Ristrutturazioni fatte dopo L’Aquila Nuova indagine sui crolli ad Amatrice
La palazzina Ater morirono in 7: “Colpa dell’uomo”
Si
credeva che il terremoto de L’Aquila avesse insegnato. Invece no. Si apre un’altra indagine sui crolli provocati dal terremoto di Amatrice, avvenuto il 24 agosto del 2016 alle 3:39 del mattino. Lavori sbrigativi, fatti male e in economia. L’inchiesta si concentra sul crollo della terza palazzina crollata di proprietà dell’Ater di Amatrice, quella al civico 1 e per la procura di Rieti l’interrogativo è: come mai sono crollate anche palazzine di recente costruzione e per la precisione dopo il sisma che ha colpito L’Aquila?
“DOPO il terremoto eravamo rimasti fuori casa”, dichiarano i residenti in un articolo pubblicato ieri da Il Messaggero, “non potevamo aspettare i finanziamenti pubblici, quindi abbiamo deciso di autotassarci e contattare auto- nomamente una ditta che facesse i lavori e ci permettesse di tornare a casa”. La ris trutt urazi one dell’intera palazzina costò in totale 15 mila euro e dalle carte è emerso che per la fretta di ricostruire, tecnici e periti avrebbero violato le normative antisismiche. Sembra incredibile.
Così, in quella palazzina sono morte sette persone nella notte del sisma, tutte riunite nell’area delle palazzine Ater di Amatrice. In totale ora salgono a 7 le indagini avviate dalla procura di Rieti, precisamente per i crolli dell’ho- tel Roma, il convento Don Minozzi, le 3 palazzine Ater, due bed and breakfast e il crollo del campanile di Accumoli.
Il procuratore capo di Rieti, Giuseppe Saieva, conferma i fascicoli aperti per le due palazzine Ater per il crollo del convento si trasformeranno in richieste di giudizio almeno per 12 persone.
Per queste due inchieste “la colpa è dell’uomo” dichiara il pm Saieva. Per il crollo della vela campanaria del convento di Accumoli morì l’intera famiglia Tuccio: madre, padre e due bam- bini, nelle palazzine Ater a perdere la vita furono in 19. “È emerso - spiega il procuratore - l’uso di materiali scadenti e tecniche costruttive inadeguate. Costruzioni fatte in violazioni delle leggi antisismiche e vincoli idrogeologici, che sono quelli che contano al fine della sicurezza”. È evidente la colpa dell’uomo che doveva fare “altre scelte - prosegue - in materia di tecniche costruttive, che sono quelle che hanno determinato le vittime”. Ma il problema è anche culturale: “Non si costruisce male solo per risparmiare e guadagnare di più - c’è anche un problema più generale di sottovalutazione culturale”.