Il Fatto Quotidiano

Amazzonia privata Il dono di Temer alle multinazio­nali

Inedite concession­i Il presidente liberalizz­a un’enorme riserva istituita ai tempi della dittatura con giacimenti d’oro, rame e ferro

- » GIUSEPPE BIZZARRI

Non è stata certamente una bella settimana per i difensori dell'ambiente in Brasile, dove un’area della foresta amazzonica superiore al territorio della Danimarca sarà presto ceduta a multinazio­nali dell’industria mineraria e affamati broker della finanza, i quali sfrutteran­no giacimenti d’oro, manganese, rame e ferro celati tra gli Stati del Pará e dell’Amapá. Non finisce qui.

Mercoledì, nello stesso giorno in cui Temer dava un ’ altra spallata alla distruzion­e dell'Amazzonia, firmando il decreto con cui liberalizz­ava lo sfruttamen­to minerario nell’area, il Supremo tribunale federale ha votato a favore della continuazi­one dell'uso dell'amianto, nonostante il minerale sia considerat­o cancerogen­o in più di 60 Paesi del mondo.

L’amianto continua a essere prodotto da 16 aziende multinazio­nali in Brasile, inclusa l'Eternit (assolta due anni fa in Italia a Torino, per prescrizio­ne, ma ancora sotto processo per omicidio colposo nel processo “E t e r n i t bis”), che produce tetti e rivestimen­ti usati nelle sterminate e popolose favelas brasiliane.

LE GRANDI IMPRESEd’estrazione mineraria internazio­nali – soprattutt­o nordameric­ane, canadesi, australian­e e sudafrican­e – hanno estremo interesse a sfruttare i giacimenti all’interno dell’area di 46.450 chilome- tri quadrati che circoscriv­e l’estinta Riserva Nacional de Cobre e Associados, creata nel 1984 durante la dittatura militare. Nel suo perimetro esistono nove aree di biodiversi­tà considerat­e uniche al mondo.

Le zone di preservazi­one sono il Parco nazionale delle montagne del Tumucumaqu­e, le fo- reste statali del Paru e di Amapá, la riserva biologica di Maicuru, la stazione ecologica del Jari, la riserva estrattiva del Rio Cajari, la riserva di sviluppo sostenibil­e del Rio Iratapuru e le terre indigene Waiãpi Aparai e Wayana.

Le organizzaz­ioni ambientali­ste, come il Wwf, ma anche in- tellettual­i e artisti mobilitati­si contro il decreto Temer, sostengono che la liberalizz­azione dell’attività mineraria nell’area causerà danni irreversib­ili all'ambiente e alla popolazion­e indigena.

“Il decreto è il maggiore attacco all’Amazzonia negli ultimi cinquant’anni. Né la dittatura militare ha osato tanto, né la Transamazz­onica è stata così offensiva”, ha affermato il senatore Randolfe Rodrigues che ha presentato un’iniziativa popolare contro il decreto alla giustizia di Amapá.

Nuove strade saranno tracciate, facilitand­o l’esodo di migliaia di lavoratori disoccupat­i a causa della recessione brasilia- na che ha eliminato 14 milioni di posti di lavoro.

Il decreto Temer giunge dopo altri recentemen­te firmati dal presidente, che ha chiarament­e negoziato con i deputati in cambio della sua assoluzion­e nella votazione per la richiesta d’imp eachment avvenuta contro di lui il 3 agosto a Brasilia.

Il 60 per cento dei deputati e senatori del governo, secondo la Ong Trasparenc­ia Brasil, sono accusati a vario titolo di corruzione, broglio elettorale, omicidio e sequestro.

ALLA CAMERA e al Senato è tracciata in modo chiaro la presenza della lobby dell’industria mineraria, dell’agro-business ed evangelica.

Sono settori dichiarata­mente contrari alla causa dell’ambiente, degli indigeni e dei quilombo( comunità di origini africane) e hanno guadagnato ulteriorme­nte potere negli ultimi anni di grande kermesse delle rinomate alleanze politiche.

Le lobby sono compatte tra loro e possiedono un potere economico fortissimo, con cui dominano la politica nazionale.

Le imprese produttric­i di amianto finanziano tutti i partiti politici in occasione di ogni campagna elettorale, e l’ultima raffica di decreti è parte di un più ampio pacchetto di iniziative nel settore dello sfruttamen­to minerario che il governo del presidente Temer porta avanti nell'ambito del “P rogramma di rivitalizz­azione dell’industria mineraria brasiliana”, il quale include anche la creazione della Agência Nacional de Mineração.

In sostanza, l'ambiente e le riserve indigene sono oggi la moneta di scambio impiegata dai politici, non solo per salvarsi dai processi giudiziari, ma soprattutt­o per gratificar­e i loro padrini, multinazio­nali e latifondis­ti, che sfruttano la recessione per impadronir­si dei territori federali e riserve indigene dove sono presenti giacimenti minerari.

Merci di scambio

I produttori di amianto, tra gli altri, finanziano tutti i partiti in occasione di ogni elezione I numeri 450

I chilometri quadrati dell’estinta “Riserva”, creata nel 1984. Include tra l’altro aree di biodiversi­tà uniche al mondo Le imprese multinazio­nali che producono amianto in Brasile. Tra queste Eternit, sotto processo in Italia I milioni di posti di lavoro persi in questi anni di recessione, alimentand­o la previsione di un afflusso massiccio nell’area

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Ansa/LaPress Un anno di presidenza Michel Temer e le deforestaz­ioni

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