Rimini, la caccia continua con le foto dei 4 stupratori
L’inchiesta La polizia cerca gli aggressori della 26enne polacca e della trans, probabilmente nordafricani tra i 20 e i 30 anni. “Non vivono in Riviera”
Non più soltanto l’identikit, ma foto. Hanno un volto i quattro componenti del branco che venerdì a Rimini ha violentato una turista polacca 26enne e brutalmente picchiato il compagno. Tra le immagini delle telecamere di sorveglianza sequestrate, gli inquirenti sono riusciti a risalire ai volti dei quattro assalitori. Quattro foto già inviate a numerose questure per compiere uno screening tra chi ha dei precedenti. Perché gli uomini della Squadra mobile di Rimini, guidati dal questore Maurizio Improta, qualche certezza l’hanno già raggiunta: gli aggressori non sono stanziali della riviera ma la conoscono molto bene, con ogni probabilità vivono in una città tra Bologna e il Nord Italia; sono abituati alla vita notturna e alla violenza, considerata la brutalità dello stupro raccontata dalla ragazza polacca. Giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni, di origine presumibilmente nord africana perché scuri di carnagione.
CHE LA CATTURA sia questione di ore è una speranza che nutrono in molti. E per alcuni è più di un semplice auspicio. Le indagini si svolgono nel massimo riserbo ma la caccia al branco sembra ormai prossima alla fine. Nelle banche dati non si cercano solo i volti dei quattro. A disposizione degli investigatori ci sono anche le impronte che hanno lasciato sulla bottiglia di vetro con la quale hanno colpito il compagno della giovane e a breve dalla Polizia scientifica arriveranno anche i risultati degli esami del Dna compiuti sui vestiti delle vittime e sul luogo della violenza. Nel frattempo la Procura di Rimini, guidata da Paolo Giovagnoli, sta sequestrando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza di ogni stabilimento balneare, benzinaio, bar, locale notturno, stazione ferroviaria, negozio che può aver ripreso i quattro. Immagini che vengono passate al setaccio per ricostruire il percorso compiuto dal branco.
“Stiamo cercando di fermare il tempo”, dice Improta, “sperando che ci possa riportare a quanto accaduto quella sera. Stiamo facendo un lavoro incredibile e sono certo che lo sforzo ci darà il risultato”. In supporto dei colleghi riminesi, da Roma sono arrivati gli agenti specializzati dello Sco (Servizio centrale operativo) e ancora ieri hanno proseguito i controlli sul territorio nei luoghi a maggior densità di criminalità e quelli con alta presenza di immigrati dove potrebbero aver trovato rifugio i quattro. Perché non è detto che siano riusciti ad allontanarsi da Rimini. Si indaga tenendo conto di entrambe le ipotesi.
Qualcuno potrebbe ospitarli. Appare certo, inoltre, considerata la profonda conoscenza della zona dimostrata allontanandosi dal ba- gno 130 di Miramare, che abbiano un appartamento, un punto di riferimento in riviera e seppur difficilmente siano tornati lì, senz’altro sono noti a vicini e conoscenti.
È insomma solo questione di tempo. Nulla nelle indagini è lasciato al caso. Anche sulle celle telefoniche gli inquirenti stanno lavorando alacremente. Per individuare le utenze presenti nella zona venerdì notte. Il luogo dove è avvenuta la violenza è vicino a una strada a scorrimento veloce, quindi anche in questo caso il lavoro di scrematura è complesso. Ma non impossibile. Inizialmente era trapelata la notizia che i quattro avessero rubato i telefonini alla coppia di polacchi, fatto non vero.
HANNO INVECE sottratto il telefonino alla prostituta transessuale peruviana violentata allontanandosi da Miramare ma difficilmente lo useranno perché è di poco valore e le è stato rubato esclusivamente per evitare che chiamasse il protettore in suo aiuto. Falso, inoltre, anche il precedente della coppia di Varese che ha denunciato di aver subito un tentativo di aggressione il 12 agosto: è ormai definitivamente escluso che i responsabili siano i quattro del branco. Sul tavolo del procuratore capo Giovagnoli ci sono già molti elementi. E saranno condivisi con gli uomini della delegazione giudiziaria che oggi arriverà a Rimini dalla Polonia dopo aver avanzato la richiesta di rogatoria per poter essere informata sullo stato delle indagini sulla violenza di cui è stata vittima una coppia di loro cittadini. I due giovani sono ricoverati e hanno ricevuto la visita del viceconsole polacco, Bartosz Skwarczynski. Potrebbe essere creato un gruppo investigativo comune per arrivare alla cattura del branco. Sempre che nelle prossime ore non si riveli un obiettivo raggiunto e non più da raggiungere. È solo questione di tempo.
La “firma” Trovate le impronte sulla bottiglia usata per colpire l’amico della ragazza slava La scheda
NELLA NOTTE tra venerdì e sabato scorsi quattro uomini hanno violentato una giovane polacca di 26 anni che era in spiaggia a Rimini con un connazionale dopo aver picchiato quest’ultimo. Poi hanno stuprato una trans peruviana
LA POLIZIA è sulle tracce dei quattro, apparentemente maghrebini, ripresi dalle telecamere