“Il mondo va a rotocalchi coi ragazzi della Via Bluff”
NNacque a Milano nel 1912 e morì a Cabras nel 1978: fu scrittore, sceneggiatore, regista, paroliere, attore, autore di radio e tv, cantante, pubblicitario. Collaborò con giornali satirici come “Bertoldo”, “Marc’Aurelio” e “Omnibus”. Tra i suoi libri, “Essere o benessere” e “Sette zie”. Qui pubblichiamo uno stralcio del “Dottor Divago” on porto i desideri alla Humbert-Humbert. Ma le materne e golose donne già fatte e un po’ sfatte qua e là di quel tantino che le fa avide e generose fanno ancora per me come da giovane quando mio nonno mi veniva a prendere a scuola per guardare le mie compagne. Povero vecchio.
DEVO – Devo fare una cura di calcio imparare cioè cos’è e cercare di capire i segreti del Campionato o sarò radiato dalla vita incivile.
ROTO C A LC H ITERA – Mi dedico allo strip delle edicole.
Il mondo va a rotocalchi.
Uno mi richiama con una diva che mostra i suoi attributissimi in senorama.
L’apro. Che dice? È nato un figlio ad una annunciatrice s’è fatto male il figlio di un reale. I programmi della Radio e della Televasione, il lancio di un de-rossetto per demitizzare la bocca mistificata dalla moda passata e infinite fantasciocchezze di fantattualità a norma dell’articolo che non mi viene in mente della legge sulla libertà di fantastampa.
Che faccio? Niente. Sono uno che ci campa.
MANNAGGIA – Si tagliò una mano per riscuotere il premio dell’assicurazione. Era svenuto dopo il colpo e il sangue. Si risvegliò all’ospedale tra fotografi, cronisti, tv. Un professore americano gli aveva riattaccato la mano.
L’ERESIA – Quando scoppiò anni e anni fa l’eresia della serietà nei tribunali della Santa Derisione la risata fu estorta con ogni mezzo. Dalla freddura al doppio senso dalla barzelletta oscena al gas esilarante e nei casi di serietà recidiva dopo il solletico forte si finiva col taglio delle labbra.
Per ordine del Grande Derisore si estirpavano gli occhi che non ridevano ed ogni paesello che non fosse ridente veniva raso al suolo inte- ramente. Le risate.
VECCHIA IN VISONE– La pelliccia non scalda le lucertole e non riscalda te. Le tue perle appassiscono sullo squamoso decolté e l’ultimo brillantino del tuo diadema s’è fatto paglierino come il tuo sguardo birichino e un po’ acquoso. Anche il profumo più prezioso si fa meno aggressivo su te.
Vecchia in visone datti la crema che rassoda il senno e appenditi nell’armadio con la tua pelliccia.
PARE – Metteranno una tassa sull’amante ma prima di tassare pare dovranno valutare se l’amica è di lusso signorile o un po’ andante.
Se non ha baby doll rientra nella legge Tupini (esentasse per un anno). Ma troveranno l’i n g a nno.
L’HO FATTO APPOSTA –I poeti minori dell’800 si vergognano come ladri poveretti.
Li ho messi nello scaffale fra Quasimodo, Montale ed Ungaretti.
MARCELLO MARCHESI Il libro
MINACCIA – Ti strappo le unghie e ti faccio battere a macchina un capitolo dei Promessi Sposi.
MESSA A SAN BABILA – La marchesa in chiesa alza la testa perplessa dal libro di messa si guarda intorno e pensa (mentre sul viso barbagliano gli orecchini) “Ma anche in Paradiso saremo tutti così vicini?”
SEI GIORNI SONO POCHI – Diciamolo, il rinoceronte