Vitalizi, Zanda fa finta di criticare Sposetti: “Il ddl sarà discusso”
▶IL DDL RICHETTI,
quello a prima firma del deputato renziano, che si propone di ricalcolare i vitalizi parlamentari sulla base del metodo contributivo applicato ai “comuni” lavoratori, è destinato a non uscire mai dalle aule parlamentari. Fino a un paio di giorni fa era una certezza senza nome, poi Ugo Sposetti - senatore Pd e ultimo tesoriere dei furono Ds - ha almeno avuto il merito di dire ad alta voce quel che pensava: “Organizzerò io la rivolta contro il ddl Richetti: a settembre fermeremo i tagli”. Ieri, sulla questione, è intervenuto il capogruppo di Sposetti a Palazzo Madama, cioè Luigi Zanda, apparentemente per sconfessare la linea del collega: “Certamente i tagli ai vitalizi saranno calendarizzati alla ripresa, non c'è alcuna intenzione di insabbiare il testo, ma di esaminarlo a fondo a partire dai profili di costituzionalità”. E il buon Sposetti non se l’è
tenuta: “Con questa legge viene lesa la dignità del Parlamento”, ha ribadito ieri forse equivocando le intenzioni di Zanda, il quale punta anche lui ad affossare la legge, ma alla chetichella, senza fare drammi o proclami.
Spiegazione. Il capogruppo Pd in Senato è convinto (e con qualche ragione, se non fosse per la sempre invocata “autodichia” del Parlamento, cioè la sua in caso di controversie interne) che il ricalcolo retroattivo degli assegni sia incostituzionale: la sua linea, dunque, è emendare la legge uscita dalla Camera per renderla conforme alla Carta.
Tradotto: il ddl Richetti, una volta esaminato “con attenzione” dal Senato e modificato rispetto a quello arrivato da Montecitorio (cioè depurato della maggior parte dei tagli agli assegni in essere), potrebbe persino essere approvato da Palazzo Madama tra novembre e dicembre, ma dovrà a quel punto tornare alla Camera in un momento in cui la legislatura è sostanzialmente finita e tutti sono in giro a fare campagna elettorale o a implorare di ottenere un posto in lista. Ovviamente il Movimento 5 Stelle e la Lega, i partiti che più spingono per l’approvazione della legge, hanno già messo nel mirino “l’ipocrita” Zanda, parola che nessuno potrebbe utilizzare per Ugo Sposetti.