B. dà lezioni di golpe: “Io ne ho subiti cinque”
RIECCOLO Galvanizzato dal colpo di Stato evocato da tutti i renziani, il leader di Forza Italia gioca a fare il moderato alla convention di Fiuggi
La dentiera nuova è abbagliante, al punto che spesso riflette i lampi di luci e flash. Silvio Berlusconi ostenta un sorriso perenne e scintillante a 64 denti, non i canonici 32. Merito delle cure rigeneranti nell’insolita estate a Merano. Come riferiscono gli informati cortigiani: “Ha messo un apparecchio nuovo in bocca ed è dimagrito: adesso pesa 70 chili”. La dieta però lo fa diventare ancora più vecchietto: la pelle cade sulla bocca spalancata e le guance sono due abissi scavati. Aggiungete il tradizionale strato di cerone e i capelli trapiantati e tinti e avrete l’Ottuagenario risorto a Fiuggi, nella convention organizzata dal fido Antonio Tajani, democristiano azzurro e presidente del Parlamento europeo.
L’EX CAVALIERE compare a un quarto alle tredici e la sala del Grand Hotel Palazzo della Fonte è stracolma come una curva da stadio. “Un presidente, c’è solo un presidente”. L’apparizione sulle note dell’inno di Forza Italia è una visione mistica per i presenti. Centinaia di mani si alzano per fermare con gli smartphone il momento magico. Berlusconi è tornato e tira di nuovo aria di vittoria. Il carro sembra già quello del vincitore. Un autorevole forzista del sud constata: “Il mio termometro è sempre stato quello della figa e qui ce n’è davvero tanta”. Una deputata aggiunge: “L’anno scorso a Fiuggi c’era un terzo della gente”. È il segno dei tempi.
Si rivedono scollature e tacchi dodici, cravattoni e spille di Forza Italia. Ci sono cavalli di ritorno come Baccini o Sammarco, il cognato di Previti che era diventato alfaniano, o persino il desaparecido Pionati. Berlusconi è convinto di vincere, a partire dalla Sicilia, ed è per questo che fa un discorso democristiano, moderato, senza toni sanguinosi. Si tiene aperte le due porte. Da una parte il Pd, dall’altra gli alleati “ribellisti” Salvini e Melo- ni. Non cita mai Renzi e il governo Gentiloni e comincia con un’ode sperticata ai valori del Ppe, il Partito popolare europeo. In sala c’è il segretario generale del Ppe, Antonio Lopez-Isturiz White che, mogio mogio cacchio cacchio, ha proclamato in precedenza: “Mi auguro che Berlusconi diventi il prossimo primo ministro italiano”.
Finanche la scontata tiritera contro i magistrati ha un sapore mellifluo: “Ho subìto cinque colpi di Stato”. Fino a ieri erano quattro. Adesso so- no cinque. Un errore di conteggio? Poi nello sterminato programma di governo compare di nuovo l’os ses sio ne per intercettazioni e separazione delle carriere dei giudici: “I pm devono diventare avvocati dell’accusa e andare dal giudice con il cappello in mano”. Berlusconi dice tutto e non dice niente. Evita affondi, a parte il nemico grillino con cui è testa a testa nei sondaggi: “Di Maio è come una bella meteorina della politica, non ha esperienza ed è una nullità assoluta. I grillini sono giustizialisti e pauperisti”. Questo è l’unico sangue che scorre.
Quanto al nodo eterno della leadership sbatte in faccia ai suoi alleati il loro ruolo di gregari: “Il centrodestra l’abbiamo fatto noi (cioè io, ndr)”. Candidabile o no, in attesa della sentenza europea, assicura che parteciperà lo stesso alla campagna elettorale e che in ogni caso il premier sarà un moderato, lui ovviamente, oppure un Gentiloni di destra come Tajani.
Silvio c’è e tutti dovranno fare i conti con lui. Sia Renzi e il Pd per le larghe intese. Sia Salvini e Meloni per il centrodestra unito. Adesso, all’ex Cavaliere interessa essere solo centrale. Nei corridoi già si fanno le previsioni: “Forza Italia arriverà da sola al venti per cento”. Berlusconi non parla di Renzi e della “ciccia di oggi”, non parla nemmeno di legge elettorale, e s’inoltra sul caro sentiero del fare. Premesso che Salvini, secondo B., si è rassegnato a non uscire dall’euro (altro piccolo schiaffo alla Lega), l’Ottuagenario con il sorriso a 64 denti annuncia l’abolizione di ogni tassa esistente e il Far West per costruzioni e licenze commerciali. Basta con le autorizzazioni preventive. Il modello è Hong Kong, dove la flat tax è stata lasciata anche dai comunisti.
Il finale è da piazzista puro, altro must del repertorio berlusconiano. B. spiega le tecniche per sedurre gli elettori e fa esempi che assomi- gliano a barzellette, come quando racconta i falsi complimenti dispensati in una cena a Firenze. Il Condannato non risparmia nemmeno Tagore, famoso poeta, e declama versi che cominciano così: “I tuoi occhi neri come le rondini”. L’estate però è stata monacale e l’unica trasgressione è stata quella di chiedere alle donne: “Nel letto vorreste avere il vostro cagnolino o il vostro coniuge?”. Troppo facile la risposta. Un plebiscito a favore dei quadrupedi. Sarà una campagna elettorale da cani.
Vecchi tempi e Tajani Si rivedono scollature, tacchi 12 e spillette: in tanti pronti a salire sul carro del vincitore