Sgomberati i rifugiati ribelli “Se serve spezzate le braccia”
Piazza IndipendenzaNuovo sgombero degli eritrei con gli idranti: “Avevano bombole di gas”. Ripreso un funzionario di polizia che invita a far male
Ha perso tutto. Nei sacchi c'erano le foto dei figli, l’oro raccolto in una vita, i ricordi che rimanevano dopo il viaggio dall’Etiopia passando per il deserto e il mare. “Per me Italia è una mamma – racconta Alemito, una delle donne caricate ieri dalla polizia in piazza Indipendenza, nel cuore di Roma, dopo lo sgombero del palazzo ex Ispra – mi ha salvato dal mare, mi ha accolto. Ma oggi ho visto un altro Paese”.
Via Goito, tra il ministero dell’Economia e la stazione Termini, per qualche ora accoglie una piccola parte dei 700 uomini, donne, anziani, bambini arrivati anni fa dal Corno d’Africa. Da quattro anni occupavano uno stabile in via Curtatone, vicino a piazza Indipendenza, di proprietà di un fondo immobiliare. “Hanno rifiutato le sistemazioni alternative”, dicono, ma poi lo stesso Comune spiega che c’erano 107 posti nelle case famiglia, mentre loro sono 700. Sono rifugiati, con lo status già riconosciuto e quindi sotto protezione; sono, alcuni, diventati cittadini italiani dopo prolungata residenza. Sono nella maggior parte residenti nella Capitale. E da ieri fantasmi. Seduti sui marciapiedi di via Goito, mangiavano i piatti eritrei distribuiti da un ristorante africano. I pentoloni di alluminio nel centro della strada, l’o d or e delle spezie, il pane eritreo. Sanno attendere. Sorridono nonostante la paura, riguardano sui cellulari le immagini della carica. Cercano di capire cosa accadrà.
“MI STAVO lavando i denti – racconta Alemito – e all’improvviso ho sentito gli idranti, siamo fuggiti”. Cariche dure, un elicottero che sorvolava l’area, i getti d’acqua, giustificati, scrive la Questura, “dal possesso da parte degli occupanti di bombole di gas e bottiglie incendiarie”. Nel video diffuso ieri mattina dalla Polizia si vede un giovane lanciare una bombola, probabilmente semivuota, dal primo piano dello stabile occupato. Poco dopo, quando gli idranti erano già in azione, si vede una fiamma. Quattro sono indicati come partecipanti agli scontri. Non si ha notizia ufficiale del sequestro di ordigni incendiari.
La vicenda era iniziata sabato, quando 700 persone erano state sgomberate dall’edificio occupato. Inizialmente la prefettura aveva consentito a un centinaio di persone più fragili di rimanere al primo piano, mentre gli altri si erano dispersi e un gruppo si era accampato in piazza Indipen- denza, dove c’è anche il Csm, come è successo per anni in passato. L’altroieri un primo tentativo di allontanarli, senza successo. Ieri mattina, verso le 6, l’intervento duro. “Sotto gli occhi terrorizzati dei bambini – ha sottolineato Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef – che erano stati lasciati al primo piano insieme alle loro famiglie dopo lo sgombero di sabato scorso”. Il getto degli idranti ha disperso anche buona parte degli effetti personali dei rifugiati, raccolti e portati via in tarda mattinata dall’A ma . Pezzi di storia e di vita scomparsi per sempre.
NEL PRIMO pomeriggio è arrivata una seconda carica, a pochi passi dalla Stazione Termini. “Se tirano qualcosa, spaccategli il braccio”, sono le parole di un funzionario di polizia in un video diffuso da repubblica.it. “Stiamo accertando eventuali irregolarità”, spiegano dalla Questura.
In poche ore via Goito si anima. Si organizza la solidarietà, tutta interna alla comunità. In tante ore nessun aiuto è arrivato dal Comune o da altri.
Arriva un’auto, scarica l’acqua. Sono ragazzi eritrei, la notizia dello sgombero corre. Qualcuno, raccontano, sta cercando ospitalità da parenti: un’alternativa alla strada almeno per qualche giorno. La Prefettura e il Comune spiegano che il loro compito si ferma all’assistenza per un centinaio di persone, tra malati, bambini, disabili. Gli altri? “Dovranno fare domanda come tutti quanti mettendosi in lista per una casa popolare”, dicono dal Campidoglio, mentre la Regione tace.
La stessa risposta, di fatto, l’ha ricevuta una delegazione del III municipio che ha incontrato i rappresentanti della Prefettura. Libera e alcuni funzionari della Cgil che accompagnavano la delegazione non sono stati fatti entrare. La linea è chiara: solo chi ha bisogno di immediata assistenza può essere aiutato. E anche qui i numeri non sempre tornano: “I n izialmente la prefettura ci aveva consegnato un censimento da cui risultavano zero minorenni – fanno sapere dall’assessorato alla casa – e invece ce n’erano 37”. Su via Goito, seduti sui marciapiedi, ieri pomeriggio almeno una decina di bambini aspettava di capire dove avrebbero passato la notte, mentre la Questura assicurava, con un comunicato, che “gli occupanti dello stabile, comprese le ‘fragilità’, sono state trasferite presso l’ufficio immigrazione di via Patini”. Tutti gli altri? Fantasmi, rifugiati da oggi senza protezione.
SABATO
La Questura ha sgomberato un palazzo di via Curtatone, vicino a piazza Indipendenza dove c’è la sede del Csm a Roma, occupato da circa 700 persone, per lo più rifugiati eritrei
IERI
Le cariche per “liberare” la piazza dove si era accampato un centinaio di loro
L’emergenza
Erano 700 in un edificio occupato in centro, proposte alternative ma solo per 107 di loro La scheda