Il Fatto Quotidiano

Rimini, la caccia continua con le foto dei 4 stupratori

L’inchiesta La polizia cerca gli aggressori della 26enne polacca e della trans, probabilme­nte nordafrica­ni tra i 20 e i 30 anni. “Non vivono in Riviera”

- » DAVIDE VECCHI

Non più soltanto l’identikit, ma foto. Hanno un volto i quattro componenti del branco che venerdì a Rimini ha violentato una turista polacca 26enne e brutalment­e picchiato il compagno. Tra le immagini delle telecamere di sorveglian­za sequestrat­e, gli inquirenti sono riusciti a risalire ai volti dei quattro assalitori. Quattro foto già inviate a numerose questure per compiere uno screening tra chi ha dei precedenti. Perché gli uomini della Squadra mobile di Rimini, guidati dal questore Maurizio Improta, qualche certezza l’hanno già raggiunta: gli aggressori non sono stanziali della riviera ma la conoscono molto bene, con ogni probabilit­à vivono in una città tra Bologna e il Nord Italia; sono abituati alla vita notturna e alla violenza, considerat­a la brutalità dello stupro raccontata dalla ragazza polacca. Giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni, di origine presumibil­mente nord africana perché scuri di carnagione.

CHE LA CATTURA sia questione di ore è una speranza che nutrono in molti. E per alcuni è più di un semplice auspicio. Le indagini si svolgono nel massimo riserbo ma la caccia al branco sembra ormai prossima alla fine. Nelle banche dati non si cercano solo i volti dei quattro. A disposizio­ne degli investigat­ori ci sono anche le impronte che hanno lasciato sulla bottiglia di vetro con la quale hanno colpito il compagno della giovane e a breve dalla Polizia scientific­a arriverann­o anche i risultati degli esami del Dna compiuti sui vestiti delle vittime e sul luogo della violenza. Nel frattempo la Procura di Rimini, guidata da Paolo Giovagnoli, sta sequestran­do le registrazi­oni delle telecamere di sorveglian­za di ogni stabilimen­to balneare, benzinaio, bar, locale notturno, stazione ferroviari­a, negozio che può aver ripreso i quattro. Immagini che vengono passate al setaccio per ricostruir­e il percorso compiuto dal branco.

“Stiamo cercando di fermare il tempo”, dice Improta, “sperando che ci possa riportare a quanto accaduto quella sera. Stiamo facendo un lavoro incredibil­e e sono certo che lo sforzo ci darà il risultato”. In supporto dei colleghi riminesi, da Roma sono arrivati gli agenti specializz­ati dello Sco (Servizio centrale operativo) e ancora ieri hanno proseguito i controlli sul territorio nei luoghi a maggior densità di criminalit­à e quelli con alta presenza di immigrati dove potrebbero aver trovato rifugio i quattro. Perché non è detto che siano riusciti ad allontanar­si da Rimini. Si indaga tenendo conto di entrambe le ipotesi.

Qualcuno potrebbe ospitarli. Appare certo, inoltre, considerat­a la profonda conoscenza della zona dimostrata allontanan­dosi dal ba- gno 130 di Miramare, che abbiano un appartamen­to, un punto di riferiment­o in riviera e seppur difficilme­nte siano tornati lì, senz’altro sono noti a vicini e conoscenti.

È insomma solo questione di tempo. Nulla nelle indagini è lasciato al caso. Anche sulle celle telefonich­e gli inquirenti stanno lavorando alacrement­e. Per individuar­e le utenze presenti nella zona venerdì notte. Il luogo dove è avvenuta la violenza è vicino a una strada a scorriment­o veloce, quindi anche in questo caso il lavoro di scrematura è complesso. Ma non impossibil­e. Inizialmen­te era trapelata la notizia che i quattro avessero rubato i telefonini alla coppia di polacchi, fatto non vero.

HANNO INVECE sottratto il telefonino alla prostituta transessua­le peruviana violentata allontanan­dosi da Miramare ma difficilme­nte lo useranno perché è di poco valore e le è stato rubato esclusivam­ente per evitare che chiamasse il protettore in suo aiuto. Falso, inoltre, anche il precedente della coppia di Varese che ha denunciato di aver subito un tentativo di aggression­e il 12 agosto: è ormai definitiva­mente escluso che i responsabi­li siano i quattro del branco. Sul tavolo del procurator­e capo Giovagnoli ci sono già molti elementi. E saranno condivisi con gli uomini della delegazion­e giudiziari­a che oggi arriverà a Rimini dalla Polonia dopo aver avanzato la richiesta di rogatoria per poter essere informata sullo stato delle indagini sulla violenza di cui è stata vittima una coppia di loro cittadini. I due giovani sono ricoverati e hanno ricevuto la visita del viceconsol­e polacco, Bartosz Skwarczyns­ki. Potrebbe essere creato un gruppo investigat­ivo comune per arrivare alla cattura del branco. Sempre che nelle prossime ore non si riveli un obiettivo raggiunto e non più da raggiunger­e. È solo questione di tempo.

La “firma” Trovate le impronte sulla bottiglia usata per colpire l’amico della ragazza slava La scheda

NELLA NOTTE tra venerdì e sabato scorsi quattro uomini hanno violentato una giovane polacca di 26 anni che era in spiaggia a Rimini con un connaziona­le dopo aver picchiato quest’ultimo. Poi hanno stuprato una trans peruviana

LA POLIZIA è sulle tracce dei quattro, apparentem­ente maghrebini, ripresi dalle telecamere

 ?? LaPresse/ Ansa ?? In spiaggia La Scientific­a sul luogo dello stupro di venerdì notte a Rimini. A sinistra, il procurator­e Paolo Giovagnoli
LaPresse/ Ansa In spiaggia La Scientific­a sul luogo dello stupro di venerdì notte a Rimini. A sinistra, il procurator­e Paolo Giovagnoli
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