Alla Ubi c’è Bazoli: Bankitalia non multa, coccola gli indagati
LNel giugno scorso la Procura di Bergamo ha chiesto il rinvio a giudizio di 31 persone per l’inchiesta che ha coinvolto i vertici di Ubi. Sono accusati di aver ostacolato il lavoro delle autorità di vigilanza e di aver influenzato illecitamente le decisioni dell’assemblea. In sostanza, si indaga sulle condotte di due gruppi antagonisti all’interno della banca, quello bresciano e quello bergamasco, per influenzare i soci in modo da spartirsi le nomine. a mano della vigilanza bancaria di Bankitalia “po esse fero e po esse piuma”, diceva il mai troppo rimpianto Mario Brega ( Bianco, rosso e Verdone, 1981, era governatore Carlo Azeglio Ciampi, altri tempi e altre tempre). Con i disobbedienti è sempre fero. Con le banche amiche è dolcemente piuma. Crollata la Popolare di Vicenza del prediletto Gianni Zonin, è rimasta a beneficiare della delicatezza di Bankitalia la Ubi Banca di Bergamo, guidata da Victor Massiah.
La vigilanza ha una predilezione per gli uomini Ubi. Luciano Goffi, mandato da Bankitalia a salvare Banca Marche con risultati non entusiasmanti, era vicedirettore generale a Bergamo. L’ex direttore generale Riccardo Sora è stato scelto come commissario di Carim, Tercas, Carichieti ed Etruria in rapida successione: non ne ha messo a posto nessuna. Il suo successore Francesco Iorio è stato comandato a salvare Zonin e la sua Popolare di Vicenza, con la propria retribuzione come unico successo.
BISOGNA METTEREin ordine i fatti e unire i puntini. Il 4 settembre 2015, Bankitalia decide “l’avvio di accertamenti sul gruppo Ubi Banca in tema di rispetto della normativa in materia di trasparenza e (...) contrasto del riciclaggio”. All’esito dell’ispezione notifica l’avvio di una procedura sanzionatoria. Il riciclaggio è la spina nel fianco di Ubi: sulla controllata Iw Bank sono in corso un’inchiesta della Direzione antimafia di Brescia e una della procura di Milano, nella quale è indagato il vicepresidente vicario di Ubi Mario Cera. Intanto per l’ad Massiah, insieme ad altri 30 tra cui il presidente Andrea Moltrasio, lo stesso Cera, il presidente onorario di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli e sua figlia Francesca (consigliere Ubi), c’è a Bergamo la richiesta di rinvio a giudizio per ostacolo alla vigilanza, cioè per aver nascosto i patti occulti che governavano la banca.
A inizio 2017 accadono due fatti apparentemente scollegati. Il 18 gennaio il Fondo di risoluzione (cioè la Banca d’Italia) si accorda con Ubi per venderle a un euro Banca Marche, Etruria e Carichieti, tre delle quattro banche “risolte” il 22 novembre 2015. Pochi giorni dopo la Banca d’Italia comunica a Ubi di aver deciso, “valutate le controdeduzioni presentate”, di non dare seguito a quell’iter sanzionatorio avviato dieci mesi prima. È come se il giudice vendesse un appartamento all’imputato e poi lo assolvesse.
Misteri di un sistema in cui Bankitalia è giocatore e arbitro. Da quattro anni i vertici di Ubi giocano una partita a poker con Consob, Bankitalia e magistratura nella quale toc-
L’accusa INFLUENZE ILLECITE