Diana vive nascosta alla faccia di fan e approfittatori
Sono due i tunnel da cui la povera Lady D. non è mai uscita: quello de L’Alma, la sera della sua tragica morte, e quello delle speculazioni, del parassitismo, del gossip più becero dopo la sua morte. Non so voi, ma io ogni volta che intravedo un nuovo articolo o un nuovo libro in cui si annunciano rivelazioni choc o retroscena segreti su di lei, quando di segreto non c’è neanche più il colore degli slip che portava negli ultimi minuti di vita, covo il segreto desiderio che Lady D non sia davvero morta. Che sia su un atollo sperduto delle Antille francesi con Michael Jackson ed Elvis Presley e prima o poi si rifaccia viva da Letterman o dalla D’Urso o dove vuole lei, per mandare tutti a cagare. L’ultima è l’ex astrologa della principessa, tale Debbie Frank, che due giorni fa, ad appena 20 anni dalla morte, ci fa sapere che lei aveva previsto tutto. Che a pochi giorni dall’incidente aveva annunciato a Lady D “Questo weekend accadrà qualcosa di straordinario”. Ora, a parte il fatto che a guardar bene la faccenda a me se uno dice “ti accadrà qualcosa di straordinario” penso che farò sei al Superenalotto, non che mi schianterò in macchina, per cui al posto della signora non mi darei arie da gran veggente, va detto che non essendoci più la diretta interessata, da 20 anni a questa parte vale tutto. Basta che un cazzaro si svegli e dica “Io una volta sono entrato da Harrod’s e mi hanno detto che Lady D era stata lì il giorno prima!” e qualcuno gli pubblica il libro choc “La Diana che nessuno vi ha mai raccontato”. Se io dicessi che ero la pedicurista della principessa e dalla curva del suo alluce avevo previsto che Dodi sarebbe morto con lei, avrei già sedici editori inglesi al citofono. Abbiamo letto, negli ultimi 20 anni, cazzate e illazioni di ogni tipo. Abbiamo visto il peggior giornalismo passare sopra come un caterpillar alla sua memoria, al dolore dei suoi
Sono due i tunnel da cui la poveretta non è mai uscita: quello de L’Alma, la sera della sua tragica morte, e quello delle speculazioni, del parassitismo, del gossip più becero dopo la sua morte