Il Fatto Quotidiano

Viminale-Anci: il primo incontro è un fallimento

SgomberiIl vertice con i Comuni fa flop: “Manca il testo di Minniti” Linea dura della sindaca Raggi: “Non tollererem­o più occupazion­i”

- » VALERIA PACELLI

Al di là di ciò che si dice alla fine di ogni incontro istituzion­ale, quello che si è tenuto ieri tra il ministro Marco Minniti e i vertici dell’Anci non ha avuto risultati significat­ivi. Organizzat­o dopo lo sgombero di via Curtatone 3 (nei pressi di piazza Indipenden­za, a Roma) e durato circa un’ora, è stato subito rinviato alla settimana prossima. Il Viminale e l’Associazio­ne dei Comuni finora non sembrano andare nella stessa direzione. L’Anci infatti non vede di buon occhio l’idea di attribuire proprio ai sindaci maggiori responsabi­lità nella gestione degli sgomberi di edifici occupati e nell’individuaz­ione dei luoghi in cui sistemare chi ha diritto.

LA DIRETTIVAa­nnunciata dal ministero dell’Interno non esiste ancora, è in fase istruttori­a. Per l’Anci il tema fondamenta­le è quello delle risorse da attribuire ai Comuni. E lo ribadito nei giorni scorsi anche il presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari, che ha puntato l’attenzione sulla necessità di avere due fondi: uno per pagare gli investimen­ti nella ristruttur­azione degli immobili pubblici e “un altro per pagare mensilment­e i dormitori: si aiuterebbe­ro i Comuni a non avere tensioni sociali sulla casa”. E per trovare le risorse è necessario, secondo l’Associazio­ne dei Comuni, l’impegno della Presidenza del Consiglio e del ministero delle Infrastrut­ture. Una strategia comune quindi non c’è ancora. “Sono soddisfatt­a. Ma prendiamo atto della mancanza di un testo da parte del Viminale e dell’assenza di un riepilogo per quanto concerne il numero degli immobili pubblici disponibil­i e le risorse a disposizio­ne”, ha detto il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra, alla fine del rapido incontro. Dopo l’incontro è intervenut­o, seppure sui temi dell’immigrazio­ne, anche il ministro Minniti che ha rivelato le sue preoccupaz­ioni di pochi mesi fa “di fronte a barricate per l’arrivo di migliaia di stranieri e a sindaci che mi dicevano no. Ho capito che andava governato subito il flusso migratorio e l’abbiamo fatto. Ho temuto per la tenuta democratic­a del Paese”. Ribadisce intanto la linea dura il sindaco di Roma Vir- ginia Raggi: “Deve essere chiaro - ha scritto ieri in un post su Facebook - che non dovranno essere tollerate nuove occupazion­i: su questo, gli interventi per ristabilir­e la legalità da parte delle forze dell’ordine avranno il pieno sostegno dell’a m m i n i s t r az i o n e ”. Roma è evidenteme­nte al centro dell’attenzione di tutti dopo lo sgombero, molto discusso per le modalità e la mancata preparazio­ne, del palazzo occupato da centinaia di stranieri, per lo più rifugiati, in via Curtatone. E poi è questione di numeri: nella Capitale oltre 10 mila famiglie in emergenza abitativa e 5000 che vivono in alloggi occupati.

IERI POMERIGGIO gli uomini della Digos hanno dato inizio alla perquisizi­one nel palazzo sgomberato. Il fascicolo è stato aperto a ll ’ indomani dell’intervento e dopo il ritrovamen­to di alcune ricevute di pagamento che hanno fatto sospettare che qualcuno, forse tra gli stessi rifugiati o più o meno legate ai movimenti romani di lotta per la casa, potrebbe aver “speculato” sull’edificio ricevendo il pagamento di (modesti) “subaffitti”.

Se il primo reato ipotizzato era favoreggia­mento dell’immigrazio­ne clandestin­a, ora la Procura prende in esame anche l’ipotesi della fabbricazi­one di documenti falsi con la contraffaz­ione del sigillo dello Stato. Per questo il pm Francesco Caporale, ha chiesto di cercare “timbri con il sigillo di Stato”, che però all’esito della prima giornata di perquisizi­one non sono stati trovati.

L’IPOTESI della Procura di Roma è “che nello stabile siano occultati (...) documenti riportanti timbri di Stato, ricevute di pagamento di soggiorni di cittadini stranieri, anche clandestin­i”, come si legge nel decreto di perquisizi­one. Documentaz­ione che ieri è stata sequestrat­a insieme a un registro di occupanti e impiegati. Nell’immobile, la Digos ha trovato una pelliccia di visone, tv al plasma e un tariffario, tradotto in diverse lingue, sull’uso degli sgabelli: per poterli utilizzare per tre ore, bisognava pagare 2 euro.

Gli agenti hanno sequestrat­o anche i sei pc della reception, dove a turno lavoravano alcuni stranieri. Altri laptop sono invece stati portati via subito dopo lo sgombero da chi è rientrato a prendere le proprie cose, insieme anche a condiziona­tori e television­i.

In via Curtatone

Nel palazzo evacuato una pelliccia e tv al plasma. “I condiziona­tori erano stati portati via” Il nostro sostegno agli interventi per ristabilir­e la legalità VIRGINIA

RAGGI Sui migranti ho temuto per la tenuta democratic­a MARCO MINNITI

 ?? La Presse ?? In centro L’accampamen­to sgomberato in piazza Indipenden­za
La Presse In centro L’accampamen­to sgomberato in piazza Indipenden­za

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