Riscaldamenti, dopo il salasso delle valvole arrivano le multe
Se l’assemblea ha ritardato i lavori, ora la responsabilità ricade sui singoli proprietari
L’installazione delle termovalvole e dei contabilizzatori di calore nei condomìni con riscaldamento centralizzato (sono, quindi, esclusi quelli autonomi) è un obbligo dal primo luglio. Dopo una prima data iniziale di entrata in vigore, fissata per il primo gennaio 2017, una proroga inserita nel Milleproroghe ha portato la soglia limite per l’adeguamento degli impianti allo scorso primo luglio. Mai sentito parlarne? O, peggio ancora, nel vostro condominio, dopo un paio di estenuanti assemblee finite a scazzottate, si è pensato bene di rimandare tutto all’italica maniera?
Male, sono in arrivo le sanzioni, e pure molto pesanti, che ricadono sui singoli proprietari di casa: da 500 a 2.500 euro per ogni unità immobiliare. E serve a ben poco sapere che si è in buona compagnia. “Le associazioni di categoria stimano che un 20-30% dei condomìni non hanno ancora aggiornato il proprio impianto di riscaldamento”, spiega Francesco Luongo, presidente del Movimento difesa del cittadino. “Una situazione di panico e confusione che – aggiunge – può essere tamponata solo con l’ennesima proroga concessa dal ministero dello Sviluppo Economico”.
TUTTA COLPA di un cavillo inserito nella norma vigente, seconda la quale sarebbe possibile evitare le sanzioni se il condominio dimostra di avere la sola delibera di dare incarico a un’impresa l’inizio dei lavori. Per l’associazione, quindi, c’è il rischio che, all’avvio della stagione invernale, siano proprio le ditte di manutenzione a chiedere la risoluzione dei contratti dei condomìni fuori regola, rifiutando il ruolo di terzo responsabile che si dovrebbe così accollare la multa ora che le Regione hanno fatto partire le ispezioni.
Perché si è arrivati a chie- dere per la terza volta più tempo per ottemperare a un obbligo previsto da un decreto legislativo del 2016?
La storia è nota. Dopo la grande rivoluzione della carta d’identità per le caldaie introdotta a fine 2014, sempre per contenere la spesa energetica delle abitazioni e rientrare nel Protocollo 20-20-20 (che prevede entro il 2020 di diminuire del 20% le emissioni di Co2, incrementando nella stessa percentuale le fonti rinnovabili di energia), l’Unione europea ha imposto anche l’obbligo di installare su ciascun termosifone le valvole termostatiche con i contabilizzatori di calore. I primi sono meccanismi di termoregolazione che permettono una suddivisione del calore nelle diverse stanze dell’appartamento, consentendo di escludere automaticamente il termosifone una volta che la camera ha raggiunto la temperatura desiderata in base al livello impostato (da 0 a 5), mentre gli altri sono apparecchiature che quantificano il calore effettivamente consumato.
Un intervento di risparmio energetico che dovrebbe anche consentire un risparmio medio annuale tra il 10% e il 30% del totale del combustibile utilizzato da ogni condominio. Abbassando, infatti, la temperatura generale di un solo grado, dai 21 ai 20 gradi, si dovrebbe avere un risparmio annuo fino al 20%. Riduzione considerevole se si calcola che un appartamento di 85 metri quadri a Milano ha un costo di 1.752 euro all’anno.
IL CONDIZIONALE, però, è d’obbligo non solo se si analizza l’efficacia in termini di risparmio energetico, ma soprattutto sul fronte dell’esborso per i proprietari di casa. I costi di installazione delle valvole termostatiche so- no, infatti, molto onerosi. Numeri alla mano, chi si è già messo in regola nel corso degli ultimi mesi ha sborsato 100-120 euro (Iva inclusa) per ogni singola valvola. Che per un appartamento di 80 metri quadri equivale a mille euro. E anche se è prevista una d e tr a z io n e fiscale per questa spesa, il bonus va comunque spalmato su
10 anni. In pratica, ci si è sobbarcati di una spesa ingente, i cui risultati si sconteranno solamente tra circa 6 anni, con il pericolo di pagare una bolletta più salata degli anni precedenti se le valvole verranno posizionate oltre il livello consigliato, vale a dire il 3 che corrisponde a 20 gradi, perché magari l’abitazione non è adeguatamente coi- bentata e disperde calore.
Un salasso, insomma, che ha scoraggiato migliaia di condomìni che hanno così rimandato fino all’ultimo i lavori che, fatti a impianto spento, prevedono un calcolo complesso che va effettuato da tecnici specializzati ( secondo quanto previsto dalla normativa Uni 10200) tra criteri e parametri, quali la quota di consumo volontario e involontario, le dispersioni delle colonne di distribuzione attraverso pareti e ambienti dove le valvole dei radiatori sono chiuse o non presenti, oppure la posizione degli appartamenti rispetto al sole o ancora la presenza di nuovi infissi.
L’appello al Mise Le associazioni di categoria hanno richiesto più tempo per l’installazione