Il Fatto Quotidiano

Sul Fipronil in Europa siamo al tutti contro tutti

Il Belgio accusa l’Olanda per l’insetticid­a, ma non ritira i prodotti. Berlino invece sì

- » STEFANO FELTRI

Quello delle uova contaminat­e dall’inset ticida Fipronil sta diventando uno scandalo più politico che sanitario. La Commission­e europea per ora sembra impotente nell’offrire una strategia comunitari­a al problema: il commissari­o per la Salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukait­is ha convocato un vertice per il 26 settembre su come migliorare le cooperazio­ne tra Paesi, scadenza lontana e soluzioni lontanissi­me.

INTANTO LO SCONTRO tr a Belgio e Olanda continua: si è scoperto che già a novembre 2016 l’agenzia olandese per la sicurezza alimentare aveva avuto sospetti sull’uso illecito di Fipronil, salvo poi archiviare tutto. A maggio in Belgio un’azienda rileva la presenza di Fipronil: poiché l’Asca, l’agenzia sanitaria belga, identifica la provenienz­a di contaminaz­ione nell’Olanda, chiede informazio­ni. Ma le autorità olandesi ci mettono 52 giorni a rispondere.

Siccome in Belgio l’azienda Poultry Vision aveva iniziato a usare il prodotto contenente Fipronil contro gli acari da polli in gennaio, per almeno sei mesi sono circolate uova contaminat­e senza limiti. Pericolose? Chissà. Il Belgio dice di no e la sua agenzia Asca non ha disposto il ritiro di quelle in circolazio­ne, ma i tedeschi la pensano diversamen­te e accusano i belgi di non aver evitato la diffusione delle uova contaminat­e. In Germania la soglia di pericolosi­tà del Fipronil è 0,72 mg/kg e i belgi hanno rilevato contaminaz­ioni tra 0,0031 e 1,2 mg/kg.

Le uova sono diventate parte della campagna elettorale in Germania: il governo federale di Berlino ha parlato di 10 milioni di uova contaminat­e arrivate dall’Olanda, ma secondo le analisi del ministero dell’Agricoltur­a della Bassa Sassonia sono in realtà 28 milioni (e almeno quelle nel Länder sarebbero state tutte tolte dal commercio). Il governo ha volutament­e sottostima­to il problema?

Anche in Francia Emmanuel Macron si prepara ad affrontare una situazione simile: il ministero dell’Agricoltur­a ha aggiornato la lista dei 22 prodotti ritirati dal merca- to perché contenenti tracce di Fipronil superiori alla soglia massima (che in Francia è ancora diversa, 0,005 mg/kg, che è anche lo standard ufficiale europeo). E tra i prodotti ci sono anche quattro marchi di pasta.

LE MISURE di prevenzion­e si estendono quindi a parti avanzate della filiera produttiva, mentre in altri Paesi re- stano al livello di materia prima o semilavora­ti. Approccio opposto in Gran Bretagna: la Food Standard Agency spiega che non ci sono veri rischi nel consumo di uova, solo lo 0,0001% di quelle importate dovrebbe essere contaminat­o. Per scrupolo meglio evitare i 14 prodotti nella apposita lista, ma comunque sono già quasi tutti oltre la data di scadenza e, visto che le importazio­ni di uova sospette sono state bloccate, non c’è da temere molto.

Il caso delle uova al Fipronil riguarda ormai 17 Paesi europei, in ognuno la reazione è diversa. E anche la percezione del pericolo per i consumator­i.

Ognuno per sé

La Commission­e Ue è muta, Parigi e Londra aggiornano la lista dei merci “a rischio”

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Ansa Ue Vytenis Andriukait­is

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