Ischia, sull’isola degli abusivi si processa solo chi controlla
Giustizia strabica Il provveditore Carlea, che denunciò la “cricca”, è finito nei guai perchè voleva costruire il presidio della Forestale
Se a Ischia l’abusivismo la fa da padrone, come riferiscono le cronache dopo il sisma del 21 agosto, forse dipende anche dallo strabismo delle istituzioni. Da otto anni le energie della procura della Repubblica di Napoli e del ministero delle Infrastrutture sembrano concentrate sulla lotta alla caserma del Corpo forestale dello Stato di Casamicciola. Cento metri quadrati su un terreno di 750 metri (come un quadrato con 28 metri di lato), quanto basta al giornalismo buontempone per parlare di “abusivismo di Stato” e “ecomostro nel bosco” (la foto accanto mostra la bucolica location). Sarebbe interessante scoprire quali interessi o sentimenti popolari determinano il rifiuto di avere dieci guardie forestali a Casamicciola.
Nel marzo del 1996 il comune di Casamicciola cede al Corpo forestale dello Stato il terreno per la costruzione della caserma. Dieci anni dopo la Conferenza dei servizi dà il via libera all’opera. Nel 2009 partono denunce ambientaliste: accusano il progetto di prevedere l’abbattimento di decine di pini del bosco della Maddalena. Il 13 ottobre l’area (28 metri per 28) viene posta sotto sequestro e 20 giorni dopo, il 3 novembre, il pm di Napoli Antonio D'Alessio ordina il dissequestro annotando che “l’opera a una più attenta disamina degli atti acquisiti risulta regolarmente assentita”. I pini tagliati erano sette e malati.
PASSANO QUATTROanni e accade qualcosa che sembra avere poco a che fare con Casamicciola. Il 12 settembre 2013, sul Fatto un articolo di Marco Lillo racconta che il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi vuole far fuori Donato Carlea, provveditore alle opere pubbliche del Lazio e dell’Abruzzo. Carlea è stato nominato nel 2010, quando cominciava a sentirsi la puzza di bruciato delle prodezze della cosiddetta “cricca” di Guido Bertolaso e Angelo Balducci nella ricostruzione de L’Aquila. Nei suoi tre anni di mandato ha ostacolato qualche affare e altri ne ha denunciati. Quindi viene rimandato al provveditorato di Napoli da cui proveniva. Al suo posto Lupi e il suo capo di gabinetto Giacomo Aiello, già collaboratore di Bertolaso, designano Roberto Linetti, cresciuto alla scuola di Balducci.
Il 14 settembre 2013, due giorni dopo l’articolo del Fatto, la Procura di Napoli spedisce a Carlea, fino a quel momento sentito solo come testimone, l’avviso di garanzia: per falso ideologico per un documento scritto quattro anni prima, da provveditore di Napoli, sulla caserma di Casamicciola. Secondo l’accusa avrebbe scritto che nella conferenza dei servizi sulla caserma della Forestale si era verificata l’intesa Stato- Regione, “c ir costanza non corrispondente al vero”. Il 16 luglio 2014 il gup di Napoli Antonella Terzi rinvia a giudizio Carlea per falso ideologico e “lottizzazione a- busiva”. Il processo di primo grado è ancora in corso. Avete letto bene: da otto anni la magistratura persegue una lottizzazione abusiva dello Stato per costruire una caserma.
Il 28 ottobre 2014 Lupi sospende sine die Carlea che ricorre al tribunale di Napoli: il giudice Martina Brizzi gli dà torto ritenendo che lo strumento della sospensione è “l’unico idoneo a tutelare l’immagine e il prestigio della pubblica amministrazione”. Carlea scrive al presidente dell’Anac Raffaele Cantone ed elenca i dirigenti del ministero delle Infrastrutture mai sospesi nonostante accuse di concussione, corruzione e truffa. Cantone non gli risponde.
Il ministero delle Infrastrutture invece si scatena con tutte le sue forze a difesa degli alberi di Casamicciola, già assediati da decine di costruzioni abusive ma, a quanto consta a Lupi, minacciate realmente solo dall’erigenda caserma della Forestale. L’Avvocatura dello Stato si costituisce parte civile nel processo contro Car- lea, al fianco della “Associazione per la difesa dei pini di Ischia".
POI CAMBIA TUTTO. A marzo 2015 arrestano il ministro-ombra delle Infrastrutture Ercole Incalza. Pochi giorni dopo lo scandalo travolge anche Lupi che deve dimettersi per il Rolex regalato a suo figlio. A questo punto l’Avvocatura dello Stato spiega al nuovo ministro Graziano Delrio che, per come sta andando il processo di Cas amic ciola, gli conviene fare pace con Carlea e alla svelta, per non vedersi il ministero sbancato da una richiesta di risarcimento. Delrio firma una transazione con cui reintegra Carlea in cambio della sua rinuncia alla causa per danni. Oggi Carlea è provveditore alle opere pubbliche di Sicilia e Calabria ma risulta ancora imputato: il Tribunale di Napoli continua da otto anni il suo inutile e infinito processo contro l’abusivismo di Casamicciola perpetrato dallo Stato.
Twitter@giorgiomeletti
8 anni di carte bollate Perseguitato da Lupi e reintegrato da Delrio il dirigente aspetta ancora una sentenza