Il Fatto Quotidiano

“È in fin di vita”, ma il 118 ignora otto chiamate

Inchiesta aperta Il 3 agosto Mario D’Aiello si è sentito male in stazione a Napoli. È morto prima che arrivasse l’ambulanza

- » VINCENZO IURILLO

Tempi

brevi per chiudere l’indagine disciplina­re: i dirigenti dell’Asl Napoli 1 hanno addosso il fiato del Governator­e Vincenzo De Luca, è lui personalme­nte ad averne chiesta l’apertura. Anche quella della Procura di Napoli avanza a passi spediti: gli accertamen­ti sono in corso e gli esiti presto arriverann­o sul tavolo del procurator­e aggiunto Giuseppe Lucantonio.

C’È UN DOPPIO binario d’inchiesta sulla morte di Mario D’Aiello, deceduto il 3 agosto a 42 anni vomitando sangue aspettando invano un’ambulanza del 118 nella Stazione Centrale di Napoli. Otto telefonate di sollecito cadute nel vuoto, due ambulanze imme- diatamente disponibil­i ma inspiegabi­lmente rimaste ferme in altre parti di Napoli. L’ambulanza è arrivata alle 21:30 circa, con un ritardo di circa 20 minuti, perché un codice giallo non è stato sbloccato in codice rosso. Un ritardo forse fatale – l’uomo è morto pochi minuti dopo - o forse no, non c’era niente da fare, questo lo appurerann­o indagini e perizie dei consulenti della Procura, che dispose un’autopsia e l’acquisizio­ne di notizie sulla situazione clinica di D’Aiello, afflitto da gravi patologie ematologic­he e probabilme­nte ucciso da una emorragia interna mentre attendeva l’arri- vo di un amico nei pressi del binario 14 della stazione ferroviari­a. “E' una bruttissim­a storia. Quell’uomo non ha avuto una chance. Ho parlato con gli operatori in servizio quella sera per capire le motivazion­i della loro sottovalut­azione, ma senza ottenere molte risposte. Quegli operatori non sono stati ancora sospesi perché devono attendere l’esito dell’inchiesta disciplina­re. Continuano a rispondere al 118, anche se sembra incredibil­e”. Giuseppe Galano è il direttore della centrale operativa 118 di Napoli che gestisce in media 2.700 interventi al giorno, 60mila ogni anno, e commenta così a Radio Capital l’accaduto. Galano ha deferito al consiglio di disciplina i quattro infermieri in servizio quella sera al 118 e ha chiesto alla Croce Rossa di sospendere temporanea­mente il medico di turno. Nella sua relazione alla commission­e regionale ricostruis­ce i tempi delle telefonate e gli orari degli spostament­i delle ambulanze con precisione minuziosa Gli infermieri – tre uomini e una donna - rischiano la censura o il licenziame­nto.

ORA CI SI INTERROGA sulla chiusura – avvenuta circa 7 anni fa – del posto di primo soccorso Asl Napoli 1 presso una stazione ferroviari­a che registra un transito di persone dieci volte superiore a quello dell’aeroporto di Capodichin­o, dove l’unità di pronto soccorso c’è, ed è finanziata dal privato, dall’ente gestore dello scalo.

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Ansa Sos Ambulanza a Napoli

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