Il gruppo compra Etruria e compagnia e Palazzo Koch archivia l’iter delle sanzioni. Poi Visco consola i vertici sotto indagine
cherà al Tribunale di Bergamo districarsi. L’inchiesta dei pm Walter Mapelli e Fabio Pelosi pone seri interrogativi sui rapporti tra vigilanza e banche.
Il momento più caldo è la primavera 2014. L’indagine parte dall’assemblea del 20 aprile 2013 che elegge un cda spartito tra l’oligarchia bergamasca che fa capo a Moltrasio e quella bresciana che fa capo a Bazoli, benché sia presidente del principale concorrente. I due gruppi sono in guerra. Moltrasio non ama il presidente di Intesa Sanpaolo, lo chiama “l’o n n i p ot e n t e ”. La Procura di Bergamo è stata attivata dall’Adusbef di Elio Lannutti e dal piccolo azionista Giorgio Jannone, ex senatore di Forza Italia. Il 13 febbraio 2014 Bankitalia notifica a Ubi un verbale sulle irregolarità della governance e inizia la fitta trattativa per mettere le cose a posto. Il 30 aprile arriva un analogo verbale di contestazione della Consob, attivata dai cinque consiglieri di minoranza di Ubi guidati da Andrea Resti, economista e docente alla Bocconi. Il 13 maggio Moltrasio e Cera, presidente e vicepresidente, vanno a lamentarsene con il presidente della Consob Giuseppe Vegas. Il 14 maggio la procura di Bergamo ordina perquisizioni a raffica, anche nell’ufficio di Bazoli, proprio mentre il banchiere è a colloquio con il governatore Ignazio Visco, per parlare di Ubi o di Intesa, o di tutt’e due.
I BIG DI UBI dispiegano la strategia di contenimento. Chiedono conforto al capo della vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo e si convincono di averlo ottenuto. Massiah viene intercettato mentre racconta a Franco Polotti, presidente del consiglio di gestione, il suo colloquio con Barbagallo, con il quale avrebbe esordito riconoscente: “Sono stato testimone fisico, ed è la verità, di quello che lei ha fatto per noi”. Chiede soccorso contro “l’accanimento” della Consob e descrive Barbagallo “assolutamente stupito da questa cosa, che però, dice, sa ci sono anche due Consob non una sola. Mi ha detto di mandargli il provvedimento... la lui la potesse approfondire e... però stupito e stupito oltretutto dell’uso di un articolo che è pesante nel fare queste robe qui... Insomma mi ha dato segnali di fiducia e solidarietà”.
Resti, con la sua denuncia, avrebbe destato il raccapriccio del capo della vigilanza che, nel racconto di Massiah, dice: “Un’altra cosa che mi stupisce è questo atteggiamento di Resti che mi stupisce in assoluto... sa noi qui in Banca di Italia lo usiamo per diversi lavori, non sembrava essere una persona così... come dire...”. Massiah ci mette il carico: “Al di là di tutto, questo uomo secondo me ha un po’ sottovalutato anche chi si mette contro perché con tutte... pensa... alla rete di conoscenze che ha un Pedersoli... Bazoli”. Polotti va al punto: “Lo massacrano”.
Nella stessa telefonata Massiah canta l’ira funesta di Ester Faia, consigliere di Ubi ma anche moglie di Ignazio Angeloni, membro italiano del Supervisory Board della Bce, che vigila sulle banche maggiori, oggi impegnato a contendere a Visco la poltrona in scadenza a novembre. Dice Massiah: “Mi ha detto Andrea [Moltrasio] che la Ester era furibonda, mi ha detto che lei dice... io lo asfalto, adesso parlo con tutti...”. Chiosa il banchiere di sistema: “Sai, questa parla con Draghi, parla con Visco... poi è uscito fuori che si è sfogata... dice... quello ogni tanto mi telefona per avere qualche incarico a Francoforte ma vedi
LE CAREZZE