Come la Commissione Ue s’è piegata alle richieste delle case produttrici
ENTRATO in vigore il primo settembre: è il nuovo regolamento Ue per sui i test sulle emissioni dei motori Diesel delle case automobilistiche. Il documento redatto da Bruxelles prevede prove in condizioni di guida reali (Rde) insieme a nuove prove di laboratorio che dovrebbero essere più stringenti (Wltp), armonizzate a livello mondiale. Un testo che avviato con le migliori intenzioni, ha poi lasciato spazio nell’arco di oltre un anno (e già il ritardo con cui è stato adottato ne è un esempio) alle pressioni delle case automobilistiche. Basti pensare che se i test Rda sono già obbligatori dal primo settembre 2017 per tutti i nuovi modelli auto, lo diventeranno per tutti gli autoveicoli nuovi solo a partire dal 2018 e in modo progressivo. Poco o nulla, invece, sugli interventi alle auto già in circolazione se non raccomandazioni agli stati membri di vigilare e sostenere le aziende automobilistiche che dovessero proporre strategie per riparare ai danni.
L’altro punto riguarda invece il cosiddetto “fattore di conformità”, per il quale il tempo di adeguamento fissato nel 2015 non è stato diminuito né il limite di emissioni ridotto. Fissato, per i motori Euro 6 a 80 mg per km, ci si aspetta che i produttori ci arrivino nel 2020. Secondo il piano di Bruxelles, infatti, i costruttori dovranno ridurre il divario tra le emissioni "da laboratorio" e quelle reali a un fattore di conformità (CF) di massimo 2,1 entro settembre 2017. Successivamente, il divario sarà ridotto a un fattore di 1,5 (50%), entro gennaio 2020 per tutti i nuovi modelli ed entro gennaio 2021 per tutte le nuove auto. Non si sa quando dovrebbe arrivare a 1 )80 mg/km Nox): quanto prima, dice Bruxelles, e comunque entro il 2023.
Peccato che secondo una legislazione approvata nel lontano 2007, questo limite sarebbe dovuto entrare in vigore per tutti i nuovi modelli nel settembre 2015. Quanto
la situazione sia grave lo raccontano i numeri che leggete in pagina, eppure non sembra che il nostro governo ne sia consapevole. Lo testimonia la sottovalutazione del lato italiano del Dieselgate (i test sulle auto Fiat-Fca fatti nei laboratori Fiat-Fca) e l’incredibile silenzio attorno all’inchiesta romana sui filtri anti- particolato per i diesel (Fap) che coinvolge tre alti dirigenti del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.
IL 18 DI OTTOBRE, il Gup di Roma dovrà valutare l’imputazione coatta richiesta dal Gip Paola Di Nicola – che per due volte ha respinto l’archiviazione prevista dal pm – per Maurizio Vitelli, direttore generale della Motorizzazione e per i capi della divisione che “omologa” i veicoli, Vito Di Santo e Alessandro De Grazia. Il reato contestato è rifiuto e omissione di atti d’ufficio. Il fascicolo è stato trasferito a Roma da Terni tre anni fa: i dipendenti del Mit, in pratica, sono accusati di aver rilasciato con estrema leggerezza l’omologa ai Fap prodotti da Iveco e Pirelli e di aver bloccato le autorizzazioni per la Dukic Day Dream, la ditta veneta che ha innescato l’indagine con le denunce in procura.
La Dukic ha sperimentato un congegno che, a differenza dei filtri, agisce durante la combustione e non si limita a sminuzzare le particelle Pm10 in Pm2,5, ancora più dannose per l’ambiente e la salute. Gli atti arrivarono a Roma da Terni con una postilla enorme: “Valutare l’opportunità di procedere al sequestro dei filtri”.
Il Gip Di Nicola a Roma ha individuato ulteriori responsabilità: “De Grazia,
Di Santo e Vitelli sanno da anni che i Fap abbattono il Pm10, ma facendolo creano il ‘nanoparticolato’ che ha effetti assai più nocivi per la salute pubblica e non è misurabile dagli strumenti utilizzati per monitorare la qualità dell’aria”, come sostiene anche l’Istituto superiore di sanità, che l’ha spiegato in un parere ufficiale del 2015.
Il ministero di Graziano Delrio, però, non agisce. Non è semplice far ruotare un dirigente di prima fascia: il mandato è triennale e Vitelli, per esempio, va in scadenza a gennaio. Ma stupisce, stigmatizza il sindacato Usb, che il medesimo Vitelli ottenga addirittura una promozione. Dice la deputata A-