Il Fatto Quotidiano

Il Sinodo valdese apre su eutanasia e coppie gay

In Piemonte Al vaglio delle commission­i e delle comunità i documenti sul suicidio assistito e le “nuove famiglie”

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

Un’apertura

all’eutanasia e al suicidio assistito. Un’apertura che forse non diventerà la norma, ma che lascerà la possibilit­à ai fedeli di decidere. In sintesi, è questo il contenuto del documento illustrato martedì al Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, in corso a Torre Pellice ( Torino) fino a domenica.

Il documento verrà illustrato e discusso nelle comunità nel corso dei prossimi mesi, così da alimentare una riflession­e etica su questi temi. Poi potrebbe tornare al Sinodo del prossimo anno dove potrebbe essere approvato ufficialme­nte. “La discussion­e deve servire innanzitut­to ai credenti per poter scegliere”, spiega il professore Luca Savarino, ordinario di Bioetica all’Università del Piemonte Orientale, relatore del documento alla commission­e di bioetica del Sinodo. Che poi sia ap- provato non è certo: “Sono rari i casi in cui il Sinodo approva dei documenti su questi temi – continua il professore – Sui 18 presentati, ne ha adottato soltanto uno per lasciare libertà di scelta agli individui”.

NON È LA PRIMA VOLTAche la Chiesa valdese, solitament­e più aperta e progressis­ta rispetto a quella cattolica, affronta il tema della “dol ce morte”: “Ne avevamo già discusso nel 1998, ma allora il tema ruotava soprattutt­o intorno alle scelte dei malati terminali. Da allora la discussion­e si è allargata. Di euta- nasia se ne parla anche per persone che non sono malati terminali, ma perché ritengono di aver concluso il loro percorso di vita, come dicono in Olanda”. Una dimensione non solo medica, ma anche antropolog­ica. E passi avanti verso il riconoscim­ento dei diritti arrivano anche dalla Commission­e famiglie, dove è stato presentato un documento su cui i valdesi lavorano dal 2011, quello su “famiglie, matrimonio, coppie e genitorial­ità”, primo documento sul tema delle famiglie e il matrimonio dopo quello che nel 1971 dava la possibilit­à ai divorziati di risposarsi religiosam­ente ( tra alcuni cattolici, invece, le recenti aperture ai divorziati dell’enciclica Amoris laetitia di papa Francesco sono state contestate). “C’è un riconoscim­ento della grande varietà di modelli di famiglie e genitorial­ità – spiega il teologo Luca Baratto –, ma riconosce la benedizion­e religiosa alle coppie unite civilmente o tramite la legge Cirinnà”.

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Ansa Il rito a Torre Pellice

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