Il favoloso mondo del signor Esposito
“Io sono in grado di dimostrare che allo Stadium, anche a biglietti esauriti, se tu vuoi andare a vedere la partita paghi 100 euro e ti fanno entrare nella curva degli ultras della Juventus. L’ho segnalato alla Questura di Torino e loro ne sono perfettamente consapevoli”. Sapete chi ha pronunciato questa frase? Tenetevi forte: a dire che allo Juventus Stadium (oggi Allianz) pagando la stecca ai bagarini puoi vedere qualsiasi partita è stato il 31 luglio 2015, a Tuttosport, Stefano Esposito, il senatore Pd tifoso della Juve e membro della commissione Antimafia che in questi giorni ha duramente attaccato il procuratore federale Pecoraro, reo di aver chiesto 30 mesi di squalifica per il presidente Agnelli che dal 2011 ha appaltato il bagarinaggio agli ultrà in odore di malavita procurando alla ‘ndrangheta un guadagno stimato in 5 milioni di euro, oltre che un danno a migliaia di tifosi perbene.
DICIAMOLO, ci vorrebbe Umberto Eco per provare a scrivere la fenomenologia di Stefano Esposito, 48 anni, da Moncalieri, che scopre per primo e denuncia il bagarinaggio allo stadio della Juve e poi, dopo avere contestato Pecoraro in sede d’udienza all’Antimafia (in pratica, trasformandosi in paladino dell’anti-antimafia), ne chiede a gran voce le dimissioni per aver fatto, l’inquirente, la stessa sua scoperta e averne tratto le conclusioni del caso.
Chissà, essendo un politico di professione, forse Esposito dà il meglio di sé quando si tratta di occuparsi di politica tout court, come ad Ag orà ( Rai3), il 3 agosto scorso, quando colto da improvvisa illuminazione pronunciò la fatidica frase: “Ci sono alcune organizzazioni non governative che hanno una posizione ideologica (o ideale, dal loro punto di vista) per cui il tema è esclusivamente salvare vite umane. Noi non ce lo possiamo permettere”. Come dire che è un peccato, certo, se una persona muore, ma a volte le priorità, siano esse l’ape social o la manutenzione degli autobus Atac, ti costringono a occuparti di cose più importanti. C’è da capirlo, quindi, se la lucidità, quando decide di occuparsi di pallone e di Juventus, non sempre lo assiste. Come all’indomani della finale Champions persa a Berlino (2015), quando con la morte nel cuore twittò: “Godere per la sconfitta della Juventus è come essere impotenti ed esultare se qualcuno fa godere la tua donna”, allegoria un po’ sgangherata, diremmo, chiara solo al senatore, che forse però aveva bevuto per dimenticare Neymar.
O COME QUANDO, dopo il derby Juve-Toro del febbraio 2014, quello della bomba carta lanciata sui tifosi granata, l’onorevole – al cui confronto Poirot è un dilettante – twittò: “Quindi bomba carta lanciata ieri durante derby non sarebbe stata lanciata dai tifosi Juventus FC, hanno fatto tutto ultrà del Toro”. Che hanno confezionato la bomba, l’hanno introdotta allo stadio e poi bum!, se la sono lanciata addosso, un po’ come fanno sempre tutti i tifosi. “Andavo in trasferta a vedere la Juve, tante volte ho gridato Roma merda”, ha confessato recentemente il senatore a La Zanzara (Radio24). Davvero? “E ci può cantare il coro?”, gli hanno chiesto i conduttori. Ed Esposito: “E Roma merda, Roma Roma merda”.
Dallo Juventus Club Montecitorio (presidente Francesco Boccia, Pd) è tutto. Linea al Tso.