“Bonus Irpef”, il monumento alla stupidità
▶GOVERNARE
distribuendo “bonus” alla rinfusa è da piccolo cabotaggio, ma farlo con meccanismi insensati dà la cifra dell’astuzia d’accatto. Lunedì l’Aran, l’agenzia che rappresenta il governo nelle trattative con i sindacati del pubblico impiego, ha confermato che l’aumento contrattuale allo studio (85 euro medi lordi mensili) farà perdere a 360 mila statali il “bonus Irpef”, i famosi 80 euro in busta paga per i lavoratori dipendenti voluto da Matteo Renzi per vincere le elezioni europee 2014. Sono 80 per chi percepisce fino a 24 mila euro di reddito annuo, poi iniziano a calare fino ad arrivare a zero ai 26 mila. Gli “incapienti” - quelli sotto gli 8 mila euro annui - sono fuori (i poveri votano meno). Secondo l’Aran servono 125 milioni per evitare che l’aumento atteso da 8 anni modifichi il reddito e faccia perdere il bonus. L’ex viceministro all’Economia, Enrico Zanetti (Sc) ha giustamente fatto notare che il problema si risolverebbe “dandogli la forma e non solo la sostanza di maggiore detrazione da lavoro dipendente e rendendolo pieno fino a 22.000 euro per poi farlo decrescere gradualmente fino a 28.000, invece che a 26.000. Così, a costo zero, si limiterebbero significativamente sia i problemi connessi agli aumenti salariali sia quelli connessi alla restituzione per chi è nella fascia vicina agli 8.000 euro”. E sì perché ogni anno ci sono centinaia di migliaia di persone che scoprono di dover restituire un bonus che non hanno chiesto perché il loro reddito è aumentato o diminuito. E devono farlo in un’unica soluzione, non a rate come l’hanno percepito. Nel 2016 è toccato a 500 mila italiani, scivolati nell’incapienza. Questo accade perché Renzi anziché lavorare sulle detrazioni ha voluto che in busta paga ci fosse scritto proprio “bonus” e quindi si deve lavorare sul reddito presunto. Così i 10 miliardi del suo costo annuo vanno conteggiati non come “minori tasse” ma come maggiori spese, per la disperazione dei pallottolieri renziani che devono magnificare la riduzione della pressione fiscale. Un monumento equestre alla stupidità legislativa.