Il Fatto Quotidiano

Marco sfida terremoti e neve per allevare i suoi 700 animali

NELMACERAT­ESE L’azienda biologica a mille metri d’altezza

- » SANDRA AMURRI

L’Appennino ferito dal sisma chiama, le Alpi rispondono e consegnano a Marco Scolastici, giovane imprendito­re agricolo di Macereto, comune di Pieve Torina , il premio “I guardiani dell'Arca” in memoria di Mario Rigoni Stern lo scrittore di Alassio autore del Sergente della neve. La neve che a gennaio, dopo la furia del terremoto del 30 ottobre seguito a quello di agosto, ha messo a dura prova la sopravvive­nza di Marco e dei suoi 700 animali, fra pecore, asini e cavalli.

MARCO, 28 ANNI, barba lunga, sorriso dolcissimo, ci accoglie nella yurta mongola, dono di Luca, titolare della ditta “I Gioielli del bosco” per aprirci le pagine di un diario lungo 11 mesi. “È stata e continua a essere la mia cuccia”, racconta Marco ancora commosso per quel gesto di solidariet­à che gli ha permesso di resistere alla tormenta del 15 gennaio, 2 metri e 20 di neve. La sua è la storia di chi, in questa valle mozzafiato, a 1000 metri di altezza sui Sibillini, ha scelto di allevare ovini al pascolo e di produrre pecorino biologico. Una storia di resistenza alla globalizza­zione e a una rinascita di questo territorio dura da venire se si pensa che Visso, il paese a pochi chilometri di distanza, dopo un anno è ancora irraggiung­ibile da Norcia per la frana sulla Valnerina che ha divorato l'asfalto.

La “biblioteca” di Marco è fatta di forme di pecorino – presidio Slow food – in fila sugli scaffali ad asciugare, capaci di raccontare storie come un libro antico. “A scrivere il primo capitolo è stato il mio bisnonno Venanzio che pascolava il gregge nei terreni adia- centi al Santuario di Macereto, tappa di mecenati, mercanti e pellegrini che si dirigevano a Roma e a Loreto”. Dal 2001 l'azienda si dedica all’agricoltur­a biolo- gica. Qui, nel caseificio di Macereto, il latte viene trasformat­o per realizzare con caglio naturale un prodotto esclusivo. “Grazie agli animali che vivono al pascolo e vengono alimentati solo con foraggio aziendale, i nostri prodotti sono gli stessi di un tempo”, spiega Marco con l'orgoglio della passione che gli ha fatto abbandonar­e gli studi in economia per trasferirs­i qui. Il terremoto e l'isolamento seguito alla nevicata, mentre le scosse continuava­no con l'angoscia delle pecore abbandonat­e, è un ricordo indelebile. “Ho trascorso giorni attaccato al telefono alla ricerca di aiuto, Prefettura, Questura, Regione, niente. Finché il sindaco di Fabriano mi ha mandato una turbina privata per riaprire la strada per raggiunger­e gli animali. Dalla valle, giù fino a Visso, su 600 persone eravamo rimasti in 15. Mangiavamo alla mensa della Protezione civile e ci facevamo coraggio a vicenda.

Le stalle mobili che ci aveva proposto la Regione erano inadatte per il benessere degli animali. Per avere quelle in legno una odissea: differenza di costo, 10 mila euro a modulo per 100 pecore, a mie spese. Forse riuscirò a installarl­e per fine ottobre”. Ma la cosa incredibil­e è che dopo ben 11 mesi, qui, manca ancora l'acqua perché la sorgente che riforniva il Santuario di Macereto e la frazione di Cupi si è prosciugat­a e non è stata ripristina­ta: “Prima veniva la Protezione civile con le cisterne, ma con la nevicata i camion non riuscivano più ad arri- vare. Da febbraio ci rifornisce un'azienda privata di Camerino” a pagamento, ovviamente, e i costi sono alti. “La Regione assicura di aver stanziato 250 mila euro per ripristina­re la sorgente, mentre i comuni di Pieve Torina, Ussita e Visso rispondono che non è vero. Forse la cifra è stata stanziata, ma non ancora erogata”. Come per le casette: averle ordinate è diverso da averle consegnate: “Un lavoro immane, l'acqua viene scaricata nei serbatoi, poi dobbiamo portarla nelle stalle” continua Marco che giura: “Resterò a vivere qui. Costruirò casa, stalle e caseificio di legno, è il sistema più sicuro. La terra continua a tremare, due giorni fa una c’è stata una scossa di 3.8”.

Qui in questa valle dove risuonano le note di De Gregori, uno dei 13 concerti di “Risorgi Marche” organizzat­o a luglio da Neri Marcorè con “Tam Tutta un'Altra Musica” che ha visto la partecipaz­ione gratuita di molti artisti come Fiorella Mannoia e Luca Barbarossa e ha fatto scoprire questi luoghi incantati a circa 80 mila persone.

La scommessa è che rinascano presto strutture ricettive, questa estate i turisti sono calati del 70%, quelli presenti erano prevalente­mente giornalier­i. Al terremoto hanno resistito solo due agriturism­i.

Duro a mollare Vive in una tenda, l’acqua arriva ancora con le cisterne: “Ricostruir­ò tutto in legno”

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Tra il verde Marco Scolastici con i suoi animali
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