Di Maio lancia la sua campagna elettorale : “Non sono come dicono”
A un mese dal voto online sulla scelta del premier M5S
Dopo
un’estate costellata di uscite mediatiche non sempre accolte bene, da quella su “chi ha una casa abusiva perché la politica non ha fatto il suo dovere” fino alla difesa a oltranza delle forze dell’ordine dopo lo sgombero dell’immobile occupato da rifugiati in via Curtatone a Roma, Luigi Di Maio prova a correre ai ripari. Una mossa che guarda soprattutto all’interno dei 5 Stelle, col riferimento a chi “ha giocato a spaccare il Movimento”, in vista della votazione che il 24 settembre incoronerà il candidato premier dei pentastellati.
NEI GIORNI scorsi proprio le parole del vice presidente della Camera sullo sgombero dell’immobile nella Capitale aveva portato alla reazione di Roberto Fico, suo possibile sfidante alle primarie M5S, che ha sostenuto: “Uno Stato che si organizza in questo modo per sgombrare un palazzo abitato da bambini, donne e uomini che hanno oltretutto lo status costituzionale di rifugiati non mi rap- p re s e nt a ”. Chiarissimo il convitato di pietra, seppur mai citato apertamente, del post del presidente della Commissione di Vigilanza Rai.
Così, concluso il tour “a tutta Sicilia”, Di Maio ha postato una lunga auto difesa della sua estate sui social. Un elenco di iniziative svolte soprattutto da adolescente per rivendicare il suo impegno sui temi sia della legalità sia dei diritti civili. L’esordio è netto: “Sono stato definito fascista, razzista, addirittura imprenditore della paura”. Per poi rivendicare: “Questo tour siciliano mi è servito tanto perché ho avuto modo di parlare con migliaia di persone senza intermediari, tv e giornali”. Il candidato in pectore a Palazzo Chigi dei 5 Stelle sottolinea che i sicilia- ni gli hanno ripetuto spesso: “La tv ti rende diverso, invece conoscendoti si capisce che persona sei”. Sfumature di “diverso” che Di Maio racconta molte persone gli hanno declinato come “troppo freddo, moderato, antipatico, politicante, per alcuni anche insensibile”. E ancora: “Nella mia idea di Paese la Polizia non spezza le braccia a nessuno, non lo minaccia neanche. Non si lanciano neppure bombole di gas contro la polizia, né si occupano addirittura subaffittando in maniera criminale edifici privati o pubblici”. Una carezza al fronte critico sul possibile uso eccessivo della forza pubblica, ricordando che i fatti del G8 di Genova non vanno dimenticati. Un’altra ai tutori della legge perché gli agenti “sono persone che guadagnano 1.300 euro al mese e devono portare a casa la pelle”.
DI CHI SAREBBE la colpa di questo risultato di immagine? Di Maio non ha dubbi, il responsabile è “il m ai nstream , riuscito a farmi sembrare diverso da come sono”. I media che distorcerebbero la realtà per dividere il Movimento. Un’analisi in linea con i sentimenti di una parte della base a 5 Stelle, la stessa che, se iscritta sui portali web di partecipazione pentastellati, il prossimo mese sarà chiamata a votare alle primare per il candidato premier del Movimento. Che, di fatto, apre la campagna elettorale interna, cercando di compattare i militanti e scacciare le divisioni interne.