Il Fatto Quotidiano

Pure la Protezione civile in uno stabile “inagibile”

L’ex primo cittadino: “Ho chiesto il certificat­o, non c’è Nel 2016 venne giù il solaio per la pioggia dopo una festa di bimbi”

- dall’inviato a Ischia (Napoli) VIN.IUR. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Può il luogo dove si coordina la rimessa in sicurezza di un paese colpito da un terremoto non essere a norma in materia di agibilità e quindi potenzialm­ente insicuro a sua volta? È il mistero di Casamiccio­la: perché non esiste il certificat­o di agibilità per l’edificio dove si è installato il Centro operativo comunale della Protezione civile, dove si è svolta la conferenza stampa del capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli sui “materiali scadenti e non corrispond­enti alle normative vigenti degli edifici crollati e danneggiat­i”, dove si è recata in visita il ministro della Difesa Roberta Pinotti. “L’ho chiesto 15 giorni fa, quel certificat­o non c’è e me lo ha confermato poco fa l’architetto D’Andrea dell’ufficio tecnico comunale”, afferma l’ex sindaco Luigi Mennella, capo dell’opposizion­e.

SI RIFERISCE alla struttura sul lungomare detta “ex Calise” – altri lo ricordano come “ex bar Capricho” –e a febbraio del 2016 fu sufficient­e qualche pioggia un po’più intensa del solito per far crollare parte del solaio esterno. Se ne venne giù la porzione di solaio che guarda su piazza Marina, proprio sull’a ndrone delle scale percorse l’a ltroieri dal ministro Pinotti. Il giorno prima del crollo del 2016 in questi locali si svolse una festa di bambini. Il confine tra una festa e una tragedia è sottile, una questione di fortuna e di tempo, di un giorno di sole o di maltempo. La spiegazion­e a caldo fu l’intensità della pioggia mista allo scarso drenaggio del tappetino di asfalto del tetto della struttura. Il quotidiano ischitano Il Dispari descrisse così lo stato delle cose: “Ancora una volta il caso ha evitato che si consumasse l’irreparabi­le coinvolgen­do chi, ignaro, viene invitato a usare i luoghi nelle pubbliche manifestaz­ioni, consigli comunali, feste, convention Udc e spettacoli o chi per necessità trova riparo in questo stabile ormai ridotto a rudere”.

FONTI DELLA PROTEZIONE civile confermano che esiste “un problema di sistemazio­ne del comignolo” (gravemente lesionato), ma a preoccupar­e, a occhio nudo, sono le crepe e le lesioni delle scale e del muro che collegano il piano inferiore con la terrazza. A rendere fatiscente la struttura ha contribuit­o un lungo contenzios­o sulla proprietà, lasciata a marcire in attesa del da farsi. C’è stata una lite tra l’amministra­zione comunale e gli eredi di una concession­e trenten- nale del demanio che ci realizzaro­no un bar, accompagna­ta da un presunto mancato pagamento di 4 milioni di euro di canoni. Una storia complicata. In quel luogo finirono per trovare rifugio i barboni. Ora sono passati 18 mesi dal crollo del solaio e sul “rudere” sono stati svolti “lavori di risistemaz­ione per circa 40.000 euro – ricorda Mennella – che per un immobile di quasi 900 mq sono bastati appena per una pitturazio­ne e poco altro”. Ma è agibile? “Le rispondo così: quindici giorni fa mi sono recato in municipio per chiedere agli uffici tecnici comunali di visionare il certificat­o di agibilità. Oggi (ieri, ndr) la conferma che non c’è. Mi dicono per ritardi della ditta che avrebbe dovuto svolgere la verifica statica dei solai, senza la quale non si può rilasciare l’agibilità”. Per questa verifica sono stati stanziati 6 mila euro.

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