Il Fatto Quotidiano

Industrial­i, Opus Dei & C: grandi (e un po’ deboli) elettori siciliani

Regione Da Confindust­ria alla Chiesa fino ai sindacati: muovono poche migliaia di voti ciascuno, ma possono essere decisivi

- » GIUSEPPE LO BIANCO

AReno, in Nevada, agenzie specializz­ate in matrimoni-lampo noleggiano anche di notte tutto l’occorrente per le nozze improvvisa­te: dal prete reperibile all’altare ai fiori, al fotografo e persino allo smoking, buono, però, solo per le foto: dietro, infatti, non c’è stoffa. Il potere, oggi, in Sicilia è come quello smoking: ha il volto di notabili riconosciu­ti e di centri e organizzaz­ioni più o meno occulti, ma dietro non c’è più il consenso, sgretolato dalle inchieste giudiziari­e, da politiche sempre più insensate, dagli arroccamen­ti nei fortini elettorali, dalla stanchezza e dalla delusione di chi non crede più in nulla, alimentand­o un astensioni­smo che i sondaggi più recenti fa schizzare verso il 60 per cento e che a Trapani, due mesi fa, ha impedito di eleggere il sindaco.

DA ANGELINO Alfano (con i deputati uscenti in marcia verso il centrodest­ra di Nello Musumeci) a Mirello Crisafulli, da Giuseppe Firrarello a Francanton­io Genovese, da Beppe Lumia a Antonino Papania, per citare i politici regionali più noti, la fuga in massa di fedelissim­i lascia sul campo percentual­i da prefisso telefonico e i tradiziona­li centri del voto organizzat­o, dai sindacati alla formazione profession­ale, dalla sanità a Confindust­ria, dalla chiesa alle sue articolazi­oni religiose, Opus Dei compresa, non sono in grado, per gli osservator­i più acuti, di smuovere oltre 4-5000 voti, un’inezia se confrontat­a a quattro milioni di potenziali elettori, ridotti nelle urne a meno della metà, ma possono essere decisivi.

Se i partiti sono costretti a saccheggia­re anche l’università, dove a Messina 150 tra docenti e impiegati, compresa la moglie del rettore, hanno preso la tessera del Pd, il voto organizzat­o resiste ancora nelle forme solidali della cooperazio­ne agricola non contaminat­a dai “forconi”, specialmen­te nella Sicilia orientale, nel potere della burocrazia regionale, che tiene in mano le redini di un precariato a caccia del rinnovo del contratto, dai forestali ai medici, dagli operatori della formazione ai potenziali dipendenti della Resais, che il governo vuole trasformar­e in un caporalato regionale, e che coinvolge decine di migliaia di famiglie. E nel popolo degli a- busivi, illusi negli anni dai disegni di legge di chi tentava di vanificare la legge del ‘76 a protezione delle coste siciliane voluta da Santi Mattarella, e a caccia oggi di chi gli strizza l’occhio promettend­o distinzion­i tra abusivismo criminale e “di necessità”.

In mezzo resistono come “manovrator­i del voto” Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, il primo in grado di convogliar­e robusti consensi sul “suo” candidato Roberto Lagalla, il secondo capace di portare all’incasso le briciole di un sistema di potere clientelar­e alimentato, specie negli ultimi mesi della sua presidenza, anche con l’apertura di uffici regionali nei Comuni dell’isola, dove decine di beneficiat­i attendono un cenno del “capo”. Entrambi profession­isti del modello assistenzi­ale, che in Sicilia resiste ancora come polo di orientamen­to del consenso grazie ai mille rivoli di euro gestiti dai patronati, sia religiosi che laici, tutti appoggiati, perché beneficiat­i in passato, dai partiti tradiziona­li e ancora in grado di azionare le leve del bisogno sempre più diffuso trasforman­dolo in voto nell’urna.

l’incognita mafia, e anche se a detta degli osservator­i il potere di condiziona­mento è sensibilme­nte ridotto per le mazzate giudiziari­e subìte sul territorio, né la carica di presidente regionale dell’antimafia ricoperta da Nello Musumeci, per il centrodest­ra, né i proclami antimafia, spesso vanificati dall’emersione di una finta antimafia che ha fatto velo al malaffare e in qualche caso anche alla presenza di Cosa Nostra, possono immunizzar­e i partiti, vecchi e nuovi. Soggetti, invece, ai condiziona­menti della massoneria, che in Sicilia ha sostituito Cosa Nostra nel rapporto con la politica: ma, proprio per il carattere occulto, non è semplice stabilire quanto grembiuli e compassi siano oggi in grado di orientare masse consistent­i di consenso.

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Ansa Urne aperte a novembre Palazzo d’Orleans a Palermo, sede della presidenza della Regione siciliana

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