo, che ha confermato che si stanno raccogliendo elementi per l’inchiesta con ipotesi di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. “Sono nel quadro ordinario delle valutazioni possibili in questo momento”, ha dichiarato ai microfoni di '6 su Radio 1.
INTANTO I 276 SFOLLATI di Casamicciola e Lacco Ameno si adattano tra parenti e alberghi. Non vanno nelle tende di soccorso allestite al campo sportivo in cima al monte Tabor, che sono ri- maste vuote. E i sindaci si ribellano all’immagine dell’isola capitale dell’a bu si vismo. “Le case sono crollate perché vecchie, non abusive, costruite un secolo fa”, ricorda il sindaco Enzo Ferrandino. Come quella di via Serrato a Casamicciola.