Il lungo arco della paura iniziò con la Corea ed è sopravvissuto alla Guerra fredda
Dalla crisi dei missili di Cuba al post 11/9
Dalla
Corea alla Corea. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, l’arco della paura dell’Olocausto nucleare è tutto racchiuso tra due crisi coreane: quella del 1953 e l’attuale. Nel 1953, il conflitto nella penisola e i test d’ordigni termonucleari da parte di Usa e Urss fecero sì che l’Orologio dell’Apocalisse arrivasse a segnare 2 minuti alla fine del mondo. L’orologio è un’invenzione del 1947, misura la distanza dalla fine del mondo ‘atomica’ simboleggiata dalla mezzanotte.
L’acme della paura nucleare si tocca nel 1962: è la crisi dei missili di Cuba, che iniziò il 15 ottobre e durò 13 giorni. Kennedy e Krusciov trovano un’intesa quando lo scontro pare inevitabile: i missili furono ritirati dall’isola comunista, come quelli Usa installati in Turchia e Italia.
Vent’anni dopo, all’inizio degli Anni Ottanta, altre nubi sull’orizzonte mon- diale: l’Urss invade l’Afghanistan, gli Usa boicottano i Giochi di Mosca, la Polonia sperimenta i fermenti di Solidarnosc, la Nato decide d’installare gli euromissili, i sovietici abbattono un jet di linea sudcoreano e boicottano i Giochi di Los Angeles, Reagan definisce l’Urss Impero del Male: l’Orologio dell’ Olocausto segna -3 alla mezzanotte.
Il dissolvimento dell’Urss, lo sfaldamento della Jugoslavia, gli attacchi terroristici agli Usa dell’11 Settembre 2001, la proliferazione della bomba, il rischio che ordigni nucleari finiscano a Stati canaglia causano brividi di guerra, ma le paure atomiche restano contenute. Finché, a partire dal 2007, l’atteggiamento della Corea del Nord porta di nuovo avanti l’Orologio dell’Apocalisse che segna 2 minuti e mezzo alla mezzanotte.