Le “fughe di notizie” non sono tutte uguali
Informative e atti riservati sono finiti su vari giornali: solo “il Fatto” è stato perquisito
Quando
Marco Lillo ha pubblicato la telefonata di Matteo Renzi con il padre nel suo libro Di Padre in figlio (Paper First), non è passato molto tempo prima che la Procura di Napoli disponesse la perquisizione negli uffici del Fatto e nelle abitazioni del suo vicedirettore. Non è erto l’unica notizia segreta finita sui giornali nella vicenda Consip. Il Fatto ha pubblicato (e continuerà a pubblicare) notizie coperte da segreto, come fanno tutti i giornali del mondo. Ma pare che esistano rivelazioni di segreti più fastidiose di altre.
Non risulta – e meno male – che sia stato aperto un fascicolo dopo che i principali quotidiani ( Corriere, Repubblica e Messaggero) hanno pubblicato il contenuto dell’audizione top secret del procuratore di Modena Lucia Musti davanti alla prima commissione del Csm. La Musti ha raccontato che il maggiore Gianpaolo Scafarto (indagatoper falso e rivelazione di segreto) le aveva annunciato che “scoppierà un casino. Arriviamo a Renzi”. Quell’audizione è stata trasmessa dal Csm alla Procura di Roma: nei giorni di questo passaggio le parole del pm modenese sono finite sui giornali, come spesso avviene quando gli atti sono in due uffici diversi.
È andata differentemente per Marco Lillo che invece – dopo lo scoop del dicembre 2016 sull’inchiesta in cui era coinvolto anche il ministro Luca
Lotti assieme ai vertici dell’Arma dei carabinieri – è subito finito nel registro degli indagati. A Lillo non era stato notificato alcun atto dalla Procura di Roma quando l’Ansa alle 11.51 del 18 maggio scorso batté una precisazione, che parve violare il segreto sul registro: “Nessuna iscrizione del giornalista Lillo per violazione del segreto d’ufficio. Lo si apprende dalla Procura di Roma. Per violazione del segreto d’u f fi ci o piazzale Clodio procede contro ignoti. Riserbo, invece, degli inquirenti sull’iscrizione del giornalista per l’altra ipotesi di reato configurata: pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale”.
ALTRE “fughe di notizie” nell’indagine Consip hanno interessato poco gli inquirenti. Il verbale del dicembre 2016 di Luigi Marroni, ex ad di Consip, per esempio, è stato pubblicato il pomeriggio del 2 marzo sul sito dell’Es pr es so . Il giorno dopo, il 3 marzo, è stata Repubblica a riportare per prima parti dell’informativa del 9 gennaio, quella consegnata alla Procura di Napoli che poi i pm di Roma scopriranno essere stata manomessa in alcune delle sue parti da Scafarto. Repubblica titolava: “L’ombra dei servizi nella rete di Romeo”, mentre nella cronaca di Napoli puntava su “Romeo, quell’incontro con gli 007”, scrivendo appunto della presenza dei Servizi segreti nell’inchiesta. Solo nei giorni successivi anche Il Fatto– che come gli altri giornali non poteva immaginare i falsi – dava conto dell’informativa.
Anche la notizia del pm di Napoli Henry John Woodcock indagato per rivelazione di segreto d’ufficio insieme alla conduttrice di Chi l’ha visto? Federica Sciarelli era stata pubblicata sul corriere.it il 26 giugno scorso. Woodcock è accusato di aver riferito notizie dell’inchiesta Consip a Lillo, che ha sempre smentito la circostanza. In quel caso l’ipotesi di rivelazione di segreto era già stata notificata nell’invito a comparire al magistrato napoletano, quindi non era più segreta. Ma non è accaduto lo stesso per il secondo reato contestato: il falso, che nell’invito a comparire non c’era. La seconda accusa è stata contestata dai pm al collega napoletano solo nel corso dell’interrogatorio. Un atto dovuto, si dice oggi. E non certo pubblico. Che però ieri è finito su alcuni giornali, a due giorni dalle audizioni decisive al Csm sul destino di Woodcock. Notizia fuggita dalla Procura? Dal Csm? Dagli avvocati del pm? Le fonti dei nostri colleghi sono segrete. Come le nostre.
I casi
La telefonata tra i Renzi ma anche il verbale di Marroni e gli accertamenti del Noe